I cantierini di Pola attendono un segnale positivo dal governo

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I cantierini di Pola attendono un segnale positivo dal governo

POLA | Dopo alcuni giorni di silenzio, il Comitato di sciopero dello stabilimento navalmeccanico polese è tornato a far sentire la propria voce. Lo ha fatto attraverso una lettera aperta indirizzata al Presidente della Repubblica, Kolinda Grabar Kitarović e al premier, Andrej Plenković, ai quali i rappresentanti dei dipendenti dell’Uljanik ricordano che è ormai trascorso un anno intero dal momento in cui è stato chiesto l’avvio del programma di ristrutturazione del Gruppo. “Nonostante ciò, escluso qualche piccolo intervento del governo, nulla è stato fatto” ricordano i vertici del Comitato di sciopero, aggiungendo che a causa dell’inerzia dello Stato i dipendenti del cantiere polese e di tutte le altre controllate del Gruppo Uljanik si trovano oggi in una condizione di disagio sia finanziario che sociale. Come se non bastasse, nella stessa condizione si sono venuti a trovare anche i lavoratori di diverse aziende dell’indotto e di diverse aziende fornitrici, nei cui confronti la società polese ha accumulato notevoli debiti.

Sceso il numero dei dipendenti

Nel prosieguo del discorso, il Comitato di sciopero informa i vertici del governo che il numero dei dipendenti del Gruppo Uljanik è sceso in un solo anno da 4.500 a 3.300. Detto questo, i rappresentanti dei lavoratori ricordano che alla maggioranza dei dipendenti non è ancora stata versata la differenza tra la paga minima assicurata dal governo e il pieno importo dello stipendio di settembre e ottobre. Il tutto nonostante il fatto che nei prossimi giorni i lavoratori dovrebbero percepire lo stipendio per il mese di novembre.

Vivere del proprio lavoro

“Gli operai non vogliono dipendere dal sostegno dello Stato, ma desiderano poter lavorare e vivere del proprio lavoro”, hanno sottolineato ancora i vertici del Comitato di sciopero, che hanno voluto comunque ringraziare tutti i cittadini della Croazia, che con le loro donazioni hanno aiutato, e continuano a farlo, i lavoratori del Gruppo Uljanik.

Non siamo cittadini di serie B

“L’attuale situazione in cui versano lo stabilimento navalmeccanico di Pola e le altre aziende del Gruppo è la conseguenza di una gestione sbagliata da parte del Consiglio d’Amministrazione, dei direttori e magari anche di altri”, rilevano i rappresentanti dei dipendenti, aggiungendo che i peccati commessi da altri non possono e non devono ricadere sulle spalle delle migliaia di dipendenti del Gruppo e su quelle degli altri 2.000 dipendenti delle aziende dell’indotto. I vertici del Comitato hanno sottolineato poi che i dipendenti hanno prima scioperato per poi tornare al lavoro e infine incrociare di nuovo le braccia; quindi, hanno nominato un nuovo CdA e un nuovo Consiglio di Vigilanza. “Ora aspettiamo un segnale positivo dal governo”. Questa la richiesta di fondo del Comitato di sciopero, i cui responsabili sostengono che i lavoratori del Gruppo stanno iniziando a sentirsi come cittadini di serie B.
“Signori Presidenti del governo e della Repubblica, se ritenete che i dipendenti dell’Uljanik non siano cittadini di serie B, allora rispondete alle nostre richieste”, hanno scritto nella lettera aperta i rappresentanti dei lavoratori, chiedendo al governo di stabilire una data precisa entra la quale approvare e, successivamente avviare il Programma di ristrutturazione dell’Uljanik.
“Soltanto così – ritiene il Comitato di sciopero – il Gruppo potrà entro breve tempo iniziare a pagare i propri debiti, prerequisito indispensabile per la ripresa del processo produttivo, ossia per la costruzione delle navi”.

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