A Gorizia torna èStoria per parlare anche di noi

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A Gorizia torna èStoria per parlare anche di noi

Una scorpacciata di libri, autori, presentazioni, novità, dibattiti e tanto altro alla XVI edizione di èStoria, il Festival internazionale che si tiene a Gorizia. Quest’anno l’appuntamento, dal 14 al 20 maggio, è dedicato alle Migrazioni. Tema di incredibile attualità che coinvolgerà centinaia di partecipanti in una kermesse che assorbe gli interessi e le necessità di autori del territorio e non, alla ricerca di luoghi in cui presentare le proprie opere ma anche in cui avviare un giusto confronto per crescere. Spirito di una manifestazione libraria, con tantissimi giovani universitari, studiosi, scrittori, molti dei quali appartenenti ad una realtà giuliano-dalmata che avevno animato le giornate della Bancarella fino a qualche anno fa a Trieste, ma replicate anche a Roma e Torino, di cui si continua a sentire la mancanza.

La dimensione locale

In questa edizione di èStoria saranno veramente in tanti a raccontare il territorio fisico, ma anche quello storico-sociale, artistico e d’autore giuliano-dalmata. Difficile nominarli tutti, anche perché laddove gli autori appartengono ad altre aree geografiche, è la tematica che riporta il tutto a una dimensione locale. Il flusso delle conferenze che ci riguardano più da vicino e che andiamo ad annunciare, inizierà giovedì 17 maggio (11-13) nell’Aula 3 del Polo Universitario Santa Chiara (via Santa Chiara 1) con i saluti delle autorità e la tavola rotonda su “Migrazioni tra storia, geopolitica e diritto” con la partecipazione di Fulvio Salimbeni, Arturo Pellizzon, Gianluca Volpi, Roberto Bernardini, Guglielmo Cevolin, Giorgio Da Gai, Arturo Pellizzon.

Pola, città dolente

In serata, alle 20.30 al Kinemax Gorizia, piazza della Vittoria 41, con l’introduzione di Paolo Lughi e Giuseppe Parlato, proiezione del film “La città dolente” di Mario Bonnard (1949). Berto, cittadino italiano di Pola, sceglie di rimanere in Jugoslavia dopo il trattato di Parigi che toglie all’Italia la sovranità sulla città. Si pente presto e si adopera per il rientro in patria di moglie e figlio, mentre per lui l’esilio finirà tragicamente.
La mattinata di venerdì 18, inizierà col tema “L’esodo giuliano-dalmata. Testimonianze familiari e memoria storica per ripercorrere un tragico lascito della Seconda guerra mondiale, l’esilio dei tanti italiani che abbandonarono il territorio”. Dalle 11.30 (Sala del caminetto, Unione Ginnastica) a prendere la parola saranno Antonio Ballarin, Franco Luxardo e Piero Luxardo.

La stampa della CNI

Nel pomeriggio ci si potrà spostare nell’Aula Magna Polo Universitario Santa Chiara, per seguire la presentazione di “Il percorso di un’eredità – la stampa della comunità nazionale nel solco della storia dell’editoria italiana dell’Adriatico orientale” volume del Centro di Ricerche Storiche di Rovigno. Intervengono: Ezio Giuricin, autore del volume, con Fulvio Salimbeni e Giovanni Stelli.
Un esaustivo panorama della storia della stampa quotidiana e dell’editoria in lingua italiana dell’Adriatico orientale (Istria, Fiume e Dalmazia), dalla fine del XVIII secolo ai giorni nostri, con particolare riferimento al percorso storico della stampa della minoranza italiana. Il proposito è di tracciare una linea di raccordo e di continuità fra la grande tradizione della stampa e dell’editoria italiane sviluppatesi in queste terre dalle origini sino alla seconda guerra mondiale e quella degli italiani “rimasti” dopo l’esodo al fine di rappresentare, attraverso un’ampia documentazione e analisi delle fonti, la ricchezza e la complessità di questo patrimonio.

Un sogno rivoluzionario

Sempre nell’Aula Magna, ma alle ore 17, Luca Giuseppe Manenti e Roberto Spazzali presentano “Il bibliotecario di Ventotene. Vita di Mario Maovaz” (Spalato 1880-Trieste 1945). Una vita, la sua, tutta spesa a realizzare un grande sogno rivoluzionario di emancipazione e libertà, dai moti a Pola e Trieste nel 1918 al confino a Ponza nel 1932. Poi la detenzione alle Tremiti, Lucera e Ventotene, dove (svolgendo le mansioni di bibliotecario) incontra Enrico Rossi di cui condivide il progetto europeista che sfocerà nel Manifesto. Infine, la partecipazione alla Resistenza triestina fino all’arresto, tortura e morte per fucilazione nel 1945.

Cervelli in fuga

Alle 17.30, Tenda Erodoto, Giardini Pubblici “Via dall’Italia” con Pierluigi Celli e Piergiorgio Odifreddi: una conversazione per affrontare in particolare il tema dei giovani italiani che lasciano sempre più numerosi il Paese in cerca di opportunità che troppo spesso non trovano in casa. Cervelli in fuga, eccellenze della ricerca, imprenditori in erba, professionisti o semplicemente lavoratori che anelano a migliori opportunità. Un problema che riguarda tutto il territorio.
Nella Sala Della Torre, (18-19), Fondazione Cassa di Risparmio di via Carducci 2, “Flashpoint Trieste” con Christian Jennings e Lorenzo Salimbeni. Sul finire della Seconda guerra mondiale, lo scacchiere internazionale era ancora privo di un nuovo ordine e tra le situazioni più complesse da affrontare per i vincitori del conflitto vi era senz’altro quella di Trieste. L’incontro ripercorre questi anni cruciali e densi di drammi umani in un’ampia visione d’insieme, tenendo presente partigiani italiani e soldati dagli angoli più remoti dell’Impero Britannico, ufficiali americani e nazisti in fuga, comandanti jugoslavi e spie al soldo del miglior offerente.

L’identità di Fiume

Medesimo orario, ma luogo diverso, dalle 18 alle 19, presso l’Aula Magna Polo Universitario Santa Chiara, incontro con Giovanni Stelli e il suo libro “Storia di Fiume, dalle origini ai giorni nostri”. Il nome di Fiume è associato in genere all’Impresa dannunziana e al periodo in cui la città quarnerina, governata dal poeta-soldato con il sostegno del Consiglio nazionale, fu al centro dell’attenzione internazionale e teatro di esperimenti costituzionali e iniziative culturali tanto interessanti quanto controversi. In realtà l’Impresa dannunziana costituisce solo un momento, per quanto decisivo, di una storia secolare nel corso della quale la città di San Vito difese tenacemente la sua identità linguistica e culturale di carattere italiano, che emerge fin dal Medioevo e si afferma nei secoli successivi nel corso del complesso gioco politico tra le potenze interessate all’area quarnerina: Venezia, gli Asburgo e l’Ungheria. Interviene, con l’autore, lo storico Fulvio Salimbeni.
La serata sarà dedicata alla musica e al teatro, a partire dalle 18.30 e fino alle 22 alla Tenda Giovani, Giardini Pubblici, aperitivo culturale e tavola rotonda con testimonianze. “Vento d’Istria – cineforum” con Alberto Vidon e Valter Sivilotti. A seguire cineforum con proiezione dello spettacolo “Magazzino 18” di Simone Cristicchi.

Osimo, l’ultimo capitolo dell’esodo

Sabato mattina alle 10 al Polo Universitario Santa Chiara, s’apre con un tema forte e controverso “Osimo, l’ultimo capitolo dell’esodo giuliano-dalmata”, che si lega alla vicenda Moro che sarà affrontata a èStoria nei giorni precedenti. Sabato, però, si parlerà dell’abbandono delle località dell’Adriatico orientale, dopo la Seconda guerra mondiale, da parte del 90 per cento delle comunità italiane autoctone e lì radicate da secoli. Il trattato di Osimo del 10 novembre 1975 è stato decisivo nell’ambito della soluzione di diverse questioni collaterali all’esodo di quasi 350.000 istriani, fiumani e dalmati, ma molteplici sono i nodi interpretativi ancora da sciogliere. Da un lato la richiesta di tutela degli interessi nazionali si è scontrata con la volontà di Aldo Moro di chiudere una questione internazionale per suggellare in politica interna le aperture a sinistra. Da un altro lato i benefici economici prospettati per Trieste e Gorizia non si sono mai concretizzati. Ne discuteranno Mattia Magrassi, Lorenzo Salimbeni, Giuseppe de Vergottini e Davide Rossi.

L’irredentismo adriatico

E come non segnalare alle 10 alla Mediateca Ugo Casiraghi, via Bombi 7, l’incontro con Luca G. Manenti, Luca Zorzenon e Pierluigi Sabatti su “Grande Guerra e finis Austriae. Stato e nazione nel socialismo triestino di Angelo Vivante”: è stato uno degli esponenti di maggior spicco del socialismo triestino dei primi del ‘900. Austro-marxista di lingua e cultura italiana, fedele all’ideologia dell’internazionalismo proletario, ha dedicato il suo impegno allo studio della situazione politica, sociale ed economica di Trieste alla vigilia della Grande Guerra (“Irredentismo adriatico”, 1912) e alla battaglia politica contro i nazionalismi e in favore della pace. L’incontro farà il punto sugli studi internazionali dedicati alla sua figura e ai suoi scritti.

Migrazioni forzate

Domenica mattina, 10.30-12, sempre nell’Aula Magna Polo Universitario Santa Chiara, “Migrazioni forzate e identità”, tavola rotonda voluta dall’Associazione della Comunità Istriane. In Europa, nel XX secolo, intere popolazioni vennero espulse, deportate e ricollocate altrove, o costrette a emigrare. Il fenomeno interessò in particolare quella parte del continente divisa, fino alla Prima Guerra Mondiale, fra gli imperi zarista, tedesco, asburgico e ottomano. Dopo una descrizione generale del fenomeno da quello altrui a quello degli esuli giuliani, si andrà a esaminare le sue conseguenze dal punto di vista della trasmissione della memoria con la ricercatrice e della conservazione dell’identità. Intervengono: Ezio Giuricin, Antonella Pocecco, Biagio Mannino e Giorgio Tessarolo.

L’Istria abbandonata

Alle 11 presso Palazzo De Grazia, via Oberdan 15, verrà raccontato cosa accade nell’Europa dell’est. A quasi trent’anni dalla caduta del muro di Berlino torna la voglia di costruire nuove barriere per difendersi dai migranti, ma anche dal melting pot dell’occidente. Ne parlano Ervin Hladnik Milharcic e Stefano Lusa. E ancora presso il Polo Universitario, alle 15 Silva Bon, autrice di “Guido Miglia. Vivere l’Istria” dialogherà con il giornalista Ezio Giuricin sul personaggio Miglia. “La elaborazione del suo pensiero politico-sociale – afferma la Bon – passa attraverso il ricordo dolce/amaro dell’Istria abbandonata; attraverso l’impegno profuso nel mondo della scuola; attraverso la testimonianza attiva di un esule democratico, tra i fondatori della rivista “Trieste” e del Circolo di Cultura Istro Veneta “Istria”, amico, tra gli altri, di Biagio Marin e di Fulvio Tomizza”.

La tradizione culinaria

E alla Tenda Giovani, alle 16.30, “Vento d’Istria” con Marialuisa Cecere. I sapori del territorio istro-veneto, cosa persiste e cosa si è perso dai trattati di epoca medievale a oggi. Percorso attraverso la storia e la tradizione culinaria della regione istro-veneta partendo dai primi ricettari medievali per giungere sino ai giorni nostri. E alle 17 al Polo Universitario “Leggere il presente dalle migrazioni” ovvero i fenomeni migratori che hanno trasformato le terre e i continenti e la composizione biologica, etnica e linguistica dei loro abitanti. In particolare, saranno presentate le migrazioni economico-politiche nell’area triveneto-adriatica dalla fine dell’Ottocento agli anni ‘50 del XX secolo confrontandole con quelle di popolazioni di altri territori europei, passando poi alle emigrazioni del popolo ebraico nel primo Novecento per giungere infine all’analisi degli effetti trasgenerazionali sull’identità nell’esodo istriano. Intervengono Silva Bon, Biagio Mannino, Diego Redivo e Anna Piccioni.

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