Kučan: «Fiero e orgoglioso dei cantierini»

Il direttore del 3. maj sulla situazione nel cantiere navale di Cantrida dove alcuni lavoratori hanno firmato l’assenso per essere mandati in aspettativa

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Kučan: «Fiero e orgoglioso dei cantierini»

Da oggi alcuni dipendenti del cantiere navale 3.maj sono in aspettativa. Volontaria, perché, uno per uno, si sono recati ieri in Direzione per firmare il consenso. Lo hanno fatto tristemente, ma costretti dalla situazione e dal contesto che li vede non percepire la paga da ormai più di otto mesi.
“Sono stupito, commosso e fiero di queste persone – ci ha dichiarato il direttore del 3.maj, Edi Kučan, contattato telefonicamente –. Sono rimasti attaccati al proprio posto di lavoro fino allo stremo. Sono stati costretti a rinunciare solamente perché non hanno più i mezzi per venire al cantiere di Cantrida. Si tratta di operai qualificati, specializzati, capaci di portare a termine qualunque compito di lavoro. Se viene data loro la possibilità di farlo”. “La situazione si fa ogni giorno più difficile. I dipendenti sono stremati e personalmente – ha ammesso il direttore – non riesco a credere che abbiano ancora voglia di lavorare. Ma sono altrettanto cosciente del fatto che, nonostante la volontà, il fattore finanziario incide. Perciò, in accordo sia con il Consiglio dei lavoratori, sia con i Sindacati, abbiamo deciso di offrire loro la possibilità di rimanere a casa, in aspettativa, fino al 17 maggio. Ciò vuol dire che riceveranno il 75 per cento della paga lorda, cioè circa il 50 per cento dell’importo netto. Queste persone sono giunte al capolinea della resistenza fisica e, sebbene io sia il direttore, non posso comportarmi in maniera disumana e perciò abbiamo chiesto a ognuno di esprimersi riguardo a questa possibilità. Hanno dovuto firmare il consenso per l’aspettativa. Perché se venisse indetto il procedimento fallimentare, hanno il diritto a ricevere per tre mesi la media delle ultime tre paghe. L’aspettativa dunque potrebbe penalizzarli economicamente e dunque ho lasciato che decidessero da soli, senza pressioni né suggerimenti”.
«Missione impossibile»

Il direttore del 3.maj, Edi Kučan. Foto: Željko Jerneić

“Dopo 37 anni trascorsi al cantiere fiumano, sebbene in pensione, non potevo lasciare che tutto finisca e mi sono imbarcato in una vera e propria ‘missione impossibile’: salvare il salvabile. Stiamo lavorando per stipulare quanti più contratti possibile, non sono cose tanto grandi, ma potrebbero bastare perché un eventuale fallimento si trasformi in un concordato preventivo. Ad esempio, proprio oggi abbiamo consegnato alla Vulkan una commessa e concordato contestualmente un’altra. Costruiremo pertanto alcune sezioni di navi in collaborazione con una società italo-croata. Non posso svelare ulteriori dettagli in quanto la Direzione del 3.maj ha deciso che per il momento non renderemo noto il nome del committente. C’è la seria intenzione di un armatore svedese di acquistare il car carrier Siam Ashanti così com’è, con la clausola che la nave venga completata al 3.maj. Ci sono molte altre possibilità, ma per il momento nulla di definitivo”, ci ha detto ancora Kučan. “Il curatore fallimentare, Zdravko Čupković, viene ogni giorno al cantiere e proprio ieri ha considerato che nell’ultimo mese è stato fatto più che in tutti i mesi precedenti. Il 5 giugno intendiamo dire al giudice fallimentare che siamo in grado di produrre e speriamo che indica il concordato preventivo invece del procedimento fallimentare. Se così sarà, verrà nominata una nuova Direzione, composta dai creditori e dal curatore fallimentare, che in pratica ricoprirà l’incarico di direttore. Se queste commesse ci saranno, potrà proporre nuovi contratti di lavoro ai dipendenti, perché la produzione possa continuare”.
Garante dell’Uljanik
A proposito dell’udienza al Tribunale commerciale, Kučan ha sottolineato: “Non è soltanto la banca OTP a bloccare il conto del 3.maj, lo fa anche la Banca per il rinnovamento e lo sviluppo (HBOR). Inoltre, anche una terza ipoteca sta per giungere in pagamento. Sono tutti crediti contratti dall’Uljanik e in cui il 3.maj figura da garante. Ma attendiamo con ansia che, come tutto fa supporre, il 17 maggio il Tribunale commerciale di Pisino dichiari il fallimento del Gruppo Uljanik. Non sono un esperto in materia legale, ma mi sono informato e sembra che in quel momento potremo finalmente presentare la richiesta formale per staccarci da Pola. Servirà del tempo, ma ci arriveremo”.

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