Rigassificatore galleggiante: cassati tutti gli emendamenti

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Rigassificatore galleggiante: cassati tutti gli emendamenti

ZAGABRIA | Braccio di ferro al Sabor sulla legge voluta dal governo per creare le condizioni giuridiche necessarie alla realizzazione del rigassificatore galleggiante a Castelmuschio (Omišalj) sull’isola di Veglia. Il Partito socialdemocratico si è fatto portavoce delle istanze delle autorità locali e regionali, nonché delle numerose associazioni civili dell’area quarnerina che si oppongono all’impianto considerato dannoso per l’ecosistema e quindi per il turismo. 

Ostruzionismo dell’SDP

Il principale partito del centrosinistra pertanto ha giocato al Parlamento la carta dell’ostruzionismo presentando ben 360 emendamenti nell’intento di modificare la bozza di legge presentata in Parlamento dall’Esecutivo con procedura d’urgenza. Il dibattito in Aula è stato infuocato. I socialdemocratici hanno rilevato di non essere contrari alla realizzazione di un rigassificatore sulla terraferma, ritenuto necessario per diversificare l’approvvigionamento energetico. Ma su quello galleggiante si sono detti pronti a erigere barricate, come del resto tutto il centrosinistra e gli ambientalisti.
Soltanto 19 deputati hanno preso parte al dibattito sulla discussa Legge sul rigassificatore offshore, la cosiddetta Lex GNL. Nonostante l’Emiciclo nella mattinata di ieri fosse semideserto, il confronto tra la maggioranza e l’opposizione, come rilevato, è stato aspro. Alcuni deputati socialdemocratici hanno fatto ascoltare all’Aula le registrazioni delle lamentele degli abitanti dell’isola di Veglia contrari al progetto. Non hanno desistito neppure quando il presidente del Sabor, Gordan Jandroković, ha minacciato di espellerli dall’Emiciclo. Hanno semplicemente cambiato tattica. Invece di lasciare scorrere l’audio sugli altoparlanti dei loro smartphone, i deputati dell’SDP, tra i quali il capogruppo Arsen Bauk e Nenad Stazić, hanno indossato le cuffie e poi ripetuto ad alta voce le critiche espresse dai contestatori del terminal. 

Gli interessi della nazione

Il presidente dell’SDP, Davor Bernardić, a sua volta, ha sollecitato la maggioranza a tenere conto degli interessi della nazione e non di quelli di singole lobby. “Ritirate questa proposta di Legge. Dimostrate di non essere implicati nella stesura di questa Legge, alla quale, probabilmente, come nel caso della Lex Agrokor, ha lavorato un nuovo gruppo Borg”, ha detto il leader dell’SDP.
Scettica in merito al progetto, perlomeno ad alcuni aspetti del medesimo, si è detta Ines Strenja Linić. La deputata fiumana eletta nelle file del Most ha notato che un progetto che avrebbe dovuto rappresentare un’opportunità di sviluppo rischia di trasformarsi in una minaccia ecologica e sanitaria. Ha contestato l’intenzione di concedere ai privati il diritto di gestire il futuro terminal per 99 anni. Ha proposto di limitare la durata della concessione a 40 anni. Inoltre ha chiesto che il ciclo per la manipolazione del metano sia di tipo chiuso e non aperto, per evitare la contaminazione del mare con il cloro. 

Un progetto ecocompatibile

“Il terminal GNL costituisce un interesse strategico del Paese. Tuttavia, è necessario che il progetto abbia una giustificazione economica, che sia ecocompatibile e che non costituisca una minaccia né per la salute delle persone né per il turismo”, ha notato Ines Strenja Linić. Alla fine tutti i 380 emendamenti dell’opposizione, tra cui i 360 dell’SDP, sono stati cassati senza pietà dalla maggioranza di governo. La votazione della Lex GNL è prevista per mercoledì prossimo. A questo punto, visti i numeri sugli emendamenti, l’approvazione della normativa che dà via libera al rigassificatore galleggiante sembra pressoché scontata.

Più competitivo il gas russo

E mentre in Parlamento maggioranza e opposizione si davano battaglia, in merito al progetto del futuro rigassificatore si è pronunciato pure l’Ambasciatore russo a Zagabria, Anvar Azimov. Ha rilevato che Mosca non ha nulla da ridire sulla possibilità che a Veglia sia realizzato un terminal GNL. Tuttavia, ha rilevato che il prezzo del gas importato sfruttando il rigassificatore non potrà mai essere competitivo, rispetto a quello del metano fornito dal suo Paese. Azimov ha ricordato che quest’anno la Russia fornirà alla Croazia due miliardi di metri cubi di gas naturale. Una quantità equivalente a circa il 60 p.c. del fabbisogno del Paese.

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