L’opposizione ricorre all’ostruzionismo

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L’opposizione ricorre all’ostruzionismo

ZAGABRIA | Braccio di ferro al Sabor sulle modifiche alla Legge sul finanziamento delle attività politiche, delle campagne elettorali e del referendum. Per ostacolare l’approvazione della normativa il Most ha presentato addirittura oltre 900 emendamenti, innescando così una sessione fiume protrattasi per una notte intera. A dare man forte al Ponte delle liste indipendenti sono state anche le altre formazioni dell’opposizione. A scatenare la protesta sono state le norme che triplicano l’importo a disposizione dei partiti per le campagne elettorali e quelle che rendono più arduo lo svolgimento dei referendum. Secondo il Most in quest’ultimo caso si vuole ostacolare la democrazia diretta.

La strategia degli emendamenti

Ieri il Sabor ha passato di nuovo ore intere, fino a tarda sera, a discutere della controversa Legge: l’opposizione è rimasta estremamente compatta nell’esercizio della strategia dell’ostruzionismo. “La nuova Legge non va bene, non migliorerà la situazione”, hanno detto gli esponenti di tutti i partiti dell’opposizione, dall’SDP al Most, passando per la Coalizione di Amsterdam.
L’opposizione, non avendo i voti per far naufragare la Legge, ha optato, come rilevato, per l’ostruzionismo, ovvero per la strategia degli emendamenti, il maggior numero possibile, onde rallentare i lavori parlamentari e impedire l’approvazione della normativa in tempo utile per poter essere applicata già per la prossima campagna elettorale, quella per le Europee di maggio. Poi, poco prima di mezzogiorno, i consiglieri del Most e dell’SDP hanno chiesto di mettere ai voti gli altri punti in agenda e di continuare a discutere degli emendamenti in seguito, in linea con una modalità che era già stata adottata dal Sabor in più occasioni.

Furio Radin mette ordine

Furio Radin, vicepresidente del Sabor, che in quel momento stava guidando la seduta parlamentare, si è però opposto a tale richiesta, preferendo rispettare quelle che sono le disposizioni del Regolamento di procedura parlamentare e che indubbiamente hanno maggiore peso in questi casi rispetto a una prassi più consona a situazione tranquille. La sua decisione ha suscitato la reazione di Robert Podolnjak, del Most, il quale ha detto che il Regolamento di procedura non prevede cambiamenti nel corso della settimana in cui è in atto la discussione. Ha pertanto sostenuto l’esigenza di procedere con il voto. Dello stesso parere pure Peđa Grbin, dell’SDP, il quale ha proposto una pausa per permettere alla Presidenza del Sabor di riunirsi per decidere quando votare. Anche Miro Bulj, del Most, è intervenuto, ricordando che era stato proprio il presidente del Sabor, Gordan Jandroković, a dire che si sarebbe votato a mezzogiorno.
Furio Radin, però, non ha accettato simili tesi. “La prassi è che una volta iniziata la discussione sugli emendamenti questa giunga al termine. È necessario prima discutere su tutti gli emendamenti e soltanto poi si potrà votare”, ha affermato il deputato della minoranza nazionale italiana.

Le motivazioni dell’opposizione

Jandroković, al suo rientro in aula, ha confermato quanto detto da Radin. “Lavoreremo fino a quando sarà necessario, discutendo di tutti gli emendamenti e votando subito dopo la fine della discussione. Non so per quanto tempo si protrarrà la seduta; tutto dipenderà da quanto durerà la discussione sugli emendamenti”, ha spiegato Jandroković.

«Siamo decisi ad andare fino in fondo»

“Voi – ha proseguito il presidente del Sabor rivolgendosi ai deputati dell’opposizione – avete deciso di battervi politicamente sfruttando gli emendamenti. È un metodo che accetto, perché il Regolamento di procedura ve lo consente, ma non per questo potete aspettarvi che noi sotterreremo l’ascia di guerra. Voi avete il diritto di rallentare i lavori del Parlamento, ma noi abbiamo il diritto di andare avanti a oltranza, finché non avremo finito”.Il motivo di questo tiremmolla appare evidente leggendo le dichiarazioni di Branko Bačić, dell’HDZ. “Venerdi e sabato sono gli ultimi due giorni utili nei quali si può approvare la nuova Legge se si vuole che questa venga applicata già in occasione delle prossime elezioni europee. Pertanto, pur scusandomi con tutti i dipendenti del Sabor, sono contento che si andrà per le lunghe se questo vorrà dire risolvere la situazione. La colpa, però, non è nostra, bensì del Most. Perché qui non si parla di 911 emendamenti distinti, bensì di 75 emendamenti presentati 12 volte da ogni parlamentare del Ponte delle liste indipendenti”, ha affermato il capogruppo dell’Accadizeta, Branko Bačić.

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