«Verdi melodie». Una rassegna che coltiva la cultura della penisola

Il valore dell’evento sta non solo nella celebrazione della musica di diversi generi, ma anche nella condivisione di esperienze e nello stare insieme

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«Verdi melodie». Una rassegna che coltiva la cultura della penisola
Foto: IVOR HRELJANOVIĆ

Si svolta la 17ª edizione di “Verdi melodie”, uno dei numerosi appuntamenti buiesi della bella stagione organizzato dalla Comunità degli Italiani di Buie, che ospita regolarmente le compagini rappresentanti della variegata cultura musicale della penisola istriana. Una rassegna corale per celebrare non solo la musica, ma anche la condivisione e lo stare assieme, fattori che donano ancor più significato all’essere una comunità. Ad accogliere il pubblico e presentare poi la serata è stata Martina Dussich, membro della dirigenza, che ha portato i saluti della presidente, Lena Korenika, la quale non ha potuto presenziare alla serata.

La tradizione corale popolare
I primi a calcare il palcoscenico della sala spettacoli del sodalizio sono stati i padroni di casa, ovvero il Coro misto della CI di Buie. La tradizione corale popolare a Buie risale alla seconda metà del 1800. Dopo il 1947, il Coro misto continuò la sua attività nell’ambito della Comunità degli Italiani. Nel corso degli anni, il Coro ha partecipato a significative rassegne con un repertorio vario che va da canzoni popolari a canti sacri e solenni. Durante questo lungo periodo di attività alla dirigenza del coro si sono susseguiti parecchi maestri, mentre nel 1996 ha iniziato la sua attività il Maestro Maurizio Lo Pinto, che lo dirige tutt’ora. La compagine conta attualmente una trentina di coristi che portano avanti una tradizione secolare, mantenendo viva la cultura buiese, il che permette loro ancora oggi di essere presenti attivamente nella vita della cittadina. Per l’occasione hanno proposto cinque brani: il canto popolare veneto di Bepi De Marzi, “Improvviso”, il canto popolare istriano “Era una notte splendida”, il canto popolare friulano “Stelutis Alpinis”, “Che sarà” dei Ricchi e poveri e “Il ragazzo della via Gluck” di Adriano Celentano, brano in cui si è esibito in veste di solista Marino De Domizio.

Il Coro della CI di Buie.
Foto: ERIKA BARNABA

Una delle attività più longeve della CI
Secondo sul palcoscenico il Coro femminile della Comunità degli Italiani “Armando Capolicchio” di Gallesano. Si tratta di una delle attività più longeve del sodalizio in quanto è presente sin dalla sua fondazione nel lontano 1948, dapprima come coro maschile e poi come coro misto. Dal settembre scorso, dopo una pausa forzata dovuta alla pandemia, il coro ha ripreso la sua attività diventando un coro femminile formato da 14 coriste, attualmente diretto dalla Maestra Vilma Grazia Žmak e accompagnato alla fisarmonica da Robert Krbavac. Nel corso della sua lunga attività ha partecipato a varie rassegne e manifestazioni ottenendo sempre lusinghieri successi ed esibendosi in diverse CI e all’estero. Il repertorio del coro è vario e spazia tra vari generi musicali, ma la maggior parte delle canzoni rientra nel gruppo dei “canti popolari” rielaborati e adattati da professionisti. In quel di Buie hanno proposto due canzoni popolari italiane, “Dammi un ricciolo dei capelli” e “La mamma di Rosina”, nonché la canzone popolare veneta “La biondina in gondoleta”.

Partecipazione a un Festival all’estero
A chiudere la rassegna è stato il Coro misto della Comunità degli Italiani di Verteneglio, rifondato nell’ottobre di sette anni fa. Oltre ai canti popolari istroveneti, italiani e croati, il suo repertorio comprende anche brani sacri, dei quali uno è stato intonato per l’occasione. Oltre a numerose esibizioni a livello locale e nazionale, l’ultima importante trasferta che il Coro vanta è la partecipazione, assieme ad altre 74 corali provenienti da tutto il mondo, alla 25ª edizione del Festival internazionale di canto corale dell’alta Pusteria. Con i suoi 22 membri, oggi è diretto dalla cantante lirica Karina Oganjan. A Buie, oltre allo spiritual “Kumbaya my Lord”, il coro ha intonato i canti popolari “Da Trieste fino a Zara” e “Quel mazzolin di fiori” per concludere con l’armoniosa “Ninna nanna” di Johannes Brahms.
Prima di concludere con il brano “Signore delle cime” proposto da tutti i cori insieme, il corista portavoce della compagine buiese, Aldo Antonini, affiancato da Martina Dussich, ha consegnato ad ogni Maestro una targa ricordo.
Uno degli aspetti da sottolineare di questo tipo di eventi è che si va oltre al solo concerto in quanto a questo ha fatto seguito un momento conviviale durante il quale i coristi hanno continuato a cantare, dimostrando il loro amore per la musica tradizionale e la volontà di mantenere viva la cultura musicale delle nostre terre.

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