Se n’è andata per sempre una delle «Voci nostre»

0
Se n’è andata per sempre una delle «Voci nostre»

ROVIGNO | È una giornata di lutto per la CNI e per la Comunità degli Italiani di Rovigno in particolare. È venuto a mancare domenica scorsa Vlado Benussi (1949), cantautore, maestro di coro, compositore, chitarrista, produttore e studioso appassionato del folclore rovignese. È venuto a mancare dopo cinque mesi trascorsi all’ospedale di Fiume dopo quel terribile incidente successogli lo scorso marzo. Il 20 settembre avrebbe compiuto 69 anni. Lascia addolorati la moglie Biba, con la quale ha condiviso pure la vita artistica, e il figlio Samuel, oltre che un vuoto incolmabile in ambito alla Comunità Nazionale Italiana tutta, e nella sua Rovigno. Persona versatile, sensibile, gentile, paroliere, compositore, arrangiatore, produttore, chitarrista, musicologo e ricercatore. Vlado si è speso a tutto tondo, oltre che nell’ambito dell’insegnamento – si era laureato in fisica e lingua italiana presso l’Università di Pola e insegnava alla SEI di Rovigno “Bernardo Benussi” – pure in campo musicale artistico, a più livelli, lasciando in eredità un contributo sostanzioso quanto prezioso per la sua città natale, e non solo. Autore della monografia “Şi bitinade d’ucaşion”, della raccolta di fumetti “Stuòrie” e dell’opera “La viecia batana”, nel corso degli anni ha ottenuto numerosissimi premi sia per la poesia che per la musica e il teatro anche nell’ambito del Concorso Istria Nobilissima. Per le sue molteplici attività gli furono assegnati anche i Premi “Antonio Pellizzer” e “Rudi Palisca”. Era considerato una delle più importanti autorità musicali nell’ambito della Comunità Nazionale Italiana.

La musica, una passione eterna

La passione per la musica lo aveva contagiato fin da giovanissimo. “Io provengo da una famiglia canterina – aveva dichiarato in un’intervista al nostro quotidiano –. Ho iniziato a cantare da piccolissimo, prima a casa, poi nel coro della SE, quindi in quello del Ginnasio e della Comunità degli Italiani di Rovigno. Il canto corale, questo modo di concepire la musica, è la mia passione e credo che quattro voci di tessitura diversa possano esprimere tutto un mondo di sentimenti”. Per parecchi anni dirigerà il Coro della CI locale “Marco Garbin” e il coretto dell’asilo “Naridola”.
Risale al 1963 la sua prima canzone e la “militanza” nel complesso “Le perle”, divenuto poi “I cannibali” e ancora “Vlado e i cannibali”. Membro delle band “The taste of life, “ARP”, “Duo Jolly”, negli anni ’70 del secolo scorso fonda e dirige “Le quattro colonne” complesso che coltiva il repertorio gospel, spiritual e canzoni popolari rovignesi; e infine il complesso “Biba, Vlado & Ricky” volto a valorizzare il dialetto della vecchia Rovigno tramite le tante canzoni composte da Vlado.

Canzoni per l’infanzia e «Zecchino d’oro»

Grande è il contributo dato da Benussi al mondo dell’infanzia, con le sue tantissime canzoni scritte per i più piccoli, spesso premiate al Festival per l’infanzia “Voci nostre”, dovuto all’Unione Italiana. “Per quanto riguarda le canzoni per l’infanzia ho cominciato a scriverle alle elementari, in ottava classe. Il cantare dei bambini – spiegava l’autore – mi porta continuamente in un mondo, quello dell’infanzia, che credo tutti vorrebbero rivivere. Vivere i loro momenti, le loro emozioni, capire le loro ragioni e poi tentare di metterle su carta, è una cosa meravigliosa. Molte delle mie canzoncine per l’infanzia, scritte pure con l’aiuto di mia moglie Biba, anche lei musicista, riflettono in un certo senso anche la crescita di mio figlio, ormai grande, le cui reazioni, comportamenti ecc. mi hanno fornito gli spunti per non poche canzoni”. Ricordiamo che nel 1993 la sua canzone per bambini intitolata “La barchetta di carta”, interpretata da Alba Nacinovich, arrivò seconda allo “Zecchino d’oro”.

L’amore per le bitinade

Imbevuto dall’amore per la sua città, Benussi non ha potuto esentarsi da uno studio approfondito della bitinada, tipico canto popolare rovignese. “Si presume che l’origine di questo stile musicale sia popolano – spiega Benussi nel suo saggio -, nato dall’impossibilità di suonare degli strumenti musicali all’atto di svolgere i lavori legati alla pesca, per cui un solista veniva accompagnato da voci imitanti strumenti, il tutto in un’improvvisazione spontanea di variazioni timbriche e ritmiche. La capacità di creare un’armonia non semplice per una prestazione di tipo prettamente popolare, risiede nella ricca tradizione musicale rovignese, da secoli tramandata con la concomitanza di una forte presenza di musicisti dilettanti tra la popolazione”.
Il saggio “La batana fa cent’anni” lo dedicherà alla “Vecia batana”, bitinada simbolo di Rovigno. Con tale saggio, – premiato a “Istria Nobilissima” –, corroborato da incisioni e spartiti, la bitinada è stata “fissata” nel puzzle culturale della bella Rovigno.
Pluripremiato al Concorso d’arte e cultura Istria Nobilissima, nel 2009 gli viene assegnato il primo premio per la suite “Fantasia rovignese”, affettuoso e sentito omaggio alla sua città natale. Come unanimamente riconosciuto dal giurì, il brano “… mira a promuovere il recupero e la diffusione della specifica eredità musicale degli italiani dell’Istria e del Quarnero, coinvolgendo possibilmente, le forze che operano in seno alla CNI. In questo caso le compagini corali”. In quella composizione c’è tutta Rovigno, con la sua bellezza, musica, storia, tradizioni, gli antichi mestieri i colori e i sapori… “Una specie di monumento musicale popolare alla sua città. Si tratta di una suite in sei movimenti per formazioni corali varie “che vuole valorizzare il patrimonio musicale e il favellar rovignese, oggi più che mai esposto alle influenze di un idioma globalizzante, che ne corrode e inquina l’originalità. Il primo movimento è un invito, rivolto al pescatore, al contadino, ‘al sapadur’, come a tutti, di parlare, di usare questo vernacolo, per appunto, preservarlo. Il secondo movimento è fatto sul genere delle ‘arie da contrada’, tipico canto rovignese a due o tre voci che le fanciulle intonavano sui balconi, o negli slarghi dei vicoli dove uscivano per preparava da mangiare, o per ricamare, siccome in casa c’era poca luce. Il terzo movimento è ‘un’aria da nuoto”, ossia un’ aria da notte, un notturno, che i maschi, non più di tre o quattro, intonavano sotto le finestre delle loro belle o sotto le volte della vecchia Rovigno. Il quarto brano parla dell’antico mestiere del contadino ormai in decadenza ‘perché mancano le forze, e che si può fare?’, dice il testo, mentre il penultimo movimento è una ‘barcarola’; un inno alla città di Rovigno, con i suoi campanili, le sue barche, la sua bellezza. Concludo con un brano dedicato alla terra istriana, alla sua non facile storia, al tanto sangue versato per ottenerla, ai suoi personaggi illustri”.

Vlado Benussi è l’autore dei testi dei primi quattro movimenti mentre per gli altri due usa i bellissime versi, rispettivamente di Giusto Curto e di Matteo Benussi.
Il musicista ha inciso alcuni cd tra cui “Butemola in canto” con Biba Benussi e i cantori della CI di Rovigno. È autore della cantata “Cantime marinar”, per orchestra sinfonica e due voci soliste, e di tre commedie musicali “Oûna miteîna ∫utalateîna” trasmessa su TV Capodistria, “A Figarola” e “Viècia Rovigno”.
Vlado Benussi, il cantore di Rovigno, con la sua passione, il talento e l’onestà, ha lasciato un segno importante nella vita musicale della sua città natale, dell’Istria e oltre, destinato a durare nel tempo. La data dei funerali di Vlado Benussi sarà comunicata in seguito.

Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.

L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.

No posts to display