Ezio e Luciano Giuricin Il percorso di un’eredità

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Ezio e Luciano Giuricin Il percorso di un’eredità

L’opera è spunto di riflessioni e di considerazioni critiche sulla cospicua produzione di organi a stampa in lingua italiana, editi in Istria, a Fiume, a Zara e in Dalmazia, a partire dal Settecento per arrivare fino ai giorni nostri. Ed è frutto del lavoro avviato ancora negli anni Settanta del Novecento da Luciano Giuricin. Il manoscritto è stato ripreso, arricchito e implementato da Ezio Giuricin, per cui il libro appare idealmente composto a quattro mani dai due valenti intellettuali che hanno lavorato (Ezio vi lavora tutt’ora) nell’ambito del Centro di ricerche storiche di Rovigno.

Ma, ed è importante sottolinearlo, il volume che esce quindicesimo nella Collana “Etnia” del Centro di ricerche storiche di Rovigno, concretamente prende corpo dalla sinergia tra istituzioni culturali di grande peso delle nostre terre transfrontaliere: oltre Rovigno, anche Fiume, l’Unione Italiana, e l’Università Popolare di Trieste, istituzioni tutte che hanno nel loro statuto ben chiaro l’obiettivo di ribadire e valorizzare i prodotti letterari e culturali in senso lato della Comunità Nazionale Italiana nell’Adriatico orientale, oggi divenuta minoranza … e pertanto, proprio per questo, da rafforzare nella conoscenza di una storia passata e recente da non dimenticare e nella consapevolezza di presenze, valori, tradizioni colte e popolari che vanno ribadite e rese certe.

L’opera di Ezio e Luciano Giuricin vuole, dunque, percorrere l’itinerario, ampio e ben radicato nel tempo, di una produzione giornalistica ricca di voci plurime, che parte dal periodo austro-ungarico; si radica nel periodo italiano, dal 1918 al 1943; lotta negli anni della Resistenza fino al Trattato di pace, dal 1943 al 1947; drammaticamente fa i conti con la realtà storica degli anni difficili del secondo dopoguerra; trova un grande risveglio e una propria ricomposizione già a partire dagli anni Sessanta; si rinnova e si trasforma in senso più ampiamente democratico nella difficile transizione verso la democrazia; fino al nuovo corso che prende avvio più strutturato negli anni Novanta con la costituzione dell’Unione Italiana, che nasce frutto di grandi attese e di grandi speranze.
Dunque, il senso dell’impegno dei Giuricin sta nel ribadire una costante, plurima, ricca presenza delle voci italiane nelle terre dell’Alto Adriatico orientale, a fugare ogni smemoratezza o tentativo di provocatori dubbi sull’indebolimento della Comunità Nazionale Italiana: è un ribadimento sofferto e problematico del lavoro di intellettuali, giornalisti, scrittori, studiosi, uomini politici, per garantire una continuità di produzione di fogli, di testate più o meno solide nel tempo, più o meno ampie nella diffusione, più o meno conosciute e famose.
Molte volte la storia, la propria storia, si dimentica o viene sottovalutata; allora, contro ogni buco nero di perdita di memoria, è giusto mettere dei tasselli, dei punti fermi, come la concretezza di questo libro che documenta, informa, discute, prende liberalmente posizione. Diventa anche strumento di lavoro per un’eventuale consultazione o base di ulteriori ricerche e approfondimenti nello spoglio e nella lettura di singole voci, offrendo elenchi, ricostruzioni, apparati, che non vogliono essere esaustivi, ma sono piuttosto già frutto di un’elaborazione storiografica critica e selettiva.
Un ricco apparato di note assicura la scientificità di un’opera che si basa su una vasta e profonda conoscenza della cultura italiana, dei movimenti politici, delle azioni innovative di singole personalità e di gruppi d’opinione, soprattutto in Istria e a Fiume. Del resto, il ruolo propulsore dei grandi centri culturali, Capodistria, Rovigno, Pola, Fiume, è indiscusso: in queste località sono stati e ancora sono editi giornali quotidiani, periodici, riviste letterarie, storiche e politiche di grande pregio e di importante efficacia, a sostegno della cultura italiana, oggi minoritaria. La funzione dello stesso Centro di ricerche storiche di Rovigno, dell’EDIT di Fiume, il ruolo de “La Voce del Popolo”, di “Panorama”, de “La Battana”, de “La Città”, per ricordarne solo alcuni, vanno sottolineati e sostenuti.
Proprio per combattere la dispersione e per rafforzare una possibile, auspicata funzione assimilatrice, oggi è necessaria la sinergia tra istituzioni che operano a livello transfrontaliero in terre di confine e di confronto tra culture, popoli, lingue diverse: e si ha bisogno anche di dialogo e di collaborazione e intesa operativa per un vero incontro tra italiani andati e italiani rimasti, se vogliamo ribadire la presenza della tradizione, della civiltà e della cultura italiana, che si esprime ancora in mille forme, anche materiali e agro-alimentari, fino alla conservazione delle antiche lingue e dialetti locali, fino all’organizzazione di eventi popolari, teatrali e ludici.
La stampa italiana, che ha così lunga memoria in queste terre, fotografa storia, accadimenti, identità, presenze umane e li toglie dall’oblio. Il lavoro di Ezio e Luciano Giuricin costituisce un intervento prezioso di ribadimento onesto, orgoglioso delle nostre radici.

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