Uljanik: è fallimento. «La cantieristica croata è morta»

Avviata la procedura nei confronti dell'Uljanik Brodogalište

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Uljanik: è fallimento. «La cantieristica croata è morta»

L’inizio della fine. Il giudice  Ivan Dujić del Tribunale commerciale di Pisino, ha avviato stamane la procedura di fallimento per l’Uljanik Brodogalište. Il giudice ha confermato quanto aveva annunciato il 24 aprile scorso, quando disse che il fallimento non sarebbe potuto essere evitato se entro oggi il conto del cantiere non fosse stato sbloccato.
Il presidente del board della società, Sandi Božac, ha dichiarato che il conto dell’Uljanik Brodogalište è bloccato interrottamente da 231 giorni. Secondo gli ultimi dati resi noti dall’Agenzia finanziaria (Fina), il conto del cantiere polese è bloccato nell’importo di 164,8 milioni di kune, di cui 76,5 milioni inerenti ai crediti verso gli operai. L’Uljanik Bordogalište attualmente impiega 1.118 persone, di cui 1.058 a Pola e 60 a Fiume. Ricorderemo che l’avvio della procedura di fallimento era stato rinviato due volte, l’ultima il 24 aprile, a causa dell’arrivo dei rappresentanti della China Shipbuilding Industry Corporation (CSIC), che avevano visitato sia il cantiere polese che il 3.maj di Fiume. Però, fino al giorno d’oggi non si conoscono le intenzioni dei cinesi a riguardo.
​Ricorderemo che il fallimento è stato già avviato per l’Uljanik Proizvodnja opreme, l’Uljanik Poslovno informacijski sustavi, l’Uljanik TESU e l’Uljanik Strojogradnja Diesel. Entro la settimana sarà deciso se procedere anche con il fallimento anche della società leader Uljanik d.d.
​Il fallimento per tutte queste società del gruppo, come pure della consociata 3.maj di Fiume, è stato richiesto dall’Agenzia finanziaria a causa del conto bloccato da oltre 120 giorni.

Plenković: «L’inizio di una nuova fase»

“Non è la fine, bensì l’inizio di una nuova fase – ha dichiarato il premier Andrej Plenković -. Fra una decina di giorni una delegazione cinese arriverà a Pola per la loro seconda visita all’Uljanik, che in quell’occasione offriranno delle risposte più concrete”.

Sandi Božac, direttore dell’Uljanik Brodogradilište all’uscita dal Tribunale di Pisino. Foto DUško Marušić/PIXSELL

“Questa sentenza può essere la fine, ma anche un nuovo inizio”. A dirlo all’uscita dal Tribunale commerciale di Pisino è stato il direttore dell’Uljanik Brodogradilište, Sandi Božac, il quale ha aggiunto che “purtroppo, non è stato possibile rinviare per la quarta volta la decisione”. Božac, ha ribadito che l’avvio del fallimento non spaventerà e non allontanerà i partner cinesi, sempre che siano ancora intenzionati a investire nello stabilimento navalmeccanico. “Staremo a vedere se l’Uljanik continuerà a produrre navi o si occuperà d’altro”, ha proseguito il direttore, ricordando che al momento sono in corso le trattative per il prosieguo dei lavori di costruzione del polar cruiser e della nave escavatrice. “La loro costruzione può proseguire indipendentemente dall’avvio del procedimento fallimentare. Božac non ha saputo dire se la massa fallimentare della società dispone di un attivo sufficiente a soddisfare le richieste dei creditori e dei dipendenti.

Se da una parte il direttore dell’Uljanik Brodogralište vede un seppur piccolo spiraglio di luce, i sindacalisti sono più che convinti che la dichiarazione di fallimento del cantiere polese abbia decretato la fine dell’intero settore navalmeccanico croato. “Se qualcuno crede che la sola Brodotrogir sia in grado di mantenere vivo il settore si sbaglia di grosso. L’unico vero stabilimento navalmeccanico capace di costruire navi sofistiche è l’Uljanik, assieme al quale sparirà l’intero settore”. Lo ha detto il presidente del Sindacato dell’Adriatico, Boris Cerovac, il quale ritiene che la responsabilità del fallimento del cantiere polese sia da attribuire al governo, che nonostante le tante parole e promesse non ha fatto mai nulla per risollevare l’Uljanik.

Miletić: «Una giornata di lutto»

Parole dure pronunciate anche da Boris Miletić (Ddi): “Questo governo sarà ricorstao per aver affossato la cantieristica nazionale”, ha detto il sindaco di Pola, aggiungendo che per questo motivo “in città sarà proclamato un giorno di lutto”. “Ora è assolutamente chiaro che i giochetti con gli eventuali partner strategici per l’Uljanik, come quelli cinesi, sono stati soltanto una presa in giro. L’unico scopo era quello di prolungrae l’agonia del cantiere e dei suoi operai”, ha sottolineato Miletić, concludendo che il cantiere polese „ha una tradizione lunga 163 anni, che ora viene interrotta e che mette in pericolo l’esistenza di migliaia di famiglie“.

Komadina: «Disco verde da Zagabria»

“Mi dispiace che sia stata avviata la procedura di fallimento per l’Uljanik Brodogalište, perč se il governo voleva evitarla, poteva farlo”, ha dichiarato il presidente della Regione litoraneo-montana, Zlatko Komadina (Sdp). “Il Tribunale ha rinviato un paio di volte questa decisione, evidentemente aspettando che Zagabria si pronunciasse sugli eventuali partner stranieri. Ora è chiaro che a Pisino è arrivato un cenno dal governo che questi partner non esistono”.

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