Agrokor Concentrarsi sull’accordo

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Agrokor Concentrarsi sull’accordo

ZAGABRIA | La “psicosi” sorta attorno al caso Agrokor non favorisce la soluzione dei problemi che oberano una delle principali società croate. Lo ha rilevato il commissario straordinario, Fabris Peruško, riferendosi alla scia di controversie legate alla gestione straordinaria della società fondata da Ivica Todorić.
Una situazione culminata ieri l’altro con le dimissioni rassegnate dall’ormai ex vicepremier e ministro dell’Economia, Martina Dalić, travolta dal cosiddetto scandalo Hotmail.
Il manager istriano ha affrontato l’argomento nel corso della conferenza stampa convocata ieri nel quartier generale del conglomerato per illustrare l’andamento del processo di ristrutturazione del gruppo. All’appuntamento con i giornalisti, oltre a Peruško, sono intervenuti pure i membri del Consiglio provvisorio dei creditori dell’Agrokor, più precisamente Marica Vidaković (dirigente della Kraš e rappresentante dei fornitori dell’Agrokor), Andrew Shannahan (Knighthead Capital Management) e Dijana Nikolova (VTB bank).

La crisi è superata

Peruško ha annunciato che nel corso della prossima settimana sarà definito l’accordo tra l’Agrokor e i suoi creditori. Nel concreto, alle parti interessate sarà reso noto il testo dell’intesa. “Sono i creditori a gestire il processo. La psicosi che si è creata attorno all’Agrokor non aiuta. Attualmente siamo impegnati a individuare il modo per impugnare le richieste di risarcimento ‘tattiche’, che hanno rallentato sensibilmente l’iter”, ha spiegato il commissario straordinario.
“Ci siamo lasciati alle spalle la crisi”, gli ha fatto eco Marica Vidaković. “Siamo riusciti – ha proseguito – a stabilizzare l’attività, la liquidità, le forniture e tutti gli elementi sui quali deve poter fare affidamento chi desidera fare business in modo ordinato. Il ruolo chiave in questo percorso lo hanno avuto i creditori, i finanziatori, i dipendenti e i membri della direzione straordinaria assieme ai consulenti”, ha aggiunto, rilevando che nel corso delle trattative i creditori sono riusciti a tutelare i loro interessi sulla base di argomenti concreti.

La politica faccia un passo indietro

La dirigente della Kraš ha ringraziato tutti coloro i quali hanno contribuito alla riuscita dei negoziati. “Desidero esprimere la mia riconoscenza anche a Martina Dalić, ai membri della gestione straordinaria e a tutti i consulenti che hanno contribuito al processo”, ha puntualizzato Marica Vidaković.
Interpellata sulle conseguenze che l’uscita di scena dell’ex vicepremier potrebbe avere sul processo, la manager ha chiarito che per quanto le concerne la politica e gli affari sono due cose separate. “Quanto sta accadendo sul fronte politico è inaccettabile. Per quanto mi riguarda la politica avrebbe dovuto smettere di occuparsi del processo l’8 aprile, quando al Sabor fu approvata la Legge sulla procedura di amministrazione straordinaria nelle società di importanza sistemica per la Repubblica di Croazia. Questo processo lo conducono i creditori. Stiamo parlando dei nostri soldi, del denaro delle nostre compagnie”, ha fatto presente la portavoce dei fornitori dell’Agrokor.

Questione di compensi

A tale proposito Andrew Shannahan ha ricordato che i finanziatori hanno investito ingenti risorse nell’Agrokor. Ha spiegato che ciò è stato fatto allo scopo di giungere a una soluzione equa per tutti. “Vogliamo dire chiaramente che il Consiglio provvisorio dei creditori rappresenta tutti i creditori dell’Agrokor, che a breve ne diventeranno i proprietari“, ha sottolineato il rappresentante del fondo newyorchese Knighthead. Ha notato che sono i finanziatori a sobbarcarsi tutti i costi legati al pagamento dei consulenti e dei membri della gestione straordinaria. “Si tratta di costi molto alti, in linea con gli standard internazionali applicati ai casi di medesima portata e complessità”, ha dichiarato Shannahan, chiarendo che si tratta di una spesa indispensabile per poter portare a termine l’operazione di salvataggio della società. Un discorso analogo è stato fatto anche da Dijana Nikolova. “Considerato il rilievo dei problemi e l’ammontare dei debiti dell’Agrokor, senza l’ausilio dei consulenti internazionali e locali e senza gli enormi sforzi profusi dai membri della gestione straordinaria non sarebbe stato possibile giungere a questo punto”, ha commentato la rappresentante della VTB.

Una poltrona calda

Nel corso della giornata di ieri Fabris Peruško, Andrew Shannahan e Pavao Mišković, rappresentante della Zagrebačka banka (Gruppo Unicredit) in seno al Consiglio provvisorio dei creditori dell’Agrokor, sono stati visti entrare ai Banski dvori.
Se da un lato i manager desiderano concludere i negoziati e giungere al più presto a un accordo, i politici sembrano essersi concentrati prevalentemente sugli scandali scoppiati attorno alla genesi della cosiddetta Lex Agrokor. L’opinione pubblica s’interroga a sua volta su chi erediterà le poltrone occupate fino a ieri l’altro da Martina Dalić. In pole position risulterebbe esserci il ministro della Tutela dell’ambiente e delle Politiche energetiche, Tomislav Ćorić. Il diretto interessato, tuttavia, ha definito poco probabile l’ipotesi.
La decisione a proposito spetta innanzitutto al primo ministro Andrej Plenković, il quale si è nuovamente incontrato ieri con i rappresentanti della coalizione di maggioranza.
Stando alle dichiarazioni rilasciate al termine della riunione Plenković continuerebbe a godere della fiducia e del sostegno dei partner dell’HDZ. Un rapporto messo a dura prova dallo scandalo Hotmail, che ha finito col costare la poltrona a Martina Dalić.

Le richieste delle opposizioni

L’ex vicepremier, si ricorda, è finita nell’occhio del ciclone a causa di un carteggio segreto risalente ai tempi della stesura della Lex Agrokor, uno scambio epistolare avvenuto tra la Dalić e un gruppo di avvocati e consulenti, esperti ingaggiati successivamente nel processo di ristrutturazione della compagnia zagabrese subissata dai debiti, intascando nel corso di circa un anno compensi il cui importo è stato stimato complessivamente a circa mezzo miliardo di kune.
Lo scandalo era stato portato alla luce nei giorni scorsi dal portale Index.hr. ed è culminato lunedì scorso con le dimissioni di Martina Dalić. Un gesto che però non ha posto la parola fine alla vicenda.
Difatti, l’opposizione, che invoca l’indizione di elezioni anticipate pretende chiarimenti. I deputati socialdemocratici Ranko Ostojić e Franko Vidović hanno preteso dal direttore dell’Agenzia per la sicurezza e l’intelligence (SOA), Daniel Markić di rendere noto se il primo ministro fosse al corrente del controverso carteggio.
Per gli esponenti di Barriera umana (Živi zid) non ci sono dubbi: la legislatura dovrebbe concludersi qui e la parola dovrebbe tornare agli elettori.

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