L’omissione «volontaria» dell’italiano nel progetto Fiume CEC2020

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L’omissione «volontaria» dell’italiano nel progetto Fiume CEC2020

“Rijeka 2020 Capitale europea della Cultura” è questa l’esatta scritta, con il nome di Fiume in croato seguito dalla dicitura in italiano del nome della manifestazione, apparsa negli scorsi giorni sugli autobus snodabili di alcune linee urbane della municipalizzata Autotrolej. Sicuramente un’iniziativa degna di lode agli occhi della maggioranza, ma per la minoranza italiana come riassumere la cosa? È l’ennesimo schiaffo dell’Agenzia Rijeka 2020 alla componente italiana della città quarnerina. Non sappiamo con quali altre parole descrivere l’ostinatezza della Società, che gestisce la delicata macchina organizzativa di Fiume CEC 2020, nel proseguire ferreamente con una politica linguistica che inevitabilmente porta a presentare la cultura e la lingua italiane a Fiume come qualcosa di allogeno, estraneo, quasi poco tollerato in questa città.

L’abbiamo riportato già innumerevoli volte: l’Agenzia nel promuovere e organizzare l’evento di Fiume Capitale della Cultura utilizza spesso a proprio vantaggio nomi altisonanti che celebrano la ricca tradizione multietnica e multiculturale del capoluogo quarnerino, quali “Porto della diversità”, “Porto Etno”, “Il periodo del potere”, “Cucina”, “Dopolavoro”, “Lungomare” e altri programmi ancora. Però nel farlo, omette completamente la lingua e la toponomastica italiane. E di conseguenza l’intera Comunità italiana da sempre presente in città.

Basti ricordare che il sito ufficiale dell’Agenzia – www.rijeka2020.eu –, argomento che abbiamo affrontato innumerevoli volte e per il quale avevamo ottenuto anche precise promesse, continua a presentarsi agli internauti soltanto in lingua croata e in lingua inglese. Ricordiamo che sulla questione avevamo interpellato la direttrice Emina Višnić, che aveva specificamente dichiarato al nostro quotidiano mesi fa che la versione in lingua italiana del sito Internet di Rijeka 2020 era pronta per essere utilizzata. Ciò accadeva nell’ottobre del 2017. Da allora però niente è cambiato, a parte la 

scritta comparsa sugli autobus della municipalizzata Autotrelej,

nella quale però il nome della città compare nella versione croata. Non potendo ottenere una dichiarazione da parte della direttrice generale della Società Rijeka 2020, Emina Višnić, causa malattia, siamo stati indirizzati a contattare il responsabile delle comunicazioni strategiche, Edi Jurković.

“La pubblicità comparsa sugli autobus è frutto di un progetto che vede il logo di Fiume CEC 2020, riportato in varie lingue e con i colori dell’evento su tre pullman dell’Autotrolej – ci ha dichiarato –. E più precisamente, sugli autobus snodabili delle linee 1, 2 e 32. Da una parte è riportata la frase in lingua croata ‘Rijeka 2020 – Europska prijestolnica kulture’, mentre dall’altra, su ciascuno dei tre veicoli compare la rispettiva dicitura in tedesco, inglese e italiano, preceduta sempre dal nome croato della città”, ha detto Edi Jurković.

Sul perché non sia stato utilizzato, almeno nella versione italiana, il nome italiano della città, Fiume per l’appunto, Jurković dichiara: “Abbiamo scelto di mantenere il nome croato di Rijeka, in quanto è quello maggiormente utilizzato nell’ambito internazionale”, precisando, tuttavia, che “ciò non implica in alcun modo la rinuncia ai progetti legati al bilinguismo visivo di Fiume CEC 2020, come il collocamento delle insegne bilingui nel centro storico della città”.

Abbiamo chiesto a Jurković anche quando sarà finalmente realizzata la versione italiana del sito www.rijeka2020.eu. Ci è stato detto che i lavori per la versione italiana sono in fase finale. “Molto probabilmente entro la fine del mese verrà stipulato un accordo di collaborazione anche con la casa editrice EDIT, cosa che porterebbe a risolvere la questione della versione italiana del sito. La pagina ufficiale includerebbe inoltre testi e articoli su argomenti legati alla cultura fiumana italiana”. Abbiamo chiesto al capo delle comunicazioni strategiche di Rijeka 2020, se tra la schiera dei nuovi impiegati assunti della Società “Rijeka 2020”, vi sia un qualsiasi appartenente alla Comunità Nazionale Italiana, vicino alle necessità e richieste della nostra realtà comunitaria. “Non abbiamo nessun impiegato con queste caratteristiche”, ha concluso Edi Jurković.

Anche il presidente dell’Assemblea della Comunità degli Italiani di Fiume, Moreno Vrancich, ha commentato la versione parzialmente in italiano comparsa sugli autobus della municipalizzata Autotrelej. “Se non l’avessi visto con i miei occhi penserei a una presa in giro – ci ha dichiarato. “La nostra città si è sempre chiamata sia Fiume sia Rijeka, da tempo immemorabile. Usare il nome croato della città quando si parla e si scrive in italiano è una forzatura. E sostenere che oggi Fiume sia maggiormente conosciuta in ambito internazionale con il suo nome croato rasenta a mio parere la disonestà intellettuale. In Austria, in Ungheria, in Inghilterra, per non dire in Italia, Fiume è sempre stata una città riconosciuta anche con il suo nome italiano per la sua storia straordinaria”, ha concluso Moreno Vrancich.

Certi ambienti sembrano però evidentemente restii a usare oggi il nome italiano della città e la lingua italiana.

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