L’orologio di Momiano: accurata indagine storica e territoriale

Il progetto, finanziato dalla Regione Veneto, tende a capitalizzare in termini culturali, economici e turistici l’itinerario degli orologi da torre

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L’orologio di Momiano: accurata indagine storica e territoriale
Francesco Paladin con l’orologio Comtoise. Foto: DENIS VISENTIN

È iniziato a Momiano il 9º ciclo di conferenze dedicate alla storia di Momiano e dell’Istria, con il tema “Il tempo della Serenissima: percorso storico e culturale fra gli orologi da torre del Veneto, dell’Istria e della Dalmazia. L’orologio di Momiano”, proposto dallo storico, nonché giornalista del nostro quotidiano, Denis Visintin.

Dopo che i precedenti incontri si erano svolti nella Comunità degli Italiani, questo è stato il primo appuntamento che si è tenuto nella Casa dei Castelli. Tema dell’incontro, la storia dell’orologeria, finora non studiata. Da qui il progetto avviato dalla Comunità degli Italiani di Parenzo assieme ad altri partner, “Il Tempo della Serenissima: Valorizzazione storico-culturale e turistica della tradizione orologiaia nell’Istroveneto”, utile allo studio di questo fenomeno che ha origine a Pesariis, in Carnia. L’incontro è stato introdotto dalla direttrice dell’Università popolare aperta di Buie, Tanja Šuflaj, organizzatrice dell’incontro. Il progetto è cofinanziato dall’Assessorato regionale alla Cultura e alla Territorialità, rappresentato all’incontro dall’assessore Vladimir Torbica.

Il progetto
Come spiegato dal relatore, partendo da un’accurata indagine storica e territoriale, il progetto, finanziato dalla Regione Veneto, tende a capitalizzare in termini culturali, economici e turistici l’itinerario degli orologi da torre, partendo da Pesariis, coinvolgendo le aree di loro collocamento, fornendo una mappatura completa degli impianti realizzati nel corso di tre secoli e una schedatura delle caratteristiche più espressive, distinguendo tra gli orologi tuttora visibili, in buono stato di manutenzione o in abbandono e bisognosi di restauro. Sono emersi gli orologi da torre realizzati dai Capellari, dai Machin e soprattutto dai Solari, installati in Veneto, nel Friuli, a Trieste, Visignano, Cherso, Orsera, Pirano, Isola, Albona, Momiano, Buie e in altre località istriane e dalmate, fino a coprire tutta la costa adriatica orientale, Ragusa (Dubrovnik), la Grecia, la Turchia, le Americhe e la scena cinematografica.
Nel film “The Terminal”, con Tom Hanks e Catherine Zeta Jones, la cui trama si svolge all’aereoporto “J.F.Kennedy” di New York, si nota infatti l’orologio dei Solari.
Il relatore ha ripercorso brevemente la storia dell’orologeria pesarina, ricordando che i primi orologiai altro non erano che semplici mestieranti che sapevano lavorare il ferro: fabbri ferrai, armaioli, bronzinai, serrurieri, coltellinai, ecc., ma anche astrologi e medici. La produzione era inizialmente manuale, ma richiedendo il progresso una lavorazione più precisa, dopo la I e la II Rivoluzione industriale (1780-1830), il lavoro manuale venne sostituito da quello meccanico, con l’uso dell’energia idraulica: al ferro fuso per gradi subentrarono metalli di ghisa, ottone e acciaio.

Un dettaglio dell’orologio Solari di Antignana. Foto Denis Visintin

La produzione pesarina
Di questa produzione a Pesariis si occuparono i Capellari, i Machin, ma soprattutto i Solari, il cui stabilimento “Fratelli Solari” fu fondato nel 1725. L’orologeria pesarina occupava tutto il paese nella lavorazione, nel trasporto e nella preparazione delle casse lignee, degli imballaggi e delle corde. Il progresso comportò il continuo aggiornamento della fabbrica dei Solari, che opera ancora con i suoi stabilimenti a Pesariis e a Udine (anche se dal 1964 non è più della famiglia), tanto che i suoi dipendenti giunsero alla “Digitron” di Buie e di Montona per studiare i circuiti elettronici.
Visintin ha ricordato i rami familiari dei Solari di Pisino e di Spalato. Quelli di Pisino, oltre a essere rappresentanti dell’azienda pesarina, avviarono una loro produzione. Ha accennato in particolare a coloro che hanno contribuito alla salvaguardia di questi orologi: Tullio Vorano ad Albona, Piero Poletti, che conserva l’orologio realizzato dai Solari a Visignano nel 1889, l’orologiaio Francesco Paladin di Pisino, dove attualmente è in riparazione l’orologio murale Comtoise (regione francese nella quale è stato prodotto), che però porta la firma di Giovanni Solari di Pisino, il che indica l’acquisto nella Franca contea, regione storica e culturale della Francia orientale, il cui capoluogo storico è Besançon.

L’orologio Solari di Gimino. Foto Denis Visintin

Accennata, nel corso del dibattito che si è sviluppato a fine incontro, l’importanza di coloro che si occupavano del caricamento manuale degli orologi. A Momiano, dove l’orologio è stato collocato nel 1865, fino a qualche anno fa se ne occupava il signor Scaramella. Franco Rota, coordinatore del progetto parentino, ha ricordato la collaborazione in atto fra la Comunità degli Italiani di Parenzo e l’Associazione, come pure altre iniziative dedicate all’orologeria pesarina portate avanti dalla Comunità degli Italiani di Parenzo e dall’Associazione “Amici dell’orologeria pesarina Giovanni Battista e Remigio Solari” di Pesariis. Gli appuntamenti alla Casa dei Castelli proseguiranno a gennaio.

Denis Visintin durante la conferenza.
Foto: DENIS VISENTIN

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