Gli obiettivi: euro e Schengen

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Gli obiettivi: euro e Schengen

ZAGABRIA | Il 1.mo luglio del 2013 la Croazia diventava il 28.esimo Paese membro dell’Unione europea. A cinque anni di distanza è tempo di tirare le prime somme: tante sono state le sfide affrontate, alcune vinte, altre perse, in primis l’utilizzo dei fondi comunitari. Comunque Zagabria rimane una forte sostenitrice del progetto comunitario. Più che a questo primo lustro bisogna guardare al prossimo futuro, agli obiettivi da centrare. E di questi ha parlato ieri il primo ministro Andrej Plenković alla conferenza sui “cinque anni dall’adesione all’Unione europea” svoltasi nella capitale croata. Secondo il premier non vi sono ombre di dubbio sul fatto che l’adesione abbia sotto ogni punto di vista portato se positive al Paese. “Dal mio punto di vista non vi è alcun dilemma, l’adesione è stata un enorme vantaggio per la Croazia, in particolare per quanto concerne la credibilità internazionale. Nessuno ci guarda più come un qualcuno che sta all’esterno. Dal sistema legale agli investimenti, abbiamo una legittimità completamente diversa rispetto a quella che avevamo prima”, ha dichiarato in apertura il primo ministro, per poi ricordare i segnali positivi dovuti all’aumento del PIL, la diminuzione del debito pubblico, la crescita delle esportazioni, degli stipendi minimi, “tutti risultati raggiunti grazie anche all’appartenenza all’Unione europea”. Il primo ministro si è soffermato pure sui cittadini croati che lavorano in altri Paesi dell’Unione europea e sul benefit dato dall’annullamento dei permessi di lavoro. “Quest’anno abbiamo raggiunto con quattro Stati un accordo per la libera circolazione della manodopera: si tratta di un importante traguardo. La libertà di circolazione è a portata di mano; questa è stata utilizzata in maniera massiccia anche in altri Paesi dell’Europa nord-orientale. Per noi attualmente rappresenta per certi versi un peso, ma la libertà di circolazione di oggi è un processo a doppio senso”, ha detto il premier, ricordando di averne parlato anche con il suo collega austriaco. “Se non ci fosse stata la crisi dei migranti anche il mercato del lavoro dell’Austria sarebbe stato aperto ai cittadini croati”, ha sottolineato.

Centrato l’obiettivo primario

Il premier ha poi delineato le linee guida e gli obiettivi futuri. “I prossimi cinque anni della Croazia nell’Unione europea – ha proseguito – saranno segnati da due traguardi: l’ingresso nell’area di Schengen e nell’Eurozona, mentre il simbolo dei primi cinque anni di appartenenza alla famiglia europea sarà il ponte di Sabbioncello”. Il premier ha parlato anche di orgoglio, ovvero ha invitato tutti ad essere orgogliosi del cammino fatto fino ad ora “perché siamo riusciti a centrare l’obiettivo primario, essere membri di un club di élite, di una comunità che comprende i Paesi più sviluppati del mondo dove, a parte alcune eccezioni, la qualità della vita è di gran lunga la migliore”. Stando al premier, il governo nel prossimo periodo continuerà a posizionare la Croazia nella cerchia dei Paesi che guardano con favore alla prospettiva europea dei propri vicini. In quest’ambito ha annunciato che durante la presidenza dell’Unione nel 2020, la Croazia rimetterà al centro del dibattito questo tema.

Sabbioncello per la storia

Una menzione speciale è stata dedicata al ponte di Sabbioncello definito il “simbolo generazionale per il quale ci ricorderà la storia”. Il premier ha ricordanto che per questo progetto Zagabria riceverà 357 milioni di euro a fondo perduto dall’Unione europea. “Non esiste organizzazione al mondo che ci darebbe un tale importo”, ha sottolineato Plenković. Parlando di denaro, ha menzionato anche i 102 milioni di euro messi a disposizione per il rigassificatore di Veglia che “posizionerà la Croazia in un punto importante della carta energetica europea”.

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