Editoria. Evitare tagli dolorosi

0
Editoria. Evitare tagli dolorosi

FIUME I contributi pubblici italiani alla stampa sono destinati a vivere una nuova riforma. A insistere sulla necessità di procedere con dei tagli sono già da tempo gli esponenti dell’M5S, che ora per voce del loro esponente, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega all’Informazione e all’Editoria, Vito Crimi, stanno fornendo i primi annunci riguardo al percorso che s’intende fare. Nei giorni scorsi, nell’audizione davanti alla Commissione Cultura della Camera, Crimi ha fatto sapere che alla riforma si sta lavorando, ma che la sua attuazione richiede tutta l’attenzione del caso. In altre parole, tenuto conto della complessità e dell’importanza del sistema, il governo intende procedere con gradualità.

Il percorso ipotizzato
“Non faremo tagli o riforme che vengono dall’oggi al domani”, ha affermato Vito Crimi a Montecitorio, dove ha sottoposto ai deputati anche l’ipotesi di devolvere parte dei contributi indiretti all’editoria per sostenere la domanda e la richiesta di abbonamenti digitali. Un’ipotesi questa volta a favorire quel passaggio “dall’offerta alla domanda” auspicato dal sottosegretario pentastellato. Crimi ha infatti invitato i deputati (e intende fare lo stesso anche in sede di Commissione Cultura del Senato) a fare una riflessione “sul trasferimento del contributo dall’editore al sistema editoria, nel suo complesso, privilegiando la domanda anziché l’offerta, immaginando interventi volti a sostenere la ricerca di informazione di qualità. Spostare i contributi dal sostegno diretto agli editori, al cittadino che decide di acquistare un abbonamento a un quotidiano. “È possibile modulare tale intervento – ha detto –, individuando un target di fruitori/utilizzatori (giovani, studenti, anziani) oppure un target di prodotti editoriali (ad. esempio quelli che soddisfano i già rigidi requisiti per l’accesso alla contribuzione diretta) e nelle modalità (sconto applicato dall’editore, contributo diretto, voucher, detrazione d’imposta)”. Un primo passaggio che conferma l’intenzione di mantenere salda la rotta verso un obiettivo da sempre perseguito dall’M5S, appunto l’abolizione dei finanziamenti pubblici (diretti e indiretti) alla stampa, o per dirla con la formula da loro spesso usata, agli editori. Obiettivo guardato con preoccupazione da tutta una serie di realtà che in considerazione delle peculiarità che le contraddistinguono difficilmente possono adeguarsi a una logica dettata dal mercato. Realtà tra le quali figurano, tra gli altri, anche le testate delle minoranze linguistiche in Italia e quelle degli italiani all’estero. Il tema suscita pertanto grande attenzione anche nel mondo della CNI, considerata l’importanza che i contributi italiani rivestono per il nostro quotidiano, ovvero per il giornale che assicura ai connazionali residenti in Croazia e Slovenia il diritto all’informazione in lingua italiana. Un’attenzione più che giustificata considerato che, nonostante la tempistica soft, pensata a detta di Crimi per “consentire alle imprese di adeguarsi” l’obiettivo rimane quello da sempre sostenuto: “Vogliamo gradualmente far sparire il finanziamento pubblico, che non fa bene all’informazione”.

Una crisi globale
“L’editoria e soprattutto i quotidiani su carta stampata, sono estremamente a rischio per molte ragioni. Una di queste è sicuramente l’avvento dell’informazione on-line che vede in forte avanzata i modelli digitali. Il problema è, dunque, globale. Noi dobbiamo sottolineare il fatto che i giornali degli italiani all’estero, tra i quali La voce del popolo hanno sicuramente un ruolo di primo piano, sono specifici come lo sono anche le testate delle minoranze linguistiche in Italia. Dicendo questo non vorrei essere frainteso; non è assolutamente nelle mie intenzioni fare una distinzione tra categorie di giornali e dire che alcuni sono più importanti degli altri o che certi meritano più attenzione degli altri. Dico semplicemente che esistono delle differenze e che queste non vanno ignorate. Tutto il resto sarebbe pura e semplice mancanza di solidarietà. Fatto sta che laddove gli annunci del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega all’Informazione e all’Editoria, Vito Crimi, dovessero trovare attuazione, per noi prenderebbe forma il rischio di vedersi spegnere una nostra istituzione che è uno strumento tangibile della nostra presenza in Croazia e Slovenia. Continuo a credere che l’Italia vuole avere una politica estera e che vuole averla anche in questa regione dell’Europa”, commenta il deputato della CNI e vicepresidente del Sabor, Furio Radin, che allargando lo sguardo fa presente il ruolo che La voce del popolo ricopre sul territorio
.
Unico quotidiano in lingua straniera
“Non dobbiamo dimenticare – sottolinea Radin – che La voce del popolo è l’unico quotidiano in lingua straniera che viene pubblicato in Croazia. Possiamo supporre pertanto che non sia uno strumento informativo seguito esclusivamente dai connazionali bensì che venga letto e consultato da segmenti più ampi della società croata e slovena e dalle realtà economiche presenti sul territorio. In questo senso non va scordato che la presenza di imprese italiane è significativa e che la maggior parte di queste fa riferimento all’aree del Nord/Est italiano”. “A mio avviso – prosegue Radin – sarebbe un enorme sbaglio mettere nuovamente in difficoltà La voce del popolo che cerca in tutti i modi di superare i problemi che si presentano. Un esempio in tal senso lo abbiamo avuto anche di recente quando si è trovata ad affrontare le difficoltà causate dall’atteggiamento di chiusura di un ex ministro croato della Cultura. Quella è stata una fase difficile che abbiamo superato rinunciando alla realizzazione di alcuni progetti e anche grazie all’aiuto assicurato dal governo croato e dalle Regioni istriana e litoraneo-montana ai quali rinnovo il ringraziamento per tutto il sostegno che ci hanno dato. Per quanto riguarda l’Italia, la nostra Nazione Madre, che pure ringrazio per tutto quello che fa per la nostra Comunità spero che anche in quest’occasione saprà cogliere che La voce del popolo non è un giornale di parte, bensì uno strumento informativo che contribuisce in modo importante alla promozione del sistema CNI, dell’identità, della cultura e della lingua italiane. Lo fa non soltanto nei Paesi di residenza e in Italia, ma da quando è anche on-line con una modalità relativamente avanzata, anche in tanti altri Paesi. Lo stesso vale anche per le altre pubblicazioni dell’Edit”.
Un modello corretto
Soffermandosi poi sulle regole che attualmente vengono applicate in materia di concessione dei contributi pubblici italiani Radin afferma: “Sono convinto che il metodo adottato per il finanziamento pubblico alla stampa italiana che non prevede contributi diretti ai giornali dei partiti o a quelli che fanno riferimento ai centri finanziari, sia corretto. Ci rivolgeremo pertanto ai rappresentanti politici italiani chiedendo loro di non procedere con i cambiamenti che vengono annunciati. Lo chiederemo facendo presente che la stampa non soltanto è importante di per sé, ma che ha anche un ruolo fondamentale nella società; quello di trasmettere ai cittadini il bene e il male della politica”.

Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.

L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.

No posts to display