Scelta del partner strategico. Coinvolgere il 3. maj

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Scelta del partner strategico. Coinvolgere il 3. maj

ZAGABRIA | “L’anno scorso i contribuenti hanno pagato 2,5 miliardi di kune per far fronte agli obblighi derivanti dalle garanzie date per le navi commissionate all’Uljanik e la cui costruzione non è mai avvenuta e mai avverrà. Al contempo, e lo avevamo detto già tempo fa, gli obblighi finanziari prevedono il pagamento di un ulteriore miliardo di kune il cui versamento è iniziato nel gennaio di quest’anno. Infine, bisogna tenere conto anche della commessa rescissa unilateralmente dall’armatore nei giorni scorsi rispetto alla quale il nostro auspicio è di riuscire ad annullare le garanzie emesse dallo Stato”. A tracciare il quadro tutt’altro che roseo, che conferma la forte incidenza che la crisi del Gruppo Uljanik avrà sul capitolo spese del Bilancio dello Stato, considerato che dall’Erario dovranno essere versati complessivamente circa 6 miliardi di kune, è stato ieri il ministro delle Finanze, Zdravko Marić. Per rendere più chiaro l’impatto finanziario, il titolare delle Finanze ha spiegato che prendendo soltanto i 2,5 miliardi pagati nel 2018 sarebbe stato possibile assicurare, ad esempio, 15mila euro a ogni neonato. “C’è che si è preso la cura di calcolare quanti indennizzi si sarebbero potuti versare disponendo di quest’importo, o a quanto sarebbero ammontati i finanziamenti destinati alle scuole, agli asili o per la costruzione del ponte di Sabbioncello. A una conferenza fiscale un giornalista ha diviso i 2,5 miliardi pagati nel 2018 con il numero di bambini nati in Croazia nel corso dell’anno ed è emerso che ciascuno di loro avrebbe potuto ricevere dallo Stato 15mila euro”, ha affermato il ministro Marić, che ha confermato le previsioni riguardo ai pagamenti a titolo di garanzie protestate quest’anno, spiegando che l’importo potrebbe raggiungere i 4 miliardi di kune. Tanto però sembra non essere sufficiente a fare sì che i nomi delle società interessate a una partnership strategica con il Gruppo Uljanik – ruolo che stando a quanto puntualizzato martedì comporta il versamento di almeno 400 milioni di euro da destinare all’attuazione del piano di ristrutturazione che pesa complessivamente 800 milioni di euro – siano resi pubblici. Nonostante le insistenze dei giornalisti al termine dell’incontro avvenuto martedì a Zagabria nella sede del Ministero dell’Economia il presidente della Direzione del Gruppo Uljanik ha preferito mantenersi sul vago e dire soltanto che “sono giunte alcune offerte” senza precisare nemmeno il loro numero.

Ieri intanto da Fiume il presidente del Comitato sindacale per la salvaguardia del 3. maj Juraj Šoljić ha reso noto che i lavoratori del cantiere di Cantrida hanno proposto tre persone di loro fiducia come loro rappresentanti nel team competente per l’analisi e la valutazione delle offerte pervenute per l’Uljanik e il 3. maj. Non ha però fatto i nomi dei tre candidati, limitandosi a evidenziare che “godono della piena fiducia del Comitato sindacale” e che si aspetta dall’Uljanik l’accoglimento della proposta. “Auspichiamo inoltre che vengano esaminate e valutate tutte le offerte pervenute e che non vengano scartate quelle rilevanti per il futuro del 3. maj”, ha detto Šoljić, che ha voluto ringraziare il ministro dell’Economia, Darko Horvat, il quale si è impegnato a fare il possibile affinché non venga proclamato il fallimento del cantiere di Cantrida, dove i lavoratori sono in attesa di due stipendi arretrati. Il sindaco di Fiume, Vojko Obersnel, intanto ha confermato di aver richiesto al Dipartimento competente di presentare al cantiere 3, maj e ad altre due società del Gruppo la richiesta di pignoramento dei mezzi dovuti a titolo di pagamento per l’indennità comunale e altri obblighi materiali non onorati.

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