«Organum Histriae». Serata di musiche italiane

A Buie ha avuto luogo la terza tappa della 24ª edizione del Festival internazionale

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«Organum Histriae». Serata di musiche italiane
In attesa del concerto. Foto: ERIKA BARNABA

Sabato sera, presso il suggestivo Duomo di San Servolo, ha avuto luogo la terza tappa della 24ª edizione del Festival internazionale “Organum Histriae”. In questa bellissima chiesa barocca hanno risuonato le melodie della tromba di Ivan Đuzel, accompagnato da Ursa Ljuban al monumentale e lussuoso Gaetano Callido costruito nel 1791 che vede la sua perfetta collocazione centrale sulla stretta cantoria di legno sopra la porta d’ingresso, di cui la forma e pittura sono in corrispondenza con la cassa, con il portale e con gli elementi architettonici del muro della facciata. Il parapetto, decorato e dipinto con armonia, si distingue per la parte centrale tonda. La cassa è monumentale e lussuosa, un’opera del tardo barocco e nel prospetto ci sono le canne di Principale disposte a cuspide con ali convergenti. Questo festival da la possibilità di promuovere con orgoglio il maestoso organo ad una tastiera con una struttura originale, che conferisce un particolare timbro fonico il quale, assieme alla ricca decorazione barocca, lo ha fatto diventare uno tra i più significativi strumenti di questo tipo nel nostro territorio. L’organo di Buie, inoltre, è uno dei pochi che ha mantenuto la sua struttura originale che conferisce un particolare splendore al suo timbro fonico.

Opere principalmente italiane
I musicisti hanno regalato al pubblico una serata di brani scritti da compositori prevalentemente italiani, con particolare attenzione agli arrangiamenti originali di famose arie d’opera. Dal titolo “Sound the trumpet”, il concerto ha proposto al pubblico “Toccata seconda – Secondo libro di toccate” di Girolamo Frescobaldi (1583-1643), “Pietà, Signore” di Alessandro Stradella (1639-1682) e una “Suite for trumpet and organ in Re, HW341” suddivisa in cinque parti e composta da G. F. Händel(1685- 1759). Non sono mancate due sonate di Julije Bajamonti (1744 – 1800), l’Ave Maria di Vladimir Vavilov (1925 – 1973) e la famosa “Pastorale” di Domenico Zipoli (1688-1726). Di Padre Davide da Bergamo (1791-1863) sono state intonate due opere, “Marcia per organo” ed “Elevazione in D”. Il tutto si è concluso con la maestosa “Toccata per tromba i Re” di G. Martini (1706-1784).

Rinomati musicisti
Il giovane spalatino, Ivan Đuzel (1987) ha iniziato a suonare la tromba all’età di otto anni e dopo un percorso musicale ben definito si è diplomato all’Accademia di musica di Zagabria dove attualmente frequenta gli studi specialistici post-laurea e si perfeziona frequentando numerosi seminari tenuti dai migliori pedagoghi europei e internazionali. Vanta numerosi premi anche internazionali e oltre che da solista, si esibisce con diverse orchestre pregiate del quale fa parte.
Pure Ursa Ljuban completa gli studi all’Accademia musicale di Zagabria ma per l’organo. Un decennio fa intraprende un percorso di studi presso l’Accademia di Musica di Stoccarda per continuare, fino al diploma conseguito nel 2015, all’Università della musica e del teatro di Lipsia. Non manca nel frequentare regolarmente seminari di pedagoghi d’organo riconosciuti e di classificarsi sul podio di numerosi concorsi e concerti. Durante gli studi ha lavorato come organista presso la Parrocchia di S. Pietro (Zagabria) ed è direttore del coro femminile “Kefa”, della klapa maschile “Stella Maris” nonché cantora presso l’Hospitalkirche (Stoccarda). Ospite di numerosi avvenimenti importanti a livello nazionale e in diverse parti del mondo, si esibisce regolarmente sia come solista che con orchestre sinfoniche, filarmoniche, ensemble e cori. Da sette anni lavora come insegnante di pianoforte presso la Scuola di Musica J. Hatze di Trogir dove attualmente ricopre la carica di preside ma offre anche la sua sapienza musicale in diverse istituzioni. Nel 2020, insieme al trio Lur, ha pubblicato il primo supporto audio “Cor Mundum” per il quale è stata nominata per il “Porin” nella categoria per la migliore composizione.

Recuperare il patrimonio organistico
Nel Duomo buiese, a presentare i rinomati musicisti al pubblico è stata Tanja Šuflaj, direttrice dell’Università popolare aperta, ente che ha collaborato nell’organizzazione di questa tappa. Dopo il concerto e con una guida professionista, i visitatori interessati hanno avuto l’opportunità di vedere da vicino questi preziosi strumenti. Il Festival organistico “Organum Histriae” che nei suoi 24 anni d’attività ha convogliato nelle cittadine istriane insigni organisti, organari, musicologi e organologi, è un progetto a lungo termine per la protezione, il restauro e la rivitalizzazione dell’organo e della musica organistica in Istria. Oltre a un eccellente Festival internazionale con numerosi eventi concertistici e laterali, questo progetto vuole rappresentare principalmente il patrimonio organistico che, ingiustificatamente, per la maggior parte dell’anno viene ignorato e trascurato. Il progetto fondato nel 1998 da Vedrana Koceić (Lifestyle d.o.o.) ed è stato implementato ininterrottamente fino al 2017. Dal 2008 al 2017 la produzione esecutiva è stata curata dalla società Identitet mentre dal 2020 Vedrana Koceić continua la produzione esecutiva del progetto con nuovi partner quali l’UPA di Buie, l’Associazione per la Promozione e la Conservazione del Patrimonio Organario “Organum Histriae” con la sua presidente Elena Roce e il vicepresidente Krešimir Klarić. Dallo scorso anno l’organizzazione, la produzione e la direzione artistica sono affidate esclusivamente all’Associazione Organum Histriae, e la sede del progetto si è trasferita nel Comune di San Lorenzo del pasenatico.

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