Pola. Il malcontento cresce. Si protesta ad oltranza

0
Pola. Il malcontento cresce. Si protesta ad oltranza

POLA | In attesa di buone nuove da Zagabria e della paga. È questo in sintesi il clima in cui è trascorso il sesto giorno di sciopero dei lavori del cantiere navale Scoglio Olivi per la mancata corresponsione delle mensilità di luglio, motivo principale della misura sindacale in atto. I lavoratori chiedono a gran voce pure le dimissioni della Direzione del Gruppo Uljanik, del quale fa parte anche lo stabilimento fiumano 3. maj, che pure vede i cantierini astenersi dal lavoro.

Aspettando il sindaco Miletić

Mentre gli otto pullman partiti da Pola erano sulla strada per Zagabria con a bordo circa 400 cantierini, il resto dei dipendenti ha continuato con lo sciopero. Nonostante il suggerimento dei vertici sindacali, anche ieri i dipendenti hanno dato vita a un corteo di protesta lungo le strade del centrocittà. Al loro fianco anche familiari e residenti che hanno fatto lievitare il numero dei manifestanti a circa mille persone. La prima tappa, come avviene ormai da giorni, è stata in piazza Foro dove i manifestanti hanno chiesto di parlare con il primo cittadino, Boris Miletić, ma Aleksandar Matić, a capo del’Ufficio del sindaco, li ha informati che il suo superiore era fuori sede. L’ufficio stampa del Municipio ci ha poi confermato che Miletić si trovava a Zagabria, ma senza fornire alcun dettaglio riguardo agli impegni che il sindaco di Pola e presidente della DDI aveva nella capitale. Boris Miletić sarà a Zagabria anche oggi dove insieme al presidente della Regione istriana, Valter Flego, incontrerà il ministro all’Economia, Darko Horvat. All’ordine del giorno dell’incontro, ovviamente, la questione Uljanik. Stando a un comunicato della Regione, Flego e Miletić chiederanno al capodicastero che ai dipendenti del Gruppo vengano versati quanto prima gli stipendi per luglio. Altresì rinnoveranno l’appello al governo di prendere tutte le misure necessarie per la salvaguardia della cantieristica e dei posti di lavoro nel settore.

HDZ: «Dov’è Jakovčić?»

La fine del corteo lungo il centro ha coinciso con una conferenza stampa convocata dalla sezione polese dell’HDZ, alla quale hanno partecipato Marija Slišković, a capo della sezione cittadina del partito, e Petar Ćurić, consigliere municipale il quale se l’è presa in primo luogo con la Dieta Democratica Istriana. “Secondo le informazioni in mio possesso sarebbero stati i vertici della DDI a consigliare i sindacalisti di protestare a Zagabria per far ricadere la colpa della crisi nella quale versa l’Uljanik sul governo”, ha affermato. “Quello del partito al governo in Istria è un tentativo di sfuggire dalle proprie responsabilità. Per quel che concerne la Direzione del Gruppo Uljanik ci chiediamo in che cosa si sia impegnata in questi sette mesi, ovvero da quando è stato concesso il mutuo di cui si è fatto garante il governo?”, ha aggiunto Ćurić. Marija Slišković si è chiesta dove sia finito Ivan Jakovčić, già presidente della DDI e attualmente europarlamentare eletto in quota Dieta, così attivo nei giorni precedenti lo sciopero e che fino a poco tempo fa faceva parte del Comitato di vigilanza della ditta di Končar che di recente è stata multata in Finlandia.

Appoggio ai lavoratori

“Ai lavoratori va tutto il nostro appoggio. Ma non soltanto a loro, bensì anche alle piccole aziende e agli artigiani che fanno parte dell’indotto. Alcuni di essi hanno svolto il proprio lavoro, ma non sono stati pagati dall’inizio di quest’anno. La responsabilità è della Direzione che si rivolge a un’azienda di consulenza, l’Arsenal, della quale fanno parte i manager del Gruppo Uljanik. Ovvero consigliano sé stessi”, ha aggiunto la Slišković, che ha fatto presente che dal 1992 a questa parte lo Stato ha investito 8,5 miliardi di kune nel cantiere 3. maj e 4,4 miliardi nell’Uljanik. Sia la Slišković sia Ćurić hanno avuto da ridire anche sul sovvenzionamento dei libri di testo per i figli dei dipendenti deciso venerdì scorso da Miletić. “Il gesto in sé va lodato, ma quando noi avevamo proposto lo stesso non siamo stati ascoltati. Ci sono anche altri bambini in condizioni disagiate, non soltanto i figli dei dipendenti dell’Uljanik”, hanno detto.

I lavoratori stranieri

Intanto la Direzione del Gruppo Uljanik, mediante un comunicato stampa, ha voluto chiarire la situazione sulla manodopera straniera che dovrebbe venire ingaggiata per ultimare i lavori al cruiser per le acque polari in fase di costruzione. “Si tratta di manodopera presente in cantiere già dall’inizio dell’anno e che è sulla lista paga della compagnia che ha commissionato la nave”, si legge tra l’altro nel comunicato.

Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.

L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.

No posts to display