INSEGNANDO S’IMPARA La maledizione di Miramare

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INSEGNANDO S’IMPARA La maledizione di Miramare
Il Castello di Miramare

Quando in precedenza era stato toccato il tema della superstizione, avevamo citato la frase del grande Eduardo “Essere superstiziosi è da ignoranti, ma non esserlo porta male” che si adatta benissimo all’argomento di oggi, cioè la leggenda della presunta maledizione del Castello di Miramare. Mi scuso fin d’ora se ripeterò fatti noti ma, come dicevano i nostri avi latini, repetita iuvant.

Il castello sul promontorio di Grignano, per noi istriani, e in particolare per coloro che a Trieste ci hanno studiato, fa parte dell’immaginario culturale collettivo. È uno dei luoghi d’attrazione della città, per cui appare in mille immagini di rappresentanza, lo abbiamo raggiunto a piedi da Barcola, passato in macchina viaggiando sulla costiera. Molti ne hanno visitato almeno i giardini che appaiono sullo sfondo delle foto di nozze di chissà quante coppie triestine e non. Ci sono noti anche alcuni dettagli della tragica storia di Massimiliano e Carlotta, per cui sapere che sull’edificio grava una maledizione non sorprende più di tanto.

Forse il dramma principale dell’arciduca Massimiliano d’Asburgo era quello di essere il cadetto intelligente e sensibile di una famiglia regnante piuttosto rigida e autoritaria. Destinato a non diventare mai imperatore, era pure stato rimosso dal suo incarico di Viceré del Lombardo-Veneto a causa delle sue posizioni liberali. Così si era trovato “disoccupato” a risiedere sempre più spesso a Trieste assieme alla giovane e devotissima moglie Carlotta del Belgio, sposata per amore. Scelse quindi il suggestivo promontorio per farsi costruire, dall’architetto Carl Junker, una dimora da sogno che non ebbe mai l’opportunità di godersi pienamente. La costruzione iniziò nel 1856 e non era ancora completata quando la coppia vi si installò nel 1860. Ma già nel 1864 la lasciavano alla volta di Veracruz, avendo Massimiliano accettato il titolo di imperatore del Messico, su invito di alcuni nobili messicani e con il sostegno di Napoleone III. La mossa fu fatale in quanto le condizioni in Messico erano turbolente e il neoimperatore non era stato riconosciuto né dai liberali né dai rivoluzionari. Resasi conto della gravità della situazione, nel 1866 Carlotta si precipitò in Europa per cercare inutilmente appoggi, rivelando nel contempo anche una crescente instabilità mentale. La tragedia si consumò il 19 giugno 1867 con la fucilazione di Massimiliano, mentre Carlotta, ancora ignara delle vicende del marito scivolava nella pazzia e, dopo un brave periodo passato a Miramare, fu fatta rientrare in Belgio dove morì nel 1927.

Qui inizia però la leggenda secondo la quale il fantasma di Massimiliano (secondo altre voci, quello della moglie) si aggira ancora nel parco di Miramare, mentre Carlotta, distrutta dal dolore e dalla rabbia, prima di lasciare per sempre il castello avrebbe lanciato una maledizione molto precisa rivolta a tutte le teste coronate ed ai capi militari sposati che in futuro vi avessero dimorato:

“Chiunque abiterà sotto questo tetto

muoia come il mio consorte:

lontano dalla Patria, lontano dagli affetti,

di violenta morte, in peccato mortale”.

È interessante vedere quali siano state le sorti di quelli che dimorarono nel castello a cominciare dalla famiglia degli Asburgo. Il Principe ereditario Rodolfo morì suicida nella dimora di caccia di Mayerling assieme alla giovane amante, la Baronessa Maria Vetsera, quindi lontano dai parenti stretti e in peccato mortale. Sia, sua madre, l’imperatrice Sissi che suo fratello Francesco Ferdinando finirono assassinati. Lei a Ginevra per mano dell’anarchico italiano Luigi Lucheni il 10 settembre 1898, lui a Sarajevo vittima dell’attentato di Gavrilo Princip il 28 giugno 1914. Fatalmente Francesco Ferdinando e la moglie Sofia, avevano soggiornato a Miramare proprio prima di partire per la Bosnia. Infine l’ultimo imperatore, Carlo I d’Austria, succeduto a Francesco Giuseppe nel 1916, morì di polmonite in esilio a Madera nel 1919 a soli 35 anni.

Almeno altri quattro personaggi di sangue imperiale meno noti, che dimorarono nel castello, ma che per questioni di spazio tralasciamo, ebbero morti premature e violente.

Negli anni Trenta, il castello divenne dimora di Amedeo Duca d’Aosta, che, partito per la guerra d’Africa, fu fatto prigioniero in Etiopia. Si ammalò di tubercolosi e malaria e fu trasferito all’ospedale di Nairobi dove morì il 3 marzo 1942, lontano dalla patria e dalla famiglia.

Durante la II Guerra mondiale Miramare divenne la residenza degli ufficiali dell’esercito nazista, tra cui spiccano il Commissario Supremo del Litorale Adriatico Friedrich Rainer e il Generale della Wehrmacht Ludwig Kübler entrambi giustiziati a Lubiana a tre anni l’uno dall’altro. La loro fine, pur collimando con i particolari della maledizione, secondo me non fa testo in quanto quasi tutti gli ufficiali nazisti sopravvissuti hanno avuto una morte violenta in terra straniera lontano dagli affetti.

Molto più interessante è il destino subito dagli ufficiali del Governo Militare Alleato che si sono succeduti durante il periodo del Territorio Libero dei Trieste conclusosi alla metà degli anni Cinquanta.

Il Generale americano Bryant Moore, partì dal castello alla volta della guerra di Corea, e fu abbattuto col suo elicottero sul fiume Han nelle vicinanze di Yeoju, mentre il suo successore, il Generale Bernice Musgrave McFadyen, dopo un lungo periodo al castello, venne richiamato negli USA dal presidente Eisenhower, ma non vi arrivò mai perché morì in un incidente stradale proprio prima di imbarcarsi per l’America. Sembra che solo il Colonnello neozelandese Bowman, uno dei primi alleati ad arrivare a Trieste, avesse dato credito alla leggenda preferendo perciò accamparsi in tenda nel giardino del parco e solo per una notte. Sarà stato forse il caso, ma la sua vita fu risparmiata dai malaugurati effetti della maledizione.

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