Lavoro. Si fa sentire la carenza di stagionali

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Lavoro. Si fa sentire la carenza di stagionali

ZAGABRIA | La stagione turistica in Croazia di fatto è già iniziata alla grande, ma il problema principale, quello della carenza di manodopera, è tutt’altro che risolto. Il direttore generale dell’Associazione croata degli imprenditori, Davor Majetić, ha ribadito ieri che la situazione si sta facendo sempre più allarmante. Semplicemente ai concorsi per i posti di lavoro vacanti non si presenta nessuno o quasi. Nei giorni scorsi i datori di lavoro hanno lanciato un appello al governo di Zagabria affinché apra le porte alla manodopera straniera, ovvero aumenti le quote a disposizione degli imprenditori per l’assunzione di lavoratori, in particolare di stagionali, d’oltreconfine. Ma l’Esecutivo è rimasto sordo a tutte le invocazioni e ha invitato a reperire la manodopera necessaria sul mercato interno, anche a costo di assumere a metà orario i pensionati.
Nulla da eccepire a questa esortazione. Gli imprenditori assicurano di essere disponibile a dare la precedenza ai disoccupati iscritti sulle liste di collocamento in Croazia. Però, come ha rilevato Davor Majetić, nessuno si presenta ai concorsi; gli uffici di collocamento non sono in grado di assicurare ai datori di lavoro la manodopera necessaria. Un fatto questo di cui, ha aggiunto con un pizzico d’ironia il direttore generale dell’Associazione croata degli imprenditori, andrebbe informato anche il primo ministro. Gli addetti degli uffici di collocamento, ha spiegato Davor Majetić, sanno benissimo qual è la situazione sul mercato del lavoro. E questa è semplicemente tragica: non soltanto nessuno si presenta ai concorsi, ma nessuno nemmeno s’informa per chiedere quali siano le condizioni che vengono offerte, quale sia lo stipendio che potrebbero percepire. In altri termini l’interesse per rimboccarsi le maniche è zero o quasi.

Stranieri. Troppo pochi i permessi

L’industria dell’ospitalità rischia di ritrovarsi pertanto in una situazione drammatica e questo nonostante il turismo rappresenti ben un quinto del potenziale economico del Paese. Quest’anno il governo ha assicurato 65.100 permessi per l’assunzione di lavoratori stranieri, di cui ben 15mila a favore del settore turistico. La cifra può sembrare elevata, ma in realtà è nettamente inferiore alle necessità del comparto. Dall’altro lato sulle liste di collocamento figurano 4mila operatori turistici disoccupati. La questione chiave è che nessuno sa dove siano finiti, perché non abbiano alcuna intenzione di farsi avanti e lavorare. Per giunta anche il bacino potenziale di manodopera stagionale rappresentato dalla Serbia e dalla Bosnia ed Erzegovina si è prosciugato: le quote a disposizione degli imprenditori sono andate a ruba. Non resterebbe a questo punto che aprire le porte ai lavoratori provenienti da Paesi lontani, come le Filippine, l’India, il Nepal.
Si parlava spesso negli ultimi tempi della volontà di rivolgersi al mercato filippino. Gli imprenditori sarebbero anche disponibili a farlo: quello che conta è però come sempre la volontà politica.

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