Franak: «Richiedete i rimborsi»

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Franak: «Richiedete i rimborsi»

ZAGABRIA | Tutti i fruitori dei prestiti vincolati al cambio del franco svizzero hanno il diritto di pretendere il risarcimento degli eventuali importi pagati in eccesso all’atto di rimborsare alle banche il finanziamento del quale hanno beneficiato. A prescindere se abbiano o meno beneficiato della cosiddetta Legge sulla conversione del 2015, ossia che abbiano o non abbiano estinto il debito contratto con gli istituti di credito. Lo ha rilevato ieri l’associazione Franak richiamandosi a una sentenza emessa alcuni giorni fa dalla Corte suprema. Una decisione che gli attivisti della Franak considerano inequivocabile.

I surplus versati

Dal loro punto di vista il fatto che alcuni fruitori dei prestiti vincolati al cambio CHF/HRK abbiano convertito i medesimi in finanziamenti vincolati al cambio euro-kuna, non pregiudicherebbe il diritto dei medesimi a pretendere i risarcimenti. Se questa chiave di lettura si rivelasse corretta, significherebbe che la stipula di un’integrazione al contratto attinente al finanziamento non avrebbe prodotto effetti legali tali da pregiudicare il diritto al risarcimento degli eventuali surplus versati dai titolari dei prestiti alle banche.

Fondamentali le perizie

La Franak ha ribadito che il 13 giugno 2019 scatterà la prescrizione e che di conseguenza non sarà più possibile citare in giudizio gli istituti di credito, ovvero richiedere il risarcimento. Di conseguenza hanno sollecitato i fruitori dei prestiti vincolati ai franchi svizzeri che hanno versato alle banche più del dovuto a trascinare in Tribunale le banche prima di quella data. L’onere di stabilire in prima istanza l’importo che gli istituti di credito saranno eventualmente tenuti a rimborsare ai loro clienti ricadrà sui giudici dei Tribunali comunali. Nel farlo dovranno tenere conto dei pareri che saranno espressi in materia dai periti.
“La decisione della Corte suprema conferma che con la conversione dei cosiddetti prestiti in franchi svizzeri non è venuto meno l’interesse giuridico dei debitori a richiedere che venga appurata la nullità delle disposizioni contrattuali regolanti tali prestiti. I giudici hanno infatti abolito la sentenza negativa per gli interessi sovrappagati imponendo la ripetizione del processo di primo grado. In quella sede – rileva il parlamentare Goran Aleksić – verrà sicuramente richiesta la differenza tra il tasso di cambio e degli interessi. La questione sarà esaminata dai periti e le banche dovranno restituire gli importi sovrappagati aumentati degli interessi maturati”.

10 miliardi di kune

Quanto all’efficacia generale della decisione della Corte suprema Aleksić sostiene fermamente che questa sia generale e riguardi tutti i prestiti convertiti dal vincolo kune/CHF in kune/euro. “L’Associazione bancaria croata insisterà sul fatto che si tratta di una decisione presa in merito a un caso singolo, ma la sua efficacia è generale”, ha detto il parlamentare, ricordando che sono circa 125mila le persone che hanno acceso un prestito vincolato ai franchi svizzeri, che di questi circa 70mila avevano già maturato il diritto a procedere per via giudiziaria e che adesso la certezza di poter richiedere la restituzione degli importi pagati in eccesso è stata riconosciuta a ulteriori 55mila persone. “Nel caso in cui tutti decidano di richiedere il rimborso le banche potrebbero trovarsi nella situazione di dover versare più di 10 miliardi di kune”, ha affermato Aleksić.

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