«Žabeceda»: un tentativo non riuscito di spiegare l’alfabeto

Al Teatro dei burattini di Fiume è andato in scena il primo spettacolo della nuova stagione destinato ai bambini di età prescolare

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«Žabeceda»: un tentativo non riuscito di spiegare l’alfabeto
Il Ranocchio si rivolge al Gesso. Foto: IVOR HRELJANOVIĆ

Ha debuttato al Teatro dei burattini di Fiume lo spettacolo “Žabeceda”, che introduce tra i bambini di età prescolare non solo le prime lettere, ma anche il concetto di “alfabeto”, la rassegna di lettere che hanno una posizione fissa. Nella sala gremita del Teatro dei burattini, decine di bambini hanno salutato prima i personaggi del Signor gesso (Petra Šarac) e Signora spugna (Zlatko Vicić), e successivamente anche il pupazzo del Ranocchio (Andrea Špindel e Tilen Kožamelj). I personaggi hanno iniziato a cantare le lettere dell’alfabeto facendo contemporaneamente attenzione alla loro posizione sulla lavagna. Arrivati alla fine della lista, si sono accorti che mancava la lettera “Ž”, ovvero l’ultima lettera dell’alfabeto croato.
La scomparsa del simbolo crea scompiglio sulla scena e inizia un viaggio colorato per i meandri del vocabolario, illustrando le parole che iniziano con ciascuna lettera dell’alfabeto. Il ruolo del ranocchio dispettoso, il quale ha fatto scomparire l’ultima lettera, è di far comprendere ai “gendarmi” Gesso e Spugna, che la vera vita inizia quando permettiamo al disordine di scombussolare le nostre abitudini. Anche se l’idea alla base del progetto è molto interessante e i bambini erano entusiasti di vedere il simpatico ranocchio, la trama dello spettacolo per i bambini più grandi e gli adulti, mancava di linearità. In alcuni momenti lo spettacolo ricordava più un film muto o un cartone come “Pingu”, che una messinscena che punta alla spiegazione dell’utilizzo delle lettere.
“Žabeceda”, di Vedrana Balen Spinčić, con la regia di Morana Dolenc, è uno spettacolo discreto e certamente divertente per i bambini più piccoli, che si limitano a seguire le avventure del Ranocchio, ma non è certamente uno dei prodotti più riusciti. Sarà che siamo abituati a ben più alti traguardi del Teatro dei burattini di Fiume, fatto sta che “Žabeceda” ha deluso chi scrive. Anche le musiche, di Sandi Bratonja, sono piuttosto impersonali e non orecchiabili come quelle firmate da lui in “La casetta felice”. Il punto forte della messinscena sono la scenografia e il pupazzo, realizzati da Luči Vidanović. La piattaforma rotante sulla quale si trovano i personaggi è in realtà un pianeta che si può scomporre in varie parti per dare vita a scene sempre nuove. Le scene, però, non vengono collegate da un chiaro filo rosso che potrebbe venire considerato una trama. In conclusione, dunque, “Žabeceda” è uno spettacolo divertente per i bambini in età prescolare, ma non garantisce un avvicinamento al mondo della lettura o alla logica della disposizione delle lettere in modo da formare le parole.

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