IL COMMENTO Quelle ronde dello scandalo

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IL COMMENTO Quelle ronde dello scandalo
Miro Bulj, sindaco di Sinj (Signo)

Ha suscitato un’ondata di polemiche in Croazia l’annuncio del deputato del Most e sindaco di Sinj (Signo), Miro Bulj, di voler introdurre nell’entroterra dalmata delle ronde armate in funzione antimigranti, per vigilare sul confine con la vicina Bosnia ed Erzegovina, considerato troppo permeabile. I cittadini hanno il diritto all’autodifesa, è la tesi del sindaco di Sinj, secondo il quale il transito di migranti lungo la rotta balcanica sta allarmando la popolazione dell’entroterra dalmata che non si sente più sicura e protetta a sufficienza dalle forze dell’ordine. L’idea che i cittadini impugnino le armi e costituiscano delle ronde antimigranti è stata immediatamente rigettata dal ministro degli Interni, Davor Božinović, che l’ha definita illegale. Ma Miro Bulj, noto anche in Parlamento per la sua indole irruenta, non si è arreso ha anzi affermato che le ronde sarebbero pronte persino ad aprire il fuoco se i migranti dovessero sparare contro di esse. Gli analisti più disincantati hanno di fatto bollato la sortita del deputato e sindaco di Sinj come una trovata elettorale, rilevando che rispetto ad altre zone più a nord nell’entroterra della Dalmazia centrale i migranti irregolari sono relativamente pochi. Con le sparate di Miro Bulj il Most si è confermato ancora una volta come uno schieramento che guarda a destra, in quanto dal centro e dalla sinistra si sono affrettati tutti a distanziarsi dall’idea delle ronde antimigranti, considerate soltanto come un modo per alimentare la psicosi e fare dell’inutile allarmismo. Che succederebbe se durante un eventuale scontro a fuoco con i migranti qualcuno dovesse restare ucciso, è stata la domanda retorica posta da altri parlamentari molto più moderati. La sortita del sindaco di Sinj, in pratica, ha poche probabilità di realizzarsi nella prassi, le ronde sono destinate quasi sicuramente a rimanere un pio desiderio di qualcuno, ma rappresenta comunque la spia di un malessere che si sta diffondendo tra la popolazione delle aree rurali lungo la rotta migratoria balcanica. Le sparate di Miro Bulj evidenziano pure che il tema dell’emergenza migratoria, fino a non molto tempo addietro praticamente assente dal dibattito politico nazionale in Croazia, sia destinato a diventare un argomento elettorale di primo piano alla vigilia degli appuntamenti con il voto del prossimo anno, dalle elezioni europee, a quelle parlamentari, a quelle presidenziali.
Se dalle file della destra si invoca il dispiegamento dell’esercito alla frontiera, nei punti caldi, per fronteggiare le migrazioni irregolari, non mancano le richieste di parte dell’opinione pubblica e di un po’ tutta l’opposizione di accettare lo schieramento di Frontex – osteggiato dal premier Andrej Plenković – pure sul suolo croato. Se non altro, è il ragionamento forse un po’ cinico di una parte degli analisti, questo permetterebbe al Paese di condividere con l’Europa la responsabilità per le ondate migratorie e i confini permeabili.

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