D’obbligo costruire lo stadio nazionale

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D’obbligo costruire lo stadio nazionale

ZAGABARIA | Lo stadio nazionale si farà. Stando agli esponenti dell’Esecutivo, dopo il successo in Russia della nazionale guidata da Zlatko Dalić, non vi sono dubbi sulla necessità di realizzare un impianto calcistico nazionale degno di tale nome. Sull’onda dell’euforia che ha travolto l’intero Paese anche la politica si adegua e promette la realizzazione di un nuovo stadio che sia in linea con i fasti della seconda nazionale di calcio al mondo. C’è chi fissa già date e tempistiche come il ministro del Patrimonio pubblico Goran Marić, secondo il quale “se ci mettiamo d’impegno nel giro di tre anni lo possiamo realizzare”. Perché “la costruzione dello stadio nazionale non è solo un’idea, ma una necessità”. A chi nei giorni scorsi aveva messo in dubbio la reale necessità di realizzare l’opera, suggerendo magari di spendere i soldi a favore dello sviluppo delle infrastrutture calcistiche in tutto il Paese, il ministro ha risposto che una cosa non esclude l’altra. Ovvero “se razionalizziamo bene le nostre disponibilità possiamo realizzare entrambi i progetti”. “Lo Stato spende ingenti somme per molte cose, alcune delle quali spesso sono inutili. Dobbiamo metterci un pizzico di razionalità e daremo vita a entrambi le iniziative”, ha dichiarato il ministro.

Luce verde dal dicastero delle Finanze

Favorevole si è detto anche chi tiene le chiavi della cassaforte, ovvero il ministro delle Finanze Zdravko Marić, che però è apparso un po’ più cauto rispetto al suo collega. “Come funzionario del governo, non spetta a me pronunciarmi sulla costruzione di uno stadio di calcio. Personalmente sono un grande appassionato di sport e penso che sarebbe bene costruirlo. Ma dobbiamo guardare alla sostenibilità economica e finanziaria dello Stato e anche agli investimenti nell’infrastruttura sportiva complessiva”, ha dichiarato Marić, secondo il quale bisogna impegnarsi a realizzare più campi da gioco per i bambini, investire nell’educazione e anche negli stipendi degli allenatori e del personale tecnico. “Nell’ambito delle nostre possibilità – ha sottolineato – bisogna individuare le priorità. È nostra responsabilità come governo definire quali siano”.

Un successo che infonde ottimismo

Saltare sul carro dei vincitori è una prassi storica e la politica non ne è immune. Destra, sinistra, centro, stanno tentando di migliorare il proprio rating facendo a gara a chi tifa di più. Nulla di male, ci mancherebbe, se poi il successo della nazionale si trasferisse anche nelle stanze dei bottoni con risultati simili anche in altri settori della vita pubblica. Certo è che la nazionale ha svolto un ruolo di collante, ovvero ha unito popolazione croata ponendo le basi per una “nuova” fase, per un rilancio dell’orgoglio nazionale per un impegno collettivo che sia inclusivo e non divisivo. “Abbiamo bisogno di ottimismo, abbiamo bisogno di unità. Quello che ha fatto la nazionale di calcio ha dimostrato che la Croazia può essere unita. Insieme possiamo andare nella giusta direzione”, ha dichiarato il vicepremier e ministro dell’Agricoltura Tomislav Tolušić, rispondendo alla domanda su come il Paese possa trarre profitto dall’umore positivo creato dalla nazionale. “Non importa – ha proseguito – in che modo il governo possa trarre profitto da questo successo; l’importante è che riesca a trarre profitto a giovamento della Croazia e dei suoi cittadini. Possiamo sempre fare meglio. Ci sono molte cose che stanno andando alla grande e penso che tutti dobbiamo spingere nella stessa direzione”. Parole certo condivisibili che speriamo non rimangano soltanto un pio desiderio e si riesca a centrare l’obbiettivo, proprio come l’hanno fatto i ragazzi di Dalić.

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