Curriculum di storia tante le incognite

0
Curriculum di storia tante le incognite

FIUME | Il curricolo di storia non smette di alimentare discussioni nemmeno dopo la sua entrata in vigore. Il documento, firmato dal ministro delle Scienze e dell’Istruzione, Blaženka Divjak, è stato infatti pubblicato sulla Gazzetta ufficiale (Narodne novine 27/2019 del 20 marzo 2019). Uno degli obiettivi della riforma scolastica era quello di ridurre la mole di nozioni da apprendere a memoria. Si puntava cioè a favorire lo sviluppo, da parte degli alunni, della capacità di trarre conclusioni.

Nei mesi scorsi, ma ancor oggi, in merito al curricolo di storia ci sono state una marea di reazioni a causa di determinate scelte operate dagli autori, ma anche della mole di dati inseriti nel testo che, per contro, rendevano la materia molto più ampia di quella precedente. Per cercare di trovare un punto fermo nella marea di reazioni, ci siamo rivolti a due professori di storia, la preside della Scuola Media Superiore Italiana Dante Alighieri di Pola, Debora Radolović, e il direttore didattico della Scuola Elementare Italiana di Dignano, Corrado Ghiraldo, già titolare del Settore Educazione ed Istruzione della Giunta esecutiva dell’Unione Italiana.

«Temo la Maturità di Stato»

Debora Radolović, rilevando che in qualità di preside il suo compito è quello di seguire i docenti nel loro lavoro e che, dunque, non è impegnata direttamente nell’insegnamento, ha spiegato con un esempio quali dovrebbero essere i cambiamenti durante l’ora di storia. “Oggi entro in classe con un modulo e l’insegnante mi dice che sta svolgendo la 35.esima ora di un tema inerente al Medio Evo, in specifico al ruolo della Chiesa. Consultando il modulo che ho davanti, osservo che la 35.esima ora prevede esattamente questa lezione. Con il nuovo curricolo, entrerò in classe durante la 35.esima ora e osserverò che l’insegnante tratterà un argomento che avrà un esito volto a comprendere lo status del feudatario nel Medio Evo. Dunque – precisa la Radolović –, sono stati ribaltati i valori richiesti, la storia non sarà più solamente date e fatti, bensì anche concetti concreti. Con il nuovo curricolo si vuole sviluppare nei ragazzi una mentalità critica, atta ad analizzare i fatti e le conseguenze e, poi, trarne le conclusioni”.

Adeguare la formazione

Ciò che preoccupa particolarmente la preside Radolović “sono i test, che finora ci inviava l’Agenzia e che erano zeppi di domande inerenti a date e fatti. Adesso sembra che i ragazzi dovrebbero scrivere un saggio, invece di risolvere il test. Ma come prepararli a questo? Personalmente, temo la Maturità di Stato. Quello di storia – rileva la preside della SMSI Dante Alighieri di Pola – è sempre stato un esame molto difficile, pieno di dati differenti. Ora si dovrà cambiare del tutto l’approccio”.
Radolović tiene a sottolineare che tutti gli insegnanti e professori partecipano ai corsi d’aggiornamento, anche tramite le Aule virtuali. “Questi cambiamenti però – fa presente –, da quanto mi è dato sapere – non sono troppo bene accetti. Serviranno un paio d’anni, perché il tutto ingrani come si deve. Un grosso problema, poi, sembra essere stato del tutto ignorato: le nostre Università continuano a sfornare insegnanti e professori istruiti secondo il vecchio sistema, cioè quello attualmente in vigore. Se dal prossimo anno scolastico si dovrà insegnare in maniera differente, con un approccio diverso, secondo me andrebbe adeguato anche il modello di formazione dei futuri insegnanti, perché siano abilitati fin da subito a trasmettere il sapere e a indurre deduzioni secondo le nuove norme curricolari”.

Tempi troppo stretti

Il preside della SEI di Dignano, Corrado Ghiraldo, è del parere che “le cose non siano troppo chiare”. “Dai colleghi che partecipano ai seminari, inclusi quelli della maggioranza, ho appreso che non sono troppo convinti di questa riforma. Anche per ciò che concerne gli editori, da quel che ho sentito non sanno quando riusciranno a stampare i nuovi libri di testo di storia. Ciò che mi preoccupa maggiormente, però, è una frase che è stata ripetuta più volte agli insegnanti che hanno partecipato ai seminari: ‘L’alunno discuterà in classe e trarrà le debite conclusioni su un evento storico appreso il giorno prima, studiando a casa’. Finora i compiti a casa si facevano dopo la lezione, ora sembra che la precederanno”.
“Secondo me tutta la riforma scolastica è stata fatta in fretta e furia – considera pertanto Ghiraldo –. C’è stato un completo stravolgimento del metodo classico d’insegnamento. Discorrendo con i direttori didattici e gli insegnanti delle scuole in cui la riforma curricolare viene attuata in via sperimentale, la maggior parte mi ha detto di aver svolto un’enorme mole di lavoro e di essersi pentita di aver aderito alla fase sperimentale”.

Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.

L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.

No posts to display