Raccontare le storie in modo iconico

Al corso hanno preso parte 24 professionisti del settore volonterosi di apprendere le strategie didattiche per sviluppare nei bimbi le capacità di espressione

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Raccontare le storie in modo iconico

Titolo più che coinvolgente per la giornata di aggiornamento professionale interregionale dedicata agli educatori della minoranza italiana. Stavolta, in sede universitaria polese, si parla di “Raccontare storie in modo iconico – visual stortytelling nella scuola d’infanzia”, così come proposto dall’Agenzia per l’educazione e la formazione, in collaborazione con la Società Pietas Julia e la Facoltà di Scienze della formazione, di Pola, specificatamente dalla Sezione di educazione prescolare e studi magistrali in lingua italiana. L’interesse suscitato è stato tale da aver registrato 24 educatori, ma anche bibliotecari, volonterosi di apprendere le strategie didattiche per sviluppare nei bimbi le capacità di espressione e narrazione.

 

Le prime parole

Le prime parole sono soltanto descrizioni, ma è da qui che nasce il lento processo delle abilità a intessere storie, attività inizialmente complesse che prevedono l’uso simultaneo delle capacità linguistiche e di altra natura. Ad asserirlo è un’esperta del settore dell’educazione rivolta ai giovanissimi: la prof.ssa Barbara Baloh, della Facoltà degli Studi Educativi dell’Università del Litorale di Capodistria. Il suo curriculum professionale ha già fornito tutte le credenziali necessarie a incidere sul perfezionamento del non facile mestiere dei maestri prescolari. Professore associato di didattica della lingua slovena presso il suddetto ateneo, ricercatrice nel campo degli aspetti linguistici e sociolinguistici dello sviluppo del linguaggio dei bambini, in particolare della narrazione infantile nella scuola materna e dell’infanzia in ambienti sia monolingui, sia multilingui, Barbara Baloh è intenditrice degli aspetti della prealfabetizzazione e dell’alfabetizzazione in L1 (lingua materna) ed L2 (lingua dell’ambiente sociale), delle problematiche legate allo sviluppo delle competenze linguistiche nella prima e seconda lingua. Attivissima in tantissimi progetti, pubblica risultati in riviste professionali e scientifiche nazionali e straniere in tema di creatività del linguaggio, e di storytelling nel periodo prescolare e prescolastico.

La relatrice Barbara Baloh

Lavori in presenza

Il benvenuto alla relatrice è stato dato dalle coordinatrici Snježana Močinić, docente della Sezione di educazione prescolare e studi magistrali in lingua italiana dell’Università “Juraj Dobrila” di Pola e da Patrizia Pitacco, consulente superiore per la minoranza nazionale italiana presso l’Agenzia per l’educazione e la formazione. Il programma di lavoro e i laboratori si sono poi svolti facendo abbondante uso di disinfettante, cercando di gestire bene le attività in base alle regole di tutela epidemiologica. Tuttavia la soddisfazione è stata grande, dettata dalla possibilità di godere di questa presenza dal vivo. “Dopo un anno di on line e seminari in versione ibrida – ha rilevato Patrizia Pitacco – abbiamo fortemente voluto questo aggiornamento in presenza, seppure con un numero di partecipanti limitato, circoscrivendo il campo di interesse alle educatrici, anche se il tema è sicuramente trasversale nell’educazione prescolare e nell’educazione della scuola elementare”.

Lo schema narrativo

Interessanti i ragionamenti di fondo che sono stati trasmessi in sede di conversazione e che si rivelano utilissimi per l’applicazione nelle istituzioni formative CNI, frequentate da bimbi bilingui e plurilingui. Come spiegato dall’esperta, va tenuto conto che nella nostra cultura sempre più iconica in cui i social media, ma non solo, spingono al racconto visuale, ci ritroviamo sommersi di messaggi che invece di attrarre l’attenzione la portano a perdersi. Stimoli visibili, su cui qualcosa di insolito, inaspettato, emotivamente potente, che mostra qualcosa di più del semplice corso di questa o quell’attività, sono molto appropriati per sviluppare uno schema narrativo. Sulla base della stimolazione visiva, un individuo può introdurre diversi elementi di dinamizzazione nella propria narrativa, con la quale crea tensione nella storia. I segni pittorici rappresentano il luogo/tempo di un evento, le persone e i loro stati d’animo con elementi artistici come linea, colore, luce, ombre, forme, struttura e composizione. La funzione delle parole, invece, si realizza nel raccontare una storia con personaggi convenzionali, in modo lineare, da sinistra a destra.

Approccio di apprendimento olistico

Possiamo sviluppare una narrazione artistica senza o con salti temporali. “Nell’ambito di questo aggiornamento – ha anticipato la relatrice – le educatrici approfondiranno le loro conoscenze e abilità professionali nel campo delle belle arti e della lingua, il che consentirà loro un discorso significativo sia nel campo professionale che in quello sociale generale nella lingua madre e arricchirà il lavoro professionale. Svilupperanno una comprensione concettuale del campo didattico speciale dell’insegnamento della lingua e delle belle arti nella scuola d’infanzia e primaria e l’acquisizione di conoscenze pratiche per l’apprendimento e l’insegnamento dei campi menzionati. Saranno formate didatticamente per promuovere attività di narrazione come un approccio di apprendimento olistico nella pratica in connessione con la realizzazione della pianificazione del processo-obiettivo, che enfatizza i metodi di apprendimento attivo e le connessioni interdisciplinari. Le educatrici e le insegnanti svolgeranno le attività apprese, monitoreranno e analizzeranno ciò che sta accadendo in classe, annoteranno come hanno utilizzato diversi approcci didattici ed eseguiranno anche un’autovalutazione del lavoro svolto”.

Gli educatori provenienti dalle istituzioni prescolari CNI

Esprimere i bisogni e i desideri

”Il linguaggio del bambino – è la spiegazione della docente – si sviluppa rapidamente durante tutto il periodo prescolastico e i primi anni scolastici, tuttavia è nei primi tre anni di vita del bambino che avviene lo sviluppo più intenso. Il bambino, a partire dalla lingua appresa in modo istintivo nell’ambiente familiare, inizia, con l’aiuto e lo stimolo dell’educazione formale (scuola dell’infanzia-scuola elementare), a riorganizzare la lingua stessa, sviluppando progressivamente le quattro abilita di base: ascoltare, parlare, leggere e scrivere. Se gli proponiamo diverse forme e strategie che lo possano aiutare a entrare in interazione con il racconto ed è indirizzato a usare queste strategie in diverse posizioni e situazioni comunicative, nonché in contesti differenti, viene munito in tal modo pure di possibilità e di meccanismi attraverso i quali può esprimere i propri bisogni e desideri”.

”Nel contributo presenteremo quali siano, nei diversi ambienti linguistici (mono ossia bi e multi linguistici), le caratteristiche della formazione di testi narrativi dei bambini dalla scuola d’infanzia fino al primo anno di scuola elementare nonché il problema di come questa composizione trovi una concreta espressione linguistica nel racconto del bambino, considerando anche il piacere che egli prova nella propria creatività linguistica. La narrazione in un contesto mono, bi o multilinguistico significa confrontarsi a partire da sé stesso raccontando della propria esperienza con il mondo letterario e con questo anche culturale (il racconto di storie che appartengono al patrimonio condiviso del proprio contesto ambientale e linguistico) e dei propri vissuti anche essi provenienti da diversi mondi di appartenenza”, ha concluso Barbara Baloh.

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