Delibera spiagge: fischi dentro e fuori dall’aula consiliare

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Delibera spiagge: fischi dentro e fuori dall’aula consiliare

Concessioni sì, concessioni no, concessioni nì: alla fine è (stata) questione di numeri. Tredici consiglieri della maggioranza (IDS-DDI e gruppo) hanno votato a favore dei due piani (annuale e triennale) sulle modalità di rilascio delle concessioni demaniali marittime, 9 consiglieri dell’opposizione (Socialdemocratici e Barriera umana) hanno votato contro, mentre i tre consiglieri dell’HDZ hanno preferito dichiararsi astenuti. Martedì sera, dunque, l’epilogo della contestazione. Sul caso spiagge tutto è stato detto e di più, ma in sede consiliare sia le accuse che le apologie si sono spinte all’estremo per raggiungere lo zenit in corrispondenza del momento del voto. Nel mentre giù in piazza i manifestanti arruolati dall’iniziativa civica “Amo Pola” non hanno smesso di gridare la propria indignazione per le decisioni che si stavano prendendo in aula.

Assessorato: «Le spiagge restano aperte»

Queste le posizioni. Ingrid Bulian dell’assessorato all’Edilizia ha cercato innanzitutto di minimizzare la portata delle 400 e passa osservazioni scaturite in sede di consultazioni elettroniche: “I due piani non sono altro che un quadro normativo, una definizione delle possibilità di future concessioni che in questa sede né si definiscono né si autorizzano. Le spiagge rimangono aperte al pubblico, né saranno ammesse recinzioni di sorta, e questo lo dicono a chiari termini entrambi i documenti. Anche in passato delibere analoghe erano state varate dal Consiglio municipale. Bisogna inoltre sapere che la Città di Pola nel 2018 ha investito 2,2 milioni di kune nelle spiagge pubbliche, di cui 600.000 soltanto nella manutenzione degli impianti e quindi in riparazioni, ristrutturazioni e recupero. Il fine è quello di guadagnarci qualcosa, e in tal senso le posizioni dei contestatori e dell’amministrazione cittadina, in realtà, non si discostano nell’essenza come potrebbe sembrare, ma differiscono piuttosto nella definizione del momento opportuno per decidere. Ma ripeto, i piani non sono decisioni con efficacia operativa: se e quando vi saranno dei concessionari, lo si deciderà in un secondo momento” – ha detto la Bulian.

Per l’SDP il testo è da prima elementare

Danijel Ferić (SDP) non ha perso l’occasione per prendersela con l’ex alleato ora inviso, il sindaco Miletić: “Il testo della delibera è a livello di un compito di scuola elementare: non offre alcun parametro certo in termini matematici di superfici, né stime attendibili dell’utile e dei ricavi per l’amministrazione civica. In compenso non fanno che ripetere pappagallescamente che non ci saranno recinti in spiaggia. Non ce ne saranno, va bene, ma questo non vieta che ci facciano pagare l’accesso alla spiaggia”, ha concluso Ferić, per poi giudicare scandalosa la decisione di togliere Bonarina all’Autorità portuale (la quale bene o male reinveste nella costruzione delle banchine in Riva) per darla a imprenditori privati che invece tratterranno gli introiti per sé. “Mi chiedo perché il sindaco non ami i propri concittadini, perché non li ascolti e perché ignori la loro manifestazione di malcontento. Perché non gli ha mai concesso il privilegio di esprimere le proprie opinioni con un referendum? Di questo passo un danno tira l’altro e il sindaco passerà alla storia come un incapace e soprattutto come una persona che ha fatto danni”.
Meno focoso ma ugualmente perplesso Mirko Jurkić (HDZ): “Evidentemente i tempi cambiano, ormai si rincorre il guadagno a tutti i costi. Mi chiedo perché mai dare Bonarina in concessione, dopo tutto. Mica siamo obbligati a farla fruttare a tutti i costi, se oggi funziona ugualmente bene così com’è. In secondo luogo, s’insiste a presentare i piani come un obbligo legislativo nei confronti del competente Ministero, ma non è vero che siamo in obbligo di agire in questa maniera. Se decidiamo di non dare le spiagge in concessione, non abbiamo obblighi nei confronti dell’autorità governativa. Sul serio: perché tutte queste concessioni? Limitiamoci a cinque, per dire, e non andiamo oltre. Abbiamo bisogno di compromessi e non di casi limite”.
Valter Boljunčić (IDS-DDI, HSU, Verdi) ha ribadito le posizioni chiave della maggioranza: “I due piani sono dei documenti quadro e non hanno poteri esecutivi concreti, nessuna singola concessione deriva da queste disposizioni che sono solo preliminari. Eventuali concessioni, se ce ne saranno, verranno vagliate attentamente a tempo debito da questo medesimo organo deliberativo. La Regione istriana ha sin qui rilasciato una quarantina di concessioni per le spiagge dell’Istria e non ci sono stati problemi di sorta. Tutte le spiagge restano accessibili a tutti, proprio come succedeva finora, quando la concessione non si chiamava ancora concessione ma ‘delibera di occupazione demaniale’. Quel che cambia è solo la possibilità di estendere la durata delle autorizzazioni da 1 o 5 a 10 o 20 anni, ma questo è un bene – ha concluso il consigliere – perché nessun concessionario vuole investire seriamente nelle spiagge se ha paura di perdere l’attività alla scadenza del contratto”.

Più concessioni meno denaro

Per Sanja Radolović (SDP) “il piano è un esempio clamoroso di come la Città danneggi sé stessa, se è vero, com’è vero, che finora con meno concessioni si guadagnava di più di quanto si pensa di guadagnare in futuro moltiplicando senza freni le autorizzazioni demaniali”. I fatti parlano chiaro, asserisce la socialdemocratica Radolović: “Secondo le stime dei piani con 17 concessioni guadagneremo 127 milioni di kune, mentre oggi ne guadagnamo 285 milioni con sole 4 autorizzazioni. Qua c’è qualcuno che non sa far di conto, oppure lo sa fare eccome, ma col fine di danneggiare i conti pubblici”. Dello stesso avviso il collega di partito Radenko Ognjenović: “Sempre più concessioni e sempre meno soldi in cassa: ma chi è il furbo che fa le riforme per rimetterci? Qualcuno mi spieghi questa singolare equazione: ‘meno del meno mi da più’ perché io proprio non c’arrivo”. Chi c’arriva è invece un altro consigliere dei socialdemocratici della nuova generazione, Siniša Gordić: “Ma chi parla di recinti? Non servono mica recinzioni per far pagare ai bagnanti la postazione in spiaggia: saranno come quelli dei parcheggi che si piazzano in strada e ti fanno il biglietto: chi vorrà ‘posteggiare’ in spiaggia paghi, gli altri via”.
Detto questo è tornata a farsi udire la maggioranza, e in particolare Ardemio Zimolo, a suo dire stanco di sentirsi dare del traditore: “Ho sopportato in silenzio e con dignità i fischi che mi sono stati rivolti perché so di votare secondo coscienza per il bene di Pola, come ho sempre fatto e come sempre farò. Non ci sono pressioni sui consiglieri, non ci sono lobby che dirigono il nostro voto, nessuno ci spinge a fare ciò che non vorremmo fare, si vota con la consapevolezza di fare del bene per la città”. Quanto al sindaco, Miletić si è limitato a confessare la sua incapacità di comprendere l’opposizione che, l’anno scorso, due e tre anni fa, aveva votato gli stessi documenti senza obiezione di sorta: “Ora che vi prende? Di colpo non vanno più bene? Per quale motivo? Da una delibera di carattere puramente tecnico si costruisce un mostro che non esiste. Gli anni passati nessuna osservazione, oggi il putiferio. In politica ci vuole anche coerenza, signori, e voi non ne avete”.
In proseguimento di sessione, i consiglieri hanno deliberato sull’orario di apertura dei locali di ristoro, sugli importi forfettari per gli affittacamere, sulla futura sede per il Centro cerebrolesi che sorgerà in via Divković in Siana, nonché sul finanziamento dei partiti politici con esponenti in Consiglio. In chiusura anche un’ampia rendicontazione e argomentazione sulle onorificenze municipali, che sono state tutte approvate. Verranno assegnate a Fulvio Juričić, Boris Juričić, all’Istituto regionale di medicina d’urgenza, nonché a Oliver Dragojević (postumo) e Irena Zavrl.

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