Un nostalgico «Caleidoscopio musicale» per la Giornata della Città di Abbazia

Il violista Francesco Squarcia si è esibito assieme ad Aleksandar Valenčić alle tastiere sulla scalinata di Villa Angiolina. In veste di ospite è intervenuta Nevia Rigutto

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Un nostalgico «Caleidoscopio musicale» per la Giornata della Città di Abbazia
I tre musicisti dinanzi a Villa Angiolina rimessa a nuovo. Foto: GORAN ŽIKOVIĆ

In occasione della Giornata della Città di Abbazia, sulla scalinata di Villa Angiolina, nonostante le previsioni meteo poco favorevoli che per fortuna non si sono avverate, si è esibito l’altra sera il violista connazionale Francesco Squarcia con Aleksandar Valenčić alle tastiere, offrendo al pubblico un programma composto da sue canzoni d’autore, brani di musica leggera italiana, evergreen e composizioni per violino adattate per la viola intitolato “Caleidoscopio musicale – sotto il cielo stellato di Abbazia”.

Considerata la ricorrenza, a salutare i presenti è stato il sindaco di Abbazia, Fernando Kirigin, il quale si è detto compiaciuto per il fatto che dopo tanto tempo, durante il quale Villa Angiolina era stata sottoposta a un intervento di restauro, vengano nuovamente organizzati dei concerti nella splendida palazzina.
“Sono felice che Villa Angiolina sia stata riportata al suo antico splendore, soprattutto in vista del 2024, anno in cui Abbazia celebra i 180 anni di turismo, partito proprio da questo meraviglioso palazzo”, ha annunciato Kirigin.

Una canzone d’amore
L’inossidabile Francesco Squarcia ha scelto di avviare il concerto con una canzone d’amore dedicata ad Abbazia, “Ti amo Abbazia/Volim te Opatijo”, che il violista ha eseguito assieme alla rinomata cantante fiumana Nevia Rigutto, trasportando il pubblico, composto da numerosi connazionali e turisti, in un’atmosfera d’altri tempi con il suo tango nostalgico. Come spiegato da Nevia Rigutto, lei e Squarcia avevano cantato questo duetto per la prima volta nel 2014, in occasione del 170.esimo anniversario del turismo abbaziano.
Rigutto e Squarcia hanno in seguito proposto la scherzosa “Tri nonice”, composta dal violista nel 1970 sui versi di Drago Gervais, con la quale la cantante fiumana si esibì per la prima volta al Festival Melodie dell’Istria e del Quarnero.

La passione del tango
Il violista si è quindi cimentato con due splendidi e celebri brani strumentali del famoso musicista e compositore argentino di origini italiane, Astor Piazzolla – “Oblivion” e “Libertango” –, spiegando come Piazzolla arricchì il tango con sonorità mai sentite prima.
Hanno fatto seguito due brani dedicati a Fiume, la sua amata città natale: “Immensamente”, con il quale nel 2014 aveva ottenuto il premio della giuria, quello per il migliore arrangiamento e il premio “Beseda” al MIQ, nonché “Amor fiuman”, canzone in dialetto con la quale ha conquistato quest’anno il Grand prix “Bruno Petrali” alla seconda edizione del Festival “Canzonette fiumane”. Squarcia ha ricordato che questa rassegna si teneva già 120 anni fa a Fiume e ultimamente è stata ripresa con successo.
Il violista ha proposto in seguito alcuni celeberrimi brani per violino adattati per la viola; la trascinante e brillante “Csárdás” di Vittorio Monti, scritta nel 1904, e basata sulla danza popolare e sul genere musicale ungherese omonimo, la csárdás appunto, e la sognante “Meditation” di Jules Massenet, un intermezzo sinfonico dall’opera “Thaïs” composto per violino solista e orchestra. L’opera venne presentata in anteprima all’Opéra Garnier di Parigi il 16 marzo 1894, mentre in seguito diventò uno dei grandi pezzi da bis. Secondo Squarcia, “Meditation” ci aiuta a collegarci con chi non è più con noi.

Un contatto privilegiato
Con la commovente “Arrivederci”, Squarcia ha spiegato di sentire un contatto privilegiato con suo figlio Giovanni-Nino, scomparso prematuramente, a cui la canzone è dedicata.
Continuando in linea con il variegato programma, il violista ha proposto i celebri e brillanti brani “Hora staccato”, composto nel 1906 dal virtuoso del violino Grigoraş Dinicu e “L’allodola”, al che è stata la volta di due splendidi evergreen, “My way” e “What a wonderful world”, per concludere con “Meraviglioso” di Domenico Modugno e “I migliori anni della nostra vita” di Renato Zero.
Il pubblico ha premiato con un caloroso applauso i due musicisti, strappando un bis: “La danza” di Gioachino Rossini, ispirata alla tarantella.

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