Emanuele Filiberto all’IRCI

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Emanuele Filiberto all’IRCI

TRIESTE | Il bisnonno appose la sua firma, 80 anni fa, alle leggi che decretavano il destino degli ebrei italiani. Oggi il nipote afferma che “le leggi razziali sono una gran vergogna per l’Italia, per quello che è successo”. A dichiararlo è Emanuele Filiberto di Savoia a margine di una cerimonia al Sacrario di Redipuglia nel centenario della fine della Grande Guerra. Il principe ha trascorso alcuni giorni nella Regione Friuli Venezia Giulia per partecipare ad alcune iniziative di solidarietà promosse da Casa Savoia, per le quali un apposito Gala di beneficenza si è svolto al Castello di Villalta di Fagagna presso Udine.

Cerimonia a Redipuglia

Ma nel giorno in cui, a 80 anni dalle leggi razziali, i rettori si sono dati appuntamento nella ex tenuta reale di San Rossore per chiedere scusa a nome dell’Università italiana che non esitò a inchinarsi al fascismo e a cacciare dalle aule professori e studenti ebrei, Emanuele Filiberto ha partecipato a Redipuglia alla cerimonia per il centenario dalla conclusione della Grande Guerra. Date che si rincorrono a comporre una storia che va relegata al passato e che nessun rigurgito dovrebbe concedere al presente. Infatti, si assiste a una serie di prese di posizione, a Trieste, su appuntamenti che si contrappongono al buon senso, in particolare quello del 3 novembre di chiaro stampo neofascista.

Trieste funga da monito

Eppure proprio Trieste dovrebbe fungere da monito, essendo stata il luogo in cui Mussolini diede la prima lettura pubblica delle leggi razziali. E proprio nella P.zza Unità d’Italia, si è recato Emanuele Filiberto per un cordiale incontro in Municipio con il sindaco Roberto Dipiazza che si è opposto alla manifestazione del 3 novembre. Accanto al sindaco, a omaggiare l’ospite è stato anche l’assessore alla Cultura Giorgio Rossi.

Situazione geoeconomica

Nel corso dell’incontro, “svoltosi all’insegna di una viva simpatia e di una conoscenza già sperimentata” – ha commentato il sindaco Roberto Dipiazza – “dove non sono mancate una grande affabilità e alcune simpatiche battute”, è stata illustrata all’ospite, con ampiezza di dettagli, la situazione geoeconomica di Trieste e le attuali molteplici potenzialità e concrete prospettive di sviluppo della città, “dalla portualità in ripresa e dalle possibilità offerte dalla nuova ‘Via della Seta’ con la Cina, fino alle eccellenze scientifiche, alla cantieristica, al forte rilancio del turismo e alle opportunità di riuso del Porto Vecchio. Prospettive mai come oggi ‘vivaci e intense’ per le quali il principe Emanuele Filiberto di Savoia ha manifestato un più che vivo interesse”.

La visita all’IRCI

Gli ospiti hanno assecondato anche il desiderio del principe di una più approfondita conoscenza della città e del suo territorio, accettando ben volentieri un breve itinerario attraverso le realtà che ne costituiscono la storia, da quella più antica a quella più recente. Accompagnato dall’assessore Giorgio Rossi, la sua permanenza a Trieste è quindi proseguita con una serie di visite al Castello di Miramare, a San Giusto e all’IRCI (Istituto Regionale per la Cultura Istriano Fiumano Dalmata), e di omaggio ai luoghi rappresentativi delle tragedie del ‘900 in queste terre (Risiera di San Sabba e Foiba di Basovizza).
All’IRCI si è intrattenuto con il presidente Franco Degrassi, con i vicepresidenti e alcuni consiglieri che hanno illustrato l’attività dell’Istituto la cui importanza e ruolo sono stati riconosciuti formalmente dalla Legge del ricordo del 2004, insieme alla Società di Studi Fiumani, per cui ambedue godono di un finanziamento particolare. “Che si spera continui anche nel futuro”, è stato sottolineato.

Le vicende dell’esodo

È seguita quindi la visita del Museo della Civiltà istriana al secondo e terzo piano dell’edificio di via Torino. Emanuele Filiberto ha ricordato di aver conosciuto Piero Delbello, direttore dell’IRCI, nel 2007 quando aveva avuto modo di apprezzarlo nella visita fatta al campo profughi di Padriciano, dimostrando di conoscere le vicende dell’esodo e la realtà dell’associazionismo. Piero Delbello l’ha accompagnato attraverso i percorsi della storia, simboleggiati dalla linea del tempo interattiva ma soprattutto da quel reperto d’epoca romana rinvenuto a Pirano, che è la statua bronzea della capra divenuto il simbolo dell’Istria. È passato poi a illustrare il percorso della storia, civile, dello sviluppo economico, delle grandi divisioni del lavoro nella penisola e lungo l’Adriatico orientale, con i suoi uomini illustri. Commovente, per tutti, il riferimento alle masserizie e alla classe ricostruita con i quaderni ed i pensieri dei ragazzi che andarono esuli con sottobraccio la cartella con libri, quaderni, matite colorate.
Che cosa ha detto il principe Emanuele Filiberto? “È rimasto molto colpito – dichiara Piero Delbello – il Museo è la continuazione di quanto aveva già conosciuto, aiuta a comprendere e a riflettere sul destino di un popolo”.

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