ORLANDERIE Poljud, una bolgia infernale pregna di calcio e politica

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ORLANDERIE Poljud, una bolgia infernale pregna di calcio e politica

Le regionali Rijeka e Istra 1961 sono state costrette al pareggio davanti al proprio pubblico nel turno che precede la pausa in campionato per gli impegni della nazionale. Polesi sfortunati contro l’Inter, hanno subito il gol all’ultimo respiro della partita: “flipper” in area e il portiere avversario che tocca la palla e trova la via del gol. I polesi avrebbero meritato di più rispetto al Rijeka, che nella prima partita a Rujevica del nuovo allenatore Simon Rožman hanno lasciato piuttosto a desiderare. Una difesa colabrodo, chiusure approssimative degli spazi difensivi, nessuna comunicazione tra i giocatori. Il povero portiere Prskalo ha dovuto salvare capra e cavoli… Insomma, è stato un weekend amaro per fiumani e polesi.
Ora riflettori puntati sulla nazionale. Zlatko Dalić, il selezionatore che ha portato la Croazia quasi in cima al mondo conquistando le montagne russe, sarà finalmente sul campo di gioco, in panchina, suo posto di lavoro, dopo essere entrato tutti i giorni nelle nostre case con la carta di credito di una banca immersa in una crema spalmabile al cioccolato. Dalla TV. A quattro anni e mezzo di distanza, ossia dalla partita Croazia-Italia 1-1 del 12 giugno 2015, la nazionale ritorna a Spalato. “Nella Spalato croata”, come ha detto Dalić nel corso della prima conferenza stampa. Una frase dal significato profondo… Mah? L’ultima volta che si giocò al Poljud, che senza pubblico sembrava un cratere sulla luna, ci riporta alla memoria la croce uncinata disegnata sul tappeto erboso. Gli autori di questo spregevole gesto non sono stati mai scoperti, anche se la presidente della Repubblica Kolinda Grabar Kitarović aveva ordinato di individuare i colpevoli.
Zlatko Dalić ha voluto portare la nazionale a Spalato. Ci è riuscito grazie all’impegno del segretario generale della Federcalcio croata, Marijan Kustić, l’uomo che ha preso in mano le redini della Federcalcio, tanto che il presidente Davor Šuker sembra ora soltanto un “ministro degli affari esteri”. L’ex bomber della nazionale era infatti contrario che si giocasse a Spalato. Kustić, invece, ha svolto un intenso lavoro politico, o meglio, ha eseguito gli ordini del partito al potere, del capo dello Stato e del premier Andrej Plenković. Il calcio e la nazionale croata al servizio della politica. In vista delle prossime elezioni…
La presidente Kolinda Grabar Kitarović, che in Russia entrava nello spogliatoio di Dalić e compagnia, festeggiava con baci e abbracci, probabilmente non ci sarà al Poljud. Sarebbe troppo pericoloso. Non verranno nemmeno i dirigenti dell’Hajduk, che con questa partita non vogliono avere nulla a che fare. Sono ostaggi dei propri tifosi, della Torcida, in guerra con la Federcalcio. Siamo all’assurdo! Una partita della nazionale nella “Spalato croata” senza l’Hajduk! I biglietti, 35.000, sono comunque andati a ruba… La Dalmazia e l’Erzegovina sono in fermento. Il Poljud, con i tifosi dell’Hajduk o senza, stasera sarà una bolgia infernale. Un vulcano che dovrebbe mettere paura all’avversario, l’Ungheria dell’italiano Marco Rossi, che nella prima partita a Budapest ha messo la museruola a Zlatko Dalić.
Il segretario Kustić ha stracciato la lista degli ospiti compilata da Šuker, che non sarà presente al Poljud. È Kustić il direttore d’orchestra della Federcalcio, dell’Accadizeta al potere. Tesserati lo sono quasi tutti i membri dell’Esecutivo del massimo organismo del calcio croato, premiati con 200.000 kune a testa per il trionfo in Russia.
Kustić e Dalić hanno portato la nazionale a Spalato. Spalato è una citta blindata, l’albergo che ospita la squadra è un… bunker. Tutti vogliono bene a Modrić e compagni, ma siamo a Spalato. Sul campo della Torcida.

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