«Tokyo Fugue» sul caos della nostra quotidianità

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«Tokyo Fugue» sul caos della nostra quotidianità

FIUME | Il Laboratorio di teatro contemporaneo Krila di Fiume ha portato in scena ieri sera alla Casa della cultura croata di Sušak (HKD) il gruppo teatrale giapponese “Tarinainanika” con la loro esibizione teatrale di mimica corporea “Tokyo Fugue”. In sala il pienone soprattutto di giovani, assetati di cultura di stampo internazionale. L’organizzazione di tale evento a Fiume poteva dimostrarsi facilmente una mossa troppo azzardata, in quanto il nostro pubblico non ha troppe opportunità di esporsi a un programma artistico di nicchia così specifico. E l’interesse è stato grande.
“Tokyo Fugue” è un ipnotizzante pezzo di teatro che va dalla recita al balletto, fino a subentrare nello sperimentale. Una performance a tratti poetica, a volte comica e a volte inquietante, ma mai scollegata o poco chiara. Lo spettacolo è incentrato sul sentimento di smarrimento, ambientato nel labirinto del sistema ferroviario di Tokyo. La collocazione, comunque, potrebbe avere luogo in una qualsiasi metropoli del mondo, in quanto sottolinea la globalizzazione delle nostre angoscie. Le scene si svolgono in sequenze di movimenti meticolosi, realizzati con estrema grazia e fluidità. Tre corpi, tre sedie, un collage di testo inglese e giapponese, una musica tranquilla e caotica allo stesso tempo e qulche rumore del treno: “Tokyo Fugue” evoca perfettamente l’esperienza frenetica di vita in una metropoli moderna. Lo spettacolo semina un dubbio fondamentale nel nostro vivere: “Che cos’è, dopotutto, quello che sto furiosamente inseguendo?”
Il messaggio dello spettacolo è sicuramente giunto al pubblico, ma forse sarebbe stato apprezzato di più se la durata si fosse condensata scremando una quindicina di minuti, che man mano hanno fatto perdere la concentrazione all’audience. 

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