IL COMMENTO Minoranza, un’occasione da non sprecare

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IL COMMENTO Minoranza, un’occasione da non sprecare
Palazzo Modello, sede dell'Unione Italiana. Foto Željko Jerneić

Le elezioni del 7 maggio sono un’opportunità da non sprecare. Certo, il ruolo dei Consigli e dei Rappresentanti sulla carta è soltanto di carattere consultivo. Ma non per questo va sottovalutato. Trattandosi di organismi con tutti i crismi dell’ufficialità che operano e sono finanziati a livello delle autonomie locali e regionali possono eccome far valere le loro ragioni nelle singole realtà in cui sono immersi. Anche il fatto di far sentire soltanto la propria voce, di poter presentare proposte e suggerimenti in maniera ufficiale non è cosa di poco conto. Eppoi, come per ogni organismo del resto, conta la volontà politica, sia quella di farsi avanti, sia quella del potere locale o regionale di recepire le istanze che giungono dalle singole minoranze. Poter essere presenti, dunque, è importante candidarsi dappertutto, anche e soprattutto nei centri cosiddetti minori.

Certo la CNI conta fior di associazioni, dalle Comunità degli Italiani all’Unione Italiana, nonché una rete ramificata di istituzioni sul territorio. Ma sui temi concreti, a partire ad esempio dall’uso ufficiale e paritetico della lingua italiana, per passare alla toponomastica, ovvero al bilinguismo in senso lato, i Consigli e i Rappresentanti possono essere eccome di supporto alle associazioni tradizionali. E non mancano i casi in cui anche finora hanno saputo svolgere un ruolo significativo. Ma questi organismi possono contare soprattutto in quelle realtà del territorio d’insediamento storico della CNI che hanno potuto riemergere solamente negli anni Novanta e che quindi non dispongono, ad esempio, della rete scolastica o prescolare su cui possono fare affidamento altre realtà. Per non parlare del bilinguismo. In questi casi gli sforzi sinergici delle associazioni tradizionali dell’etnia e di Consigli o Rappresentanti possono essere più utili e anche necessari che altrove per ricreare magari quelle istituzioni che le vicissitudini della storia hanno cancellato. Ecco perché l’attenzione per le candidature non dovrebbe venire mai meno. Lo stesso discorso ovviamente vale per l’affluenza alle urne, che tradizionalmente – e il discorso vale per tutte le etnie – non è delle migliori. Mai come in questo caso ogni voto è importante, a prescindere dal numero dei candidati in lizza. Perché sta a significare che ci siamo sul territorio e che intendiamo esserci avanti. Sta a significare che vogliamo dare forza alle istanze della minoranza, che le abbiamo eccome a cuore. Per cui nelle prossime tre settimane, prima del voto del 7 maggio, sarebbe necessaria una mobilitazione degli elettori minoritari, specie nei centri minori, come avviene per gli appuntamenti elettorali tradizionali della CNI.

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