Ski lift a Valovine Avanza la protesta

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Ski lift a Valovine Avanza la protesta

Ma che cosa sarà mai un bagno di mare salutare in un’insenatura protetta (non legalmente, però per ordine naturale delle cose), in confronto a qualche minuto d’ebbrezza pagato profumatamente per caracollare (non su di un cavallo) su di una fune sospesa sulla superficie marina? Lo “ski lift” in via di costruzione nell’insenatura di Valovine (la prima che si vede appena scesi dalla corriera che porta a Stoia), ha fatto già l’infelicità di centinaia di bagnanti e ha fatto nascere incredulità tra la popolazione, gli ambientalisti e i biologi. Abbiamo detto “in via di costruzione” perché la “Warm up”, – società zagabrese che investe nell’impianto sportivo-ricreativo e che è già in possesso della concessione demaniale –, ha impiantato in mare dei piloni di cemento e ora s’appresta a fare il resto. Piloni che gli operai ingaggiati hanno conficcato in mare, nella sabbia della baia, tanto da lasciare straniti anche i frequentatori del vicino campeggio e quelli dello stabilimento balneare.

È appena partita la denuncia di Zelena Istra-Istria Verde nei confronti del concessionario, colpevole – secondo gli ambientalisti – di mettere a rischio la Pinna nobilis, specie marina protetta e a rischio d’estinzione. La baia, afferma Istria Verde tramite la presidente Dušica Radojčić, dev’essere difesa per la biodiversità e la conservazione in situ degli ecosistemi e degli habitat naturali. L’Associazione ecologista ha sondato i fondali dell’insenatura (è possibile vedere il video che hanno registrato su https://tinyurl.com/valovine-periske-22062018), anzi lo hanno fatto i sub, che hanno trovato già le prime tracce del danno causato da queste prime operazioni.
Nessuno è contrario alle attività umane quali l’allestimento di “beach bar” e l’offerta di contenuti di tipo sportivo-ricreativo, anche dello ski-lift “da grotta a grotta” per il brivido di chi in spiaggia non trova di meglio da fare che cercare il “pericolo” e qualche scarica di adrenalina. Istria Verde ribadisce che si è contrari casomai alla scelta erronea del luogo in cui queste attività dovrebbero avvenire, mentre invece –a studiarla meglio – si potrebbero trovare ubicazioni “più felici”, o meglio dire isolate. La scelta di una spiaggia cittadina è cosa riprovevole. Com’è imperdonabile, insiste Istria Verde, che la Regione istriana abbia rilasciato la concessione senza tenere conto delle valide ragioni da loro opposte.

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