L’Unione Italiana esprime soddisfazione

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L’Unione Italiana esprime soddisfazione

Il presidente dell’Unione Italiana, Maurizio Tremul, ha giudicato “un fatto assolutamente positivo” il naufragio delle due controverse iniziative referendarie. “La considero una splendida notizia per il Paese, per la democrazia, per l’Europa e naturalmente per i diritti minoritari e umani”, ha dichiarato ieri Tremul. “Noi, e in tal senso intendo la CNI, ovvero l’Unione Italiana, e l’On. Furio Radin, ci siamo sempre opposti a questi referendum. Abbiamo sempre sostenuto che si tratta di un obbrobrio, di una cosa inaccettabile e improponibile”. “Mi sembra che in seguito all’esito di questa vicenda, oggi l’Europa sia più libera e che sia più libera e democratica pure la Croazia”, ha rilevato Tremul.
Gli hanno fatto eco i presidenti della Giunta esecutiva e dell’Assemblea dell’UI, rispettivamente Marin Corva e Paolo Demarin. “Mi fa piacere che l’iniziativa non sia andata in porto”, ha dichiarato Corva. “Reputo – ha fatto presente – che si trattasse di un’iniziativa che puntava a ledere gli interessi e i diritti delle minoranze”. “Le minoranze, lo dice la parola stessa, si trovano per definizione in una condizione sfavorevole nei confronti della maggioranza. Pertanto è necessario che i deputati delle minoranze possano godere delle medesime opportunità degli altri parlamentari. Togliere questo diritto a qualsiasi minoranza significherebbe andare contro lo spirito europeo”, ha puntualizzato Corva. “Mi fa piacere – ha rilevato ancora il presidente della Giunta esecutiva dell’UI – che i deputati delle etnie continueranno a godere degli stessi diritti avuti finora”. Ha espresso l’auspicio che in futuro non si ripresenteranno iniziative analoghe.
A sua volta, Paolo Demarin, ha espresso l’opinione che sarebbe stato necessario giudicare incostituzionale sul nascere l’iniziativa referendaria sulla modifica del sistema elettorale. Il presidente dell’Assemblea dell’UI ha stigmatizzato l’intento di ridurre il numero dei deputati delle etnie, nonché di negare ai parlamentari delle etnie la possibilità di esprimersi sul Bilancio nazionale e di votare la fiducia al governo. “Questa è la dimostrazione che la tutela delle etnie e dei seggi specifici riservati al Sabor ai rappresentati delle minoranze può fare affidamento su un minimo di considerazione. I seggi specifici devono essere considerati alla pari degli altri seggi al Parlamento”, ha sottolineato Demarin.

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