Agrokor. Quelle mail che creano imbarazzo

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Agrokor. Quelle mail che creano imbarazzo

ZAGABRIA | Un ennesimo scandalo, legato alla vicenda Agrokor, fa tremare di nuovo il governo di Zagabria. Il portale Index.hr ha pubblicato ieri mattina la corrispondenza privata, svoltasi tramite posta elettronica, di Martina Dalić, vicepremier e ministro dell’Economia. Si tratta di e-mail, dal contenuto oltremodo imbarazzante, che aveva scambiato nel periodo della stesura della cosiddetta “Lex Agrokor” con un gruppo informale di avvocati e consulenti, i quali sono stati successivamente ingaggiati nel processo di ristrutturazione dell’azienda.

L’opposizione ha dato subito fiato alle trombe. Ci troviamo dinanzi al più grande scandalo di questo governo, sostengono in molti. Un gruppo di persone estranee all’Esecutivo ha redatto segretamente un documento – divenuto poi legge – sulla procedura di amministrazione straordinaria nelle società di importanza sistemica per la Repubblica di Croazia, guadagnandoci sopra mezzo miliardo di kune tramite di incarichi nel processo di ristrutturazione. Questo è indubbiamente un grosso problema sia per la Dalić che per il premier Andrej Plenković, hanno avvertito ieri al Sabor i parlamentari dell’opposizione. Dalle file del centrosinisitra sono giunte subito richieste di dimissioni immediate da parte della vicepremier e ministro dell’economia. Il deputato socialdemocratico polese Peđa Grbin è stato ancora più duro, affermando che Martina Dalić deve finire subito dietro alle sbarre.
A parte le sortite dell’opposizione, peraltro scontate, profondamente compromettente in questo scambio epistolare, come rilevano determinati analisti, potrebbe rivelarsi il fatto che la Dalić abbia inoltrato a persone esterne una marea di informazioni riservate e segreti aziendali senza la firma di alcun contratto che ne garantisca la tutela, ovvero senza alcuna garanzia che questi dati non sarebbero stati utilizzati per altri scopi. Il ministro avrebbe fornito loro anche il contenuto di colloqui riservati tra i membri del governo con investitori, banchieri e diplomatici russi.

Legge dubbia

Le persone coinvolte in questo carteggio, almeno a giudicare da quanto messo in rete dal portale, sono Ante Ramljak e Tomislav Matić della Texo Management, Matko Maravić e Tonći Korunić della InterCapital, Branimir Bricelj della Altera Corporate Finance e Boris Šavorić e Toni Smrček dello studio legale “Šavorić i partneri”. Tutte queste persone sono state successivamente coinvolte nell’attuazione della nuova legge.
Dalle e-mail si può notare, secondo alcuni analisti, che gli addetti ai lavori fossero pienamente consapevoli dell’inconsistenza legale di questa legge. L’avvocato Šavorić scrive in una mail che “non importa se la legge finisce davanti alla Corte costituzionale, ma uno di loro dovrà essere amministratore straordinario”. Un altro momento importante del carteggio è quando discutono degli avvertimenti segnalati dal professor Miladin, della Facoltà di Giurisprudenza di Zagabria, secondo il quale “la Repubblica di Croazia si espone a conseguenze dannose, incalcolabili in relazione ai creditori, ma anche agli azionisti del debitore”.

Lo sapeva Plenković?

Sembra che il primo ministro sia stato informato di quanto stava accadendo nelle riunioni del gruppo di lavoro segreto. Si presume che il gruppo abbia avuto un incontro con Plenković il 23 marzo.

Il modello italiano

Il carteggio informale non offre a dire il vero alcuna novità di fondo sullo scandalo Agrokor, ma permette di capire come si sia giunti al varo della controversa legge e come in tutto questo trambusto si siano comportate determinate persone che ricoprono importanti incarichi governativi. Si sa, inoltre, che la legge italiana sulla vicenda Parmalat è stata una sorta di canovaccio per la stesura della Lex Agrokor. A questo proposito è interessante la valutazione del prof. Miladin, che trapela dalle mail, secondo la quale “la bozza di legge si differenzia dai punti chiave del modello legislativo italiano: non vi è alcun elemento comparativo che ci permetta di capire se questa normativa possa resistere ai test giudiziari” e in ultima analisi all’impietoso giudizio della storia.

Un esperimento azzardato

Il prof. Miladin valuta pertanto che con la Lex Agrokor non si fa altro che inventare di sana pianta un percorso giuridico “tipico soltanto per noi”, che rappresenta dunque “un esperimento” che può provocare “danni incalcolabili”.
Sia come sia, i diretti interessati, ossia il premier Andrej Plenković e la vicepremier Martina Dalić, ha respinto ogni addebito, sostenendo di aver operato sempre per il bene del Paese e di averlo fatto con successo, in quanto l’Agrokor è stata rimessa in piedi, mentre il patteggiamento con i creditori è ormai a portata di mano.

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