Morte e sepoltura nella cultura ebraica

La lezione di Rina Brumini è stata incentrata su usi e rituali legati alla preparazione delle salme all’inumazione. In seguito è stata aperta la mostra «Tahara»

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Morte e sepoltura nella cultura ebraica

La mostra “Tahara”, dedicata alla Camera mortuaria ebraica del Cimitero di Cosala, è stata aperta ieri pomeriggio nella sinagoga fiumana ed è stata preceduta da un’interessante lezione della professoressa Rina Brumini sugli usi e i rituali legati al decesso e alla cura della salma.

 

Fiume, porto delle diversità
Prima di presentare al folto (ma scaglionato) pubblico il tema della serata, il sindaco di Fiume, Vojko Obersnel, in un breve discorso di circostanza ha salutato i presenti e ha dichiarato di essere fiero di queste testimonianze della cultura ebraica, proprio come lo è di tutte le tracce lasciate dai popoli che sono passati per Fiume, vi hanno soggiornato o tuttora ne fanno parte.
“Vi ricordo ancora una volta che Fiume è porto delle diversità – ha puntualizzato Obersnel – e in quanto tale valorizza tutti i suoi elementi etnici e di altro tipo. Negli ultimi anni abbiamo investito tanto nelle minoranze e spero che tutti gli eventi loro dedicati continueranno pure in futuro”.

Il sindaco Vojko Obersnel e la relatrice Rina Brumini

Purificazione e vestizione
La parte centrale della serata, che ha attirato tanti storici e appassionati di cultura cittadina, tra cui pure Velid Đekić e il capodipartimento per la Cultura, Ivan Šarar, è stata la lezione della professoressa Brumini, la quale ha illustrato in apertura il significato dei termini ebraici Tahara (puro) e Tumah (impuro). La purezza è intesa in senso rituale e si ottiene con le abluzioni, col fuoco o mediante il sangue di un vitello (metodo non più usato in epoca moderna). La morte è considerata la contaminazione per eccellenza e in quanto tale esige tutta una serie di rituali che la comunità Chevra kadisha effettua, tra cui il rituale di purificazione del corpo e la vestizione per l’inumazione.

Lo storico Velid Đekić

Gli ebrei al Cimitero di Cosala
Rina Brumini ha spiegato pure l’aspetto storico di tali pratiche e ha mostrato alcuni documenti dell’Archivio di Stato di Fiume che attestano la presenza di comunità ebraiche a Fiume nel XVII e XIX secolo. Dai documenti si evince che le autorità cittadine avevano previsto una porzione del Cimitero di Cosala da destinare alla comunità ebraica e che proprio l’apertura della città alla minoranza religiosa contribuì al suo insediamento. L’ultima parte dell’esposizione è stata dedicata alla Camera mortuaria che rappresenta il tema della mostra e che è stata restaurata usando materiali originali, come prescritto dai conservatori. Brumini ha illustrato la funzione dei vari vani, ha tradotto la dicitura delle insegne e in conclusione ha consegnato alla storica dell’arte Daina Glavočić le chiavi della struttura in modo da potervi portare i visitatori nel corso delle visite guidate.

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