Dissidi in casa SDP L’ordine è il benvenuto

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Dissidi in casa SDP L’ordine è il benvenuto

FIUME | Monta l’insoddisfazione in casa SDP. Le voci di quanti non condividono la linea del presidente Davor Bernardić si fanno sempre più forti e un numero non ancora precisato di membri del partito è arrivato al punto da chiederne, in una lettera diffusa dalla stampa, le dimissioni “perché le cose non possono andare più avanti così”. Un invito che il diretto interessato non ha neppure preso in considerazione, replicando: “L’SDP tornerà a governare il Paese e io sarò premier”. Affermazione che ha suscitato una secca replica del sindaco di Fiume, Vojko Obersnel. “Smettila di sognare”, ha scritto quest’ultimo su Twitter.

Rispettare lo Statuto

A commentare la vicenda, soffermandosi anche su questo scontro diretto e pubblico tra il numero 1 di piazza Ibler e il sindaco di Fiume, che di recente ha rinunciato a continuare a guidare la Sezione cittadina del partito, sono stati in tanti. Le ipotesi sugli sviluppi di questi attriti sempre più evidenti si moltiplicano e ieri a riguardo è intervenuto anche Zlatko Komadina, primo vicepresidente dell’SDP, che proprio di recente si era reso protagonista di uno scontro acceso con Bernardić e che aveva abbandonato una riunione del partito. Proprio alla luce di questo episodio l’interesse per la sua presa di posizione era grandissimo considerato che appunto Komandina è considerato il regista della presidenza Bernardić. Ebbene, il risultato è che evidentemente la crisi è rientrata. Qualunque fosse il motivo della lite, la soluzione è stata trovata. Per Komadina, infatti, “i motivi di preoccupazione per le sorti del partito non mancano, ma ci deve essere ordine e bisogna lavorare nel rispetto dello Statuto dell’SDP”.

No a gogne mediatiche

“Invito tutti i postini e gli scrittori che operano all’interno del partito a non fare ad altri quello che non vorrebbero venga fatto a loro. C’è da chiedersi perché non si sono candidati e dove nasce tutta questa preoccupazione per lo stato delle cose nel partito”, ha detto Komadina incontrando i giornalisti. Poi, commentando direttamente le prese di posizione di Obersnel, ha aggiunto: “Ognuno ha diritto alla propria opinione, ma sarebbe normale che questa venga espressa durante le riunioni degli organi del partito. Gettare fango pubblicamente è irresponsabile. Un atteggiamento di questo genere io non lo capisco”. Non ha mancato di commentare nemmeno le prese di posizione di Peđa Grbin, al quale ha rivolto l’invito di esporre le proprie ragioni in sede di presidenza. Argomentando poi le sue prese di posizione ha sottolineato: “Bernardić è il presidente fino alle prossime elezioni interne. Non vedo alcun cambiamento e non so che cosa sia successo nell’ultimo mese per farci credere che il partito stia per affrontare il D-day”.

Iniziative sopra le righe

La lettera? Un’altra iniziativa sopra le righe la cui portata è al momento un’incognita. “Non so quanti siano i firmatari. Bernardić ha ricevuto 12.000 voti, non so quanti siano i contrari. Chi sia il più forte e chi sia più socialdemocratico degli altri…”, ha commentato. Quindi, sintetizzando, gli scambi di opinione ci stanno, anche vivaci, ma nel rispetto delle regole del gioco e soprattutto tenendo a mente la vecchia regola che suggerisce di lavare i panni sporchi in casa. “È vero, anch’io ho litigato con Bernardić giorni fa. Nel giro di pochi minuti la vicenda era già raccontata dai media. Evidentemente i corrieri che operano nel partito diffondono le notizie. Io sono legalista e rispetto le leggi anche se non condivido tutto quello che fa Bernardić. Se la mettiamo in termini di voti gli darei un 3 tendente al 4“, ha aggiunto per poi puntualizzare: “Le energie vanno utilizzate per creare qualcosa e non per distruggere. Abbiamo degli obblighi e delle responsabilità. Se nel ’41 o nel ’91 avessimo abbandonato i nostri compagni con tanta leggerezza oggi non saremmo qui a festeggiare né la Giornata della lotta antifascista né quella dello Stato“. 

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