IL FATTO Pola, una città che si ritrova di colpo pudica e analcolica

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IL FATTO Pola, una città che si ritrova di colpo pudica e analcolica

Adesso si scende a livello di barzelletta.

Il caso di Pola e di un presunto subentrante proibizionismo si è esteso a macchia d’olio, facendo scalpore attraverso i media su scala nazionale, fino a raggiungere persino la home page di alcuni portali esteri. I titoli lasciano di stucco e fanno impressione. Anche paura.

“Niente alcol fuori dai bar e topless messi al bando: nuove regole in vista sulle spiagge di Pola!”. La Città dell’Arena torna a riabbracciare il puritanesimo medievale, ripristina l’età dell’oscurantismo, la mentalità di un’affettata intransigenza morale? L’artefice di quest’annunciata austerità di costumi sarebbe il primo cittadino di Pola, Filip Zoričić.

La sua colpa è quella di esser entrato nel merito di questioni delicate: dress code (femminile) da spiaggia e regimi di astinenza dall’alcol (per ambo i sessi). Così è almeno quello che si va dicendo senza ancora gonfiare una mongolfiera al punto da farla scoppiare e temere l’istituzione di un reparto della buoncostume (non quella dei secoli scorsi ma una moderna, digitalizzata e dotata di videocamere). E mentre i regolamenti comunali si lasciano scrivere, ancor più differentemente interpretare e ancor meno rispettare, ecco che la necessità di generare scalpore massmediatico, o ancor più politico, finisce per fare di una mosca un cavallo. Ma, nè di mosca nè di cavallo si tratta. La necessità di votarsi alla verità e alla realtà dei fatti spinge a leggere quello che i regolamenti di cui sopra dicono veramente e quello che la Città potrebbe davvero varare e rendere esecutivo con documenti, comunque ancora in alto mare, vale a dire in piena fase di proposta e di dibattito pubblico.

Non sono i cocktail e nemmeno i topless a figurare quale elementi essenziali di una consultazione pubblica on line che dovrebbe criminalizzarli e condannarli al ripudio. Qua si propone il Regolamento da spiaggia, alias demanio marittimo.

Non è un’invenzione di paternità esclusivamente polese, ma un documento che ogni unità locale della Croazia deve obbligatoriamente varare come adeguamento, in seguito all’entrata in vigore della nuova Legge sulla gestione dei demani marittimi.

Un vero e proprio Regolamento-spiaggia a Pola non è mai esistito, non almeno in forma autonoma. Finora, le “norme comportamentali” nelle aree costiere e di balneazione pubblica figuravano inserite, brevemente e in maniera implicita, entro il pacchetto delle disposizioni del Regolamento comunale. Parco o spiaggia che sia, è tutto suolo pubblico, ma la differenza c’è, eccome. Ed ecco che ora si è chiamati a valutare (criticare, modificare o anche lodare), la proposta più stupefacente del pianeta: la regolamentazione riferita ai demani marittimi con topless e cocktail in allegato. Tempo di pronunciarsi tramite pagine ufficiali della Città (rubrica e-Konzultacije), per frenare questa fattispecie di attentato alla libertà umana o, altrimenti, lasciar fare. L’articolo dello scandalo è il 49, che tradotto in italiano e alla lettera dice esattamente così: “Nelle spiagge e nelle altre aree dei demani marittimi non è permesso circolare senza costume da bagno o senza una parte di costume da bagno, a meno che non si tratti di spiaggia adibita al nudismo”. Se il sindaco esce con una pubblica smentita asserendo che a Pola il topless non verrà assolutamente proibito, ecco che la frase sospetta lascerebbe ad intendere il contrario, scatenando il putiferio e tanta licenza interpretativa. Dovrebbe essere ammissibile il due pezzi, il tre pezzi o il tankini, ma non il monokini, il tipo di costume che lascia scoperto il seno? Che cosa vuol dire esattamente “senza una parte di costume da bagno”? Quale parte è sottintesa (quella di sopra o quella di sotto), da non svestire per non violare il dress code proposto per Pola? Sia come sia, è di galateo d’abbigliamento da donna che si parla.

Quanto alla faccenda del no alle bevande alcoliche al mare, invece, eccola quale oggetto dell’articolo n.ro 45, che recita come segue: “Nelle spiagge naturali e organizzate per la balneazione, nonché in altre aree del demanio marittimo è proibito consumare alcolici, a meno che le medesime non siano adibite a terrazzo per servizi da ristoro mediante permesso degli organi competenti”. Fanno eccezione gli eventi e i raduni organizzati, previo ottenimento della licenza.

È questa una novità che non stupisce, perché di fatto… non è affatto una novità. La stessa identica formulazione di divieto relativa a tutte le aree pubbliche di Pola, indistintamente, esiste da tempo, figura bell’e inserita nell’articolo 144 del Regolamento comunale in vigore ancora dall’11 novembre 2021, approvato dal Consiglio cittadino senza che nessuno abbia mai battuto ciglio o avuto alcunché da ridire. E mentre la carta pone nero su bianco un esplicito divieto già in auge da due anni a questa parte, la gioventù indisturbata e scanzonata, nei parchi, nei viali, nelle piazze, nelle vie spiagge incluse) di Pola sta conferendo da sempre ebbra allegria alla vita notturna. Non si scampa manco un fine settimana. Ovviamente, nessuno castiga. Ci mancherebbe.

Ma è la carta che deve essere scritta, facendo parvenza di serio, solenne galateo e di sobrietà al succo di frutta. Qua ci si deve giocoforza difendere.

Non siamo una Città caso, siamo una barzelletta. Pudica e analcolica. Ma è tutta apparenza.

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