Uljanik, sciopero entro le mura

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Uljanik, sciopero entro le mura

POLA | Ridotti allo stremo, stanchi ed esasperati dall’incapacità del governo di dare una risposta chiara e definitiva circa il futuro dello stabilimento navalmeccanico, i dipendenti del cantiere navale Scoglio Olivi hanno nuovamente incrociato le braccia. La decisione è stata presa all’unanimità da tutte le sigle sindacali interne all’Uljanik, che alle 13 di giovedì pomeriggio hanno proclamato uno sciopero a oltranza. Sciopero al quale hanno aderito tutte le società del Gruppo a eccezione del 3. maj. Un’ora dopo la dura presa di posizione da parte dei Sindacati, i cancelli dello stabilimento sono stati sbarrati e poi saldati da un cantierino.

I cancelli presidiati

Da ieri notte intorno alle quattro i cancelli sono presidiati dagli uomini del Comitato di sciopero, che hanno limitato l’accesso al cantiere ai soli dipendenti di Scoglio Olivi. Inoltre, il Comitato di sciopero ha vietato l’ingresso all’interno delle mura anche ai veicoli, a esclusione dei mezzi del Pronto Soccorso. Ieri mattina, accanto agli uomini del servizio di vigilanza predisposto dai rappresentanti degli scioperanti, era presente anche il presidente del Sindacato Adriatico, Boris Cerovac.

Evitare episodi conflittuali

Il sindacalista ha sottolineato che il compito delle guardie e dei vertici del Comitato di sciopero è quello di monitorare la situazione affinché non si verifichino episodi conflittuali tra i cantierini e gli operai delle ditte cooperanti (impegnati nella costruzione della Scenic Eclipse), ai quali da ieri è negato l’accesso al cantiere. “Accesso che continuerà a essere negato fino alla revoca dello sciopero”, ha detto Cerovac, aggiungendo che la protesta andrà avanti fino a quando il governo non avrà preso una decisione definitiva circa la ristrutturazione o il fallimento dell’Uljanik. “Naturalmente, sia i Sindacati che i lavoratori si aspettano che l’Esecutivo decida di procedere con la ristrutturazione”, ha commentato Đino Šverko, fiduciario del Sindacato dei metalmeccanici, che nel prosieguo del suo discorso ha sottolineato come i lavoratori abbiano abbondantemente superato ogni limite di umana sopportazione.

Basta con le umiliazioni

“Ne hanno abbastanza di questa situazione e non tollerano più le umiliazioni da parte del governo, che evidentemente se ne infischia dei problemi esistenziali di queste persone ormai ridotte praticamente alla fame. Vengano a Pola e provino a vivere sei-sette mesi senza stipendio”, ha esclamato il sindacalista Đino Šverko. Su decisione del Comitato di sciopero, la protesta non è stata portata al di fuori delle mura del cantiere. I dipendenti quindi scioperano sul posto di lavoro.

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