Candidati a confronto sui temi caldi della CNI

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Candidati a confronto sui temi caldi della CNI

LUBIANA | Domenica i connazionali in Slovenia verranno chiamati a scegliere il successore di Roberto Battelli al Parlamento di Lubiana, ovvero chi avrà la responsabilità di rappresentare, nella massima istituzione statale, la Comunità nazionale italiana autoctona presente in Slovenia. Mercoledì sera i tre candidati al seggio specifico della CNI alla Camera di Stato, Bruno Orlando, Maurizio Tremul e Felice Žiža, hanno preso parte in diretta televisiva al confronto organizzato da TV Capodistria. I tre candidati hanno avuto così la possibilità di presentare e spiegare ai telespettatori, ovvero agli elettori, le proprie posizioni e i propri programmi.

Spazio al bilinguismo

Si è iniziato con i temi di maggiore interesse per la CNI come il bilinguismo. Il conduttore della trasmissione, Rafael Kariolič, ha chiesto ai tre candidati quali siano le loro proposte concrete per migliorare l’attuazione delle disposizioni e delle norme di legge vigenti.

Orlando: “Le normative vigenti, se applicate, dovrebbero essere sufficienti. Il fatto è che non vengono attuate dappertutto: mi riferisco soprattutto a tutte quelle tabelle che sono presenti sul territorio e che non sono conformi alle regole. Le municipalità dovrebbero fare attenzione affinché vengano affisse in linea con le norme. Prima di dare il consenso all’avvio di una nuova attività imprenditoriale bisognerebbe verificare se le tabelle siano state affisse secondo le norme vigenti. Il bilinguismo è importante anche nei soggetti economici che non sono di carattere pubblico, ma che rivestono interesse per il pubblico, come assicurazioni, banche, e anche poste e ospedali, dove manca troppo spesso la modulistica in lingua italiana”.

Tremul:“Innanzitutto devono essere applicate le leggi vigenti. È necessario anche migliorarle, soprattutto quella sulla tutela dei consumatori che riguarda la comunicazione nella parte commerciale e che è molto limitativa nell’uso del bilinguismo. C’era stata a suo tempo da parte di grossi gruppi economici una forte opposizione all’applicazione del bilinguismo per cui questa parte andrebbe rivista. Bisognerebbe inserire delle sanzioni chiare e precise per chi viola il bilinguismo; sappiamo che se uno commette un’infrazione di qualsiasi genere c’è poi una multa che lo aspetta: se non c’è questa, nessuno poi rispetta le regole. C’è poi tutta la parte educativa a cui prestare attenzione: quindi un valido insegnamento dell’italiano nelle scuole slovene affinché la gente lo conosca. Bisogna far applicare poi quella che è la parte relativa all’aggiunta sul bilinguismo. Inoltre dobbiamo educare a ritenere la lingua italiana non soltanto un surplus, ma un valore aggiunto anche dal punto di vista economico per il territorio”.

Žiža: “L’applicazione del bilinguismo sul territorio dipende dalle istituzione pubbliche e da quelle private, che seguono altri tipi di leggi e normative, ma dipende tantissimo anche dall’attività e dalla preparazione di tutti i nostri connazionali, in particolare da chi dirige le nostre istituzioni. Una questione molto importante sono i finanziamenti per il bilinguismo che vengono stanziati dal ministero, quindi dal budget statale. Annualmente vengono suddivisi circa 290mila euro per comune – 65mila euro ad Ancarano – assolutamente insufficienti per attuare le norme sia legislative che costituzionali. Il comune di Isola aggiunge circa altri 150mila euro e quello di Capodistria circa altri 240mila. Credo che il deputato debba lavorare soprattutto a livello centrale sulle questioni finanziarie”.

Estendere l’area blingue

La seconda domanda ha riguardato sempre il bilinguismo con il conduttore che ha chiesto come i candidati intendano raggiungere il consenso sull’allargamento dell’area bilingue nei comuni costieri.

Tremul: “Bisogna iniziare un dialogo con le forze politiche, avendo ben chiaro che sarà un lavoro molto difficile perché è da più di 10 anni che stiamo chiedendo l’allargamento della zona bilingue, con una serie di documenti di Unione Italiana e CAN costiera, univoci rispetto all’applicazione della Carta europea delle lingue regionali e minoritarie, con risoluzioni del Consiglio d’Europa che vanno in questa direzione. Governo e comuni fanno orecchie da mercante. Quindi bisogna dialogare con i partiti, con il governo, e convincerli con i nostri argomenti sul perché sia necessario che il territorio bilingue venga esteso alle zone dove effettivamente i nostri connazionali vivono. Questo tipo di argomenti diventerà molto più forte se si riuscirà a trovare un accordo con il governo che scaturirà da queste elezioni. Servirà un’intesa che contempli un preciso impegno su che cosa il governo intenda fare per la CNI, per attuare i suoi diritti”.

Žiža: “Un piccolo passo avanti lo abbiamo fatto già con queste elezioni, ottenendo la possibilità per i nostri connazionali che vivono al di fuori del territorio nazionalmente misto, di votare nelle loro sedi. Per raggiungere gli altri obbiettivi, quello della realizzazione completa del bilinguismo e della possibilità per i nostri connazionali al di fuori dell’area bilingue di fruire dei diritti, effettivamente non esiste altra via che un accordo di coalizione: bisognerà parlarne chiaramente con i partiti che saranno al governo, inserire il tutto nel contratto”.

Orlando: “Sono completamente d’accordo sull’esigenza che i confini dell’area bilingue vengano allargati; però ciò dovrà essere fatto innanzitutto a livello locale, perché noi viviamo qui con la comunità slovena e con le altre comunità. Siamo tutti qui sul territorio. Il nostro modo di proporci, di rispettare gli altri e farci rispettare, ci darà una mano per poi chiedere il sostegno necessario affinché questi confini vengano allargati. L’idea si era già fatta strada nel 1991, al momento della dissoluzione dall’ex Jugoslavia, ovvero che tutte le municipalità venissero trattate come zone bilingui. Allora per vari motivi quest’argomento non era stato preso in considerazione; tantissimi erano restii a una simile iniziativa. Penso sia arrivato il momento di instaurare un nuovo dialogo, soprattutto a livello locale; poi a livello statale riusciremo a raggiungere l’obiettivo”.

Imposizione di sanzioni

A proposito delle sanzioni per il mancato rispetto del bilinguismo, Kariolič ha chiesto se queste non rischino di creare un clima sfavorevole.

Žiža: “Devo rilevare innanzitutto che il decreto sul bilinguismo che è in vigore a Isola e Capodistria deve essere ancora rinnovato e unificato a livello dei quattro comuni. Noi a Isola già 4-6 anni fa abbiamo iniziato a sanzionare, non però tutte le trasgressioni commesse sul territorio, bensì soprattutto quelle di tipo visivo e non vi sono state reazioni di nessun genere. I gestori le hanno accolte tranquillamente, hanno pagato, qualcuno ha protestato. Gli ispettori sono tornati, hanno incassato le sanzioni, e con il passare del tempo le cose sono state regolate.

Tremul: “Quando tu vai a 80 km orari dove il limite è di 60 km orari ti fermano e ti fanno la multa: è chiaro che non sei molto contento. In tutti i casi di sanzioni c’è una reazione negativa. Noi dobbiamo fare quello che dicevo prima, portare avanti un aspetto legato all’educazione, portare avanti una campagna di sensibilizzazione tipo ‘l’italiano è bello’, ‘il bilinguismo è bello’, ‘il bilinguismo ti dà opportunità economiche’, ecc… Il discorso del sanzionamento va bene e dev’essere regolato a livello nazionale. Se accanto a questo riusciamo a convincere la popolazione, gli esercenti, che rispettare il bilinguismo comporta anche un vantaggio economico come ci ha detto qualcuno qualche anno fa, ovvero fare diventare interessante economicamente l’italiano, ecco allora che questo tipo di problemi può essere evitato”.

Orlando: “Io volutamente non ho parlato di sanzioni perché ritengo che già i servizi comunali e anche quelli dell’unità amministrativa che danno i vari permessi ai soggetti economici che vogliono intraprendere un’attività e affiggere le tabelle davanti ai loro esercizi, non dovrebbero permettere in partenza la posa di insegne che non siano bilingui. Sanzionare è sempre una cosa non bella, che può provocare una certa reazione negativa nei nostri confronti, anche se in realtà dovrebbe esserci semmai una reazione negativa nei confronti della legge”.

Scuole più competitive

Come rendere le nostre scuole più attraenti e più competitive? Con questa domanda il conduttore ha dato il via alla seconda tematica trattata: l’istruzione.

Tremul: “Questo è un discorso molto complesso che dura da molti anni. Sappiamo qual è la situazione nelle nostre scuole, che credo sia buona, ma indubbiamente può e dev’essere migliorata. I metodi sono molto semplici, per certi aspetti collaudati e sono quelli degli aggiornamenti linguistici, della formazione degli insegnanti: i nostri docenti, vivendo in un ambiente sloveno, devono fare delle full immersion di aggiornamento linguistico per l’insegnamento di tutte le materie in un ottimo italiano presso gli istituti universitari in Italia. Noi l’abbiamo fatto con la Ca’ Foscari: per un certo periodo abbiamo mandato tanti docenti a fare corsi d’aggiornamento. Questi devono essere corsi veri, non come i seminari che vengono fatti a Napoli o a Caserta, che sono bellissime gite, ma non ti danno quel tipo di aggiornamento da noi richiesto. Bisogna chiedere le risorse allo Stato sloveno e all’Italia, affinché si facciano i seminari in linea con le nostre esigenze”.

Orlando: “Penso che quanto detto dal collega Tremul sia una delle strade più appropriate. Servono seminari in cui i nostri docenti vadano a prepararsi meglio proprio in merito all’aspetto linguistico, possibilmente nell’ottica della materia di cui sono docenti, assicurando così che la lingua del nostro popolo di appartenenza sia sempre più presente sul territorio. Per diventare più competitive, alle scuole non basta soltanto la lingua, perché i nostri ragazzi devono loro stessi avere degli sbocchi, ovvero una variante dei seminari che già c’erano. Una volta per le scuole medie si facevano seminari che duravano una settimana”.

Žiža: “Quest’anno siamo riusciti ad aprire il nuovo corso di laurea per educatori in lingua italiana all’Università del Litorale, per gli insegnati di scuola elementare. Un altro passo fondamentale sarà quello di raggiungere l’equipollenza dei titoli di studio per tutti i nostri quadri che ottengono la laurea in Italia, fondamentale per avere i quadri necessari e per rispettare quelli che sono i Trattati internazionali. Fondamentale è anche iniziare il percorso scolastico dei bambini già dall’asilo; bisogna proporre che gli educatori seguano tutto il percorso dei bimbi in modo da valutarli e garantire la comprensione della lingua italiana per i tanti allievi che non sono di madrelingua italiana. In questo modo siamo convinti che cresceranno le iscrizioni alle scuole elementari”.

L’italiano nelle scuole slovene

Come rilevato dal conduttore, l’insegnamento dell’italiano nelle scuole della maggioranza è una delle noti dolenti per quanto riguarda la conoscenza e la diffusione della nostra lingua sul territorio. La mancanza dell’insegnamento della lingua italiana nelle scuole della maggioranza è e resta, per ora, un problema. Quindi la domanda sorge spontanea: come ripristinare le ore di studio della lingua italiana nelle scuole slovene sul territorio?

Orlando: “Questo è un grosso problema. Già nel passato avevamo una disparità di numero di ore di insegnamento della lingua italiana tra istituti della maggioranza e della minoranza. Su questo bisognerà fare leva, perché effettivamente gli alunni delle scuole slovene si ritrovano con una conoscenza molto più debole della lingua d’ambiente, che è anche lingua ufficiale nel nostro territorio”.

Žiža: “Negli anni abbiamo avuto tante riunioni con gli insegnati di lingua italiana nelle scuole slovene e quest’anno sono scaturite numerose proposte per motivare i ragazzi a imparare la lingua italiana. Una delle vie è aumentare il monte ore settimanale, portarlo almeno a 3 se non a 4; la seconda è inserire il test nazionale per la lingua italiana nelle scuole slovene al sesto e nono anno e la terza, la più importante, modificare a livello di Ministero per la Pubblica amministrazione l’articolo di legge che ci dà l’opportunità di valutare la conoscenza attiva della lingua italiana di tutti i candidati che vengono assunti in un ambiente pubblico sia dal punto di vista scritto che verbale”.

Tremul: “Così come sono state ridotte le ore, così devono essere ripristinate. Se noi studiamo nelle nostre scuole 3 ore di sloveno dalla prima elementare in poi con un certo tipo di qualità dell’insegnamento, altrettanto deve essere fatto nel territorio nazionalmente misto. Non vi è un reale motivo affinché questo non venga fatto. Ciò va regolato a livello ministeriale, di legge e regolamenti e poi applicato, e accompagnato anche qui da una politica volta a spiegare che l’italiano è bello, è la lingua più bella del mondo, quindi anche accattivante perché può portare pure a vantaggi economici”. I candidati hanno poi commentato la nuova legge sull’istruzione che entrerà in vigore con il primo di settembre e che offre diversi strumenti come il coinvolgimento delle istituzioni minoritarie nella definizione delle linee guida dei quadri della CNI.

Cultura

Quali sono le iniziative a cui dare maggiore peso considerato il budget nazionale ristretto e come portare a casa più finanziamenti?

Žiža: “Sicuramente bisognerà impegnarsi già dall’inizio per portare a casa più finanziamenti. Abbiamo l’Istituto Carlo Combi che praticamente non è finanziato, con un budget annuale di 13mila euro; il direttore ha un contratto di un giorno alla settimana e quindi non ha la possibilità di mettere in pratica tutto quello che si potrebbe fare. Poi c’è la cultura a livello di tutte le Comunità e le CAN che è sicuramente sottofinanziata. Sono di Isola e da anni lavoro presso il Consiglio comunale e la CAN: il 70 p.c. di tutti gli eventi culturali a Isola viene promosso dalla CNI con un budget irrisorio”.

Tremul: “Bisogna fare in modo che nel bilancio statale si apra un capitolo apposito per le attività culturali e il finanziamento delle nostre istituzioni. Da anni stiamo dicendo che i fondi devono essere aumentati, ma purtroppo gli aumenti non arrivano. In generale in questa campagna elettorale non si parla di cultura; noi dobbiamo spiegare l’importanza che ha per il territorio la presenza della CNI, anche dal punto di vista turistico, quindi dobbiamo puntare a finanziamenti che ci permettano non soltanto di vivacchiare, ma di creare vere politiche di sviluppo”.

Orlando: “Effettivamente i mezzi sono sempre limitati e dovrebbero essere assolutamente aumentati. Tutto l’impianto come tale è sottovalutato perché la cultura è quella che ha sempre avuto partita vinta sulle guerre. La cultura quando è espressa in un territorio come il nostro, è l’elemento che più lega le varie etnie, aiutando a socializzare le varie componenti nazionali. Questo ha un’importanza molto rilevante anche per convincere la maggioranza a garantire i finanziamenti che servono a migliorare l’attuale situazione”.

Parlando di cultura è stato affrontato anche il ruolo di Radio e TV Capodistria. I tre candidati si sono trovati concordi nel dare pieno sostegno a quest’istituzione, giudicata di vitale importanza per la CNI.

Il ruolo del deputato

Il deputato quando è a Lubiana deve esercitare la sua azione politica per ottenere il consenso necessario per promuovere ed attuare le proprie iniziative. “Quali strategie politiche intendete perseguire?”, ha chiesto Kariolič ai candidati.

Orlando: “Più che di strategia politica parlerei di strategia tecnica. Dobbiamo sapere come comunicare con i nostri interlocutori, che sono gli altri deputati, ma anche il personale di professione dei partiti. Dobbiamo essere presenti in tutte quelle Commissioni che possono decidere sui nostri finanziamenti, sui nostri diritti. Bisogna mettersi d’accordo prima, intervenire anche a livello personale, convincendo gli altri deputati della validità delle nostre idee.

Tremul: “Bisogna fare in modo di attuare la legislazione, che prevede che tutte le leggi che hanno delle attinenze con i diritti delle Comunità nazionali debbano prima passare al vaglio delle rispettive Comunità autogestite e quindi poi, anche a quello che è l’ufficio dei due deputati delle comunità nazionale. Quindi è necessario monitorare quest’aspetto e richiedere che questa procedura venga rispettata in maniera precisa. Poi c’è la questione del dialogo: bisogna dialogare con gli altri deputati e le forze politiche. Per poterlo fare bisogna avere le idee ben chiare, su cosa proporre e come proporlo. Bisogna farlo con gli argomenti giusti in maniera autorevole; se il deputato gode di autorevolezza questo diventa sicuramente più facile”.

Žiža: “Il tutto prende l’avvio con il contratto di inizio legislatura; nel contratto di lavoro quadriennale devono essere inserite le istanze delle quali abbiamo parlato oggi e altre ancora. Bisogna discutere a livello del nostro territorio con la CAN costiera che raccoglie i pareri di tutte le CAN comunali per poi farsi portatori delle loro esigenze. Ma non da soli, molto spesso bisogna essere accompagnati per dialogare con quelli che sono i ministeri competenti, i segretari di Stato e chiaramente anche i membri delle Commissioni. L’organismo più importante per noi è quella per la nazionalità italiana, dove non può essere presente soltanto il deputato al seggio specifico”.

I tre candidati si sono poi soffermati sulla collaborazione tra la CAN costiera e il deputato al seggio specifico.

Tremul ha sottolineato l’importanza di collaborare “con tutti, dalle CAN alle Comunità degli Italiani, con le scuole, le istituzioni italiane e l’Unione Italiana”. Per Žiža bisogna partire dal territorio, ovvero a seconda della legge e delle novità deve essere il personale competente a dare il proprio parere coordinandosi con le CAN comunali sotto la copertura della CAN costiera. Per Orlando la comunicazione e la collaborazione “devono essere a doppio filo”, con il deputato “che deve passare le informazioni per discutere in maniera quanto più ampia”. Indispensabili sono stati giudicati i rapporti bilaterali con la Nazione Madre, ma anche con la componente italiana dell’Istria croata. Fondamentale è stata giudicata l’unitarietà dell’Unione Italiana, considerata di vitale importanza per il mantenimento e la tutela della lingua e della cultura nel territorio di insediamento storico.

Appelli finali

E infine gli appelli conclusivi dei candidati.

Tremul: “Ci vuole esperienza, conoscenza, passione e amore. Bisogna amare questa comunità nazionale a cui io ho dedicato un’intera esistenza, un’intera vita. Ci sono dei sacrifici che dobbiamo fare e che abbiamo fatto. Se noi vogliamo dare visibilità, dare rappresentatività alla CNI, renderla forte unita, partecipe, che coinvolga la comunità nazionale, dobbiamo votare nella scheda il n.1 Maurizio Tremul”.

Žiža: “Ringrazio tutti i connazionali che mi hanno seguito in queste tre settimane. Ho trovato grande calore, grande partecipazione, grande sostegno; hanno capito che sono un uomo di squadra. L’ho ribadito tante volte, qualcuno è già stufo di sentirlo. Sono uomo di Comunità, voglio l’unitarietà d’intenti e l’unità di tutte le nostre forze dei connazionali sul territorio. Mi piacerebbe convincere nuovamente a riattivarsi tutti i connazionali che negli ultimi anni non hanno frequentato o hanno abbandonato progressivamente l’attività nella nostra Comunità”.

Orlando: “Io sono partito con un motto e dietro questo motto sto. Ritengo che le nostre Comunità siano abbastanza deboli, voglio che si rinforzino, voglio che i nostri connazionali siano più inclusi nella politica della CNI e per questo ho sempre ribadito che ci vogliono più informazioni. Con la mia esperienza quasi trentennale nelle istituzioni della CNI ho preparato tanti documenti che nessuno ha mai messo in dubbio.”

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