Chi si astiene dal voto si astiene dall’italianità

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Chi si astiene dal voto si astiene dall’italianità

Si avvicina l’appuntamento elettorale per il rinnovo dei vertici dell’Unione Italiana e dell’Assemblea della massima associazione rappresentativa della CNI in Croazia e Slovenia. L’appuntamento con le urne è fissato per domenica, 8 luglio. Guardando a questo, Floriana Bassanese Radin, nel suo ruolo di vicesindaco di Umago eletto in rappresentanza della CNI ha formulato un invito al voto. “Cari connazionali umaghesi, mi rivolgo a voi in occasione delle imminenti elezioni per la Comunità Nazionale Italiana previste per l’8 luglio 2018.

Le quattro Comunità dell’Umaghese lavorano per l’affermazione della presenza italiana nella vita culturale e socio politica cittadina. Colgo l’occasione per rivolgere un ringraziamento alle presidenze, ai soci, dirigenti, attivisti e amici delle nostre CI. Un ringraziamento anche alle istituzioni, alla Città di Umago, alla Regione istriana, all’UI e all’UPT, alla Famiglia Umaghese per il sostegno. Per mantenere questo impegno e gli obiettivi dobbiamo recarci alle urne. Sentiamo spesso: Ma che voto o no, non cambia niente. Che voti i altri! Sbagliato perché conta molto ogni voto. Quattro anni fa l’affluenza al voto è stata del 25 p.c. Dobbiamo lavorare per migliorare questo risultato che non ci fa onore. Se questa percentuale non migliora vuol dire che non esistiamo più, la nostra Comunità non esiste e questo inciderà anche sulle istituzioni italiane dell’Umaghese: la scuola materna e la scuola elementare”, ha scritto in una lettera aperta inviata al nostro giornale.
“Restare a casa, non partecipare al voto, non è assolutamente accettabile. Non esiste sgarbo, tradimento più grande che possiamo fare a noi stessi, alla Comunità Nazionale Italiana intera che astenersi dal votare. E penso a tutti i connazionali: da Crevatini a Spalato tutti dobbiamo essere responsabili nei confronti del nostro dialetto, della lingua e cultura italiana, delle Comunità e delle nostre istituzioni. Dobbiamo prima di tutto esserci per noi e poi per l’ambiente sociale che ci circonda che non sempre è amichevole. Non dimentichiamo che gli altri ci osservano e ci contano. I freddi numeri della presenza al voto sono un criterio di valutazione anche se noi non lo accettiamo”, prosegue la Bassanese Radin. “La presenza alle urne per queste elezioni rappresenta anche un piccolo banco di prova per il prossimo censimento nazionale che si terrà nel 2021. Il voto di ognuno di noi è la conferma che siamo una realtà presente, interessata alle questioni del territorio e della CNI stessa e che ancora possiamo e vogliamo influire nella vita politica, culturale e sociale di casa nostra. Esserci sempre, sostenerci a vicenda piuttosto che ostacolare anche quando non siamo d’accordo con le scelte delle persone, con il risultato ottenuto, perché questo comunque vuol dire azione, attività, reazione che significa vita.”, aggiunge. “Grazie al voto possiamo scegliere di cambiare, dare un indirizzo e soprattutto continuare ad esistere, creare un futuro. Quale e quanto futuro avrà la nostra minoranza dipende da noi ora, adesso. Chi si astiene dal voto, si astiene anche dall’essere italiano. Non c’è appartenenza completa alla CNI senza il voto.
Votare è nostro diritto democratico e soprattutto obbligo morale verso noi stessi, le nostre radici, l’identità culturale dei nostri nonni. Loro si sono impegnati a fondare le Comunità, noi – conclude – impegniamoci a mantenerle vive e attive”.

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