Tagli alla stampa. Via l’emendamento di Varrica (M5S)

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Tagli alla stampa. Via l’emendamento di Varrica (M5S)

L’emendamento Varrica che puntava all’abolizione del finanziamento pubblico all’editoria e il cui inserimento nel testo della Manovra 2019 avrebbe avuto un effetto drastico sulle testate italiane edite all’estero, nonché sui giornali delle minoranze linguistiche in Italia è stato ritirato. La notizia arriva ieri in una pausa dei lavori della Commissione Bilancio della Camera, impegnata nell’esame degli emendamenti presentati al Disegno di legge “Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2019 e bilancio pluriennale per il triennio 2019-2021” in vista del dibattito in aula, annunciato a partire da mercoledì, 5 dicembre. Sul tavolo, va precisato, ci sono anche le proposte emendative avanzate dal governo e dai relatori.

Identità e cultura italiane

A confermare l’avvenuto ritiro dell’emendamento sottoscritto dal vicepresidente del Gruppo M5S alla Camera, Adriano Varrica, che con tutta probabilità avrebbe portato alla chiusura di numerose testate locali, ma anche di realtà informative impegnate anche a contribuire al mantenimento dell’identità e della cultura italiane – come ad esempio nel caso del nostro quotidiano – è stata dell’on. Debora Serracchiani, che ha dichiarato: “La decisione questa notte (tra domenica e lunedì, nda) in Commissione Bilancio alla Camera”.
Per capire se e quali saranno le novità apportate al Fondo per l’editoria e il pluralismo dell’informazione e se ci saranno delle riduzioni dei finanziamenti ai giornali bisognerà comunque attendere la conclusione del dibattito sulla Manovra sia alla Camera sia al Senato. Immediate sono state comunque le reazioni del mondo della politica.

“Siamo soddisfatti che l’azione politica di tutela delle testate edite nelle lingue minoritarie avviata con convinzione dalla Giunta e la continua interlocuzione con il governo abbiano sortito i giusti effetti. Con il ritiro dell’emendamento sui tagli all’editoria locale è scongiurato il rischio di chiusura di testate di grande rilievo tra le quali Primorski dnevnik, Novi glas e Novi Matajur”, ha commentato l’assessore regionale del Friuli Venezia Giulia alle Politiche comunitarie, Pierpaolo Roberti. “Le testate giornalistiche rivolte alle minoranze linguistiche – ha aggiunto Roberti – non hanno un bacino di lettori sufficientemente ampio da garantirne l’autosufficienza economica, proprio perché si rivolgono a una componente numericamente minoritaria della società. Allo stesso tempo, queste pubblicazioni rappresentano un punto di riferimento culturale per una comunità molto radicata in Friuli Venezia Giulia, quindi una ricchezza per il nostro territorio”.

Le testate all’estero
Un ragionamento che, aggiungiamo noi, mutatis mutandis si adatta perfettamente alla realtà delle testate italiane edite all’estero che consentono alle comunità italiane sia la realizzazione del diritto all’informazione in lingua materna, sia la fruizione di uno strumento fondamentale per la cura dell’identità, della cultura e della lingua italiane. Funzioni che le testate dell’Edit, tra le quali va citato il nostro quotidiano, assicurano da lunghi decenni a beneficio dei connazionali residenti in Croazia e Slovenia.
Pierpaolo Roberti ha colto l’occasione per precisare che nel caso l’emendamento fosse stato presentato e accolto, “la Regione sarebbe stata pronta a fare la propria parte per tutelare le testate edite in Friuli Venezia Giulia, così come sostiene le iniziative delle comunità linguistiche slovena e tedesca, ma – ha evidenziato – siamo felici che a livello nazionale sia stata compresa la rilevanza di queste realtà che, tra l’altro, forniscono un prodotto altamente professionale”.
“In questo modo – ha concluso l’assessore Pierpaolo Roberti – vengono opportunamente salvaguardati anche tanti posti di lavoro in un momento complessivamente non facile per l’editoria”.

Lo stop della Lega
Va ricordato che nei giorni scorsi la Lega aveva annunciato un freno all’iniziativa fortemente voluta dall’M5S. L’emendamento Varrica era così stato definito “irricevibile” da Alessandro Morelli, presidente della Commissione Trasporti della Camera. Anche il governatore del Veneto, Luca Zaia, si era schierato a favore del pluralismo dell’informazione, dando un’ulteriore conferma alla “lontananza” della Lega rispetto all’idea dei Pentastellati sul progetto di azzerare i fondi all’editoria. “Sento parlare tanto di fondi all’editoria. Dico solo che servono ad assicurare la funzione pubblica e civica dell’informazione. Esistono – aveva scritto Zaia in una nota – i social, ma noi abbiamo un rapporto diretto con la stampa, soprattutto nei momenti come questo, in cui non servono allarmismi né catastrofismi”.

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