MMSU di Fiume. Un’opera d’arte strappata all’oblio

In occasione dei quarant’anni dalla scomparsa dell’autore, la restauratrice Duška Sekulić Ćiković ha guidato l’intervento di recupero del prezioso lavoro

0
MMSU di Fiume. Un’opera d’arte strappata all’oblio
Luka e Vesna Goldoni con la restauratrice Duška Sekulić Ćiković. Foto: IVOR HRELJANOVIĆ

Il restauro di un’opera d’arte rappresenta un’operazione assai complessa che, oltre a implicazioni di ordine pratico, riguarda anche la salvaguardia del suo autentico valore storico e simbolico. In altre parole, la ristrutturazione di un artefatto richiede un rigoroso rispetto delle sue specificità e dell’identità artistica del suo autore, in riferimento al relativo contesto in cui l’opera nasce. È davvero straordinario, dunque, il percorso che riporta in vita un prodotto artistico che altrimenti rischierebbe di cadere nell’oblio.

Grazie all’impegno della restauratrice Duška Sekulić Ćiković del Dipartimento per la salvaguardia delle opere d’arte in seno al Museo d’Arte moderna e contemporanea (MMSU) di Fiume, anche il patrimonio museale fiumano ora vanta un importante progetto che riprende il legame con una delle più note figure della scena artistica croata e internazionale del secolo scorso: si tratta della scultura “Nucleo (Vetro incatenato)” (Jezgra (Okovano staklo)) dell’artista spalatino Raoul Goldoni. In occasione dei quarant’anni dalla scomparsa dell’autore, si è tenuto presso l’MMSU l’evento “Il caso Goldoni”, nell’ambito del quale è stata illustrata l’operazione di ricerca e restauro dell’unico lavoro dell’artista conservato nel fondo dell’MMSU.

Percorso artistico
In apertura della presentazione del progetto, Duška Sekulić Ćiković si è soffermata brevemente su alcuni degli aspetti chiave del percorso professionale di Goldoni, il quale dedicò gran parte della sua attività all’affermazione della legittimità del vetro come strumento e materiale artistico vero e proprio, collaborando in quest’ambito con celebri artisti e artigiani italiani. Tra questi figura il maestro vetraio muranese Livio Seguso, grande amico e collaboratore dell’artista spalatino, nonché una delle figure chiave del restauro del “Nucleo (Vetro incatenato)” condotto da Sekulić Ćiković.
La scultura era stata realizzata da Goldoni nel 1973, mentre l’ultima esposizione pubblica dell’opera risale al 1979, quando fu inclusa in una mostra allestita presso la Galleria “Gradina” di Tersatto. Le fotografie dell’allestimento (scattate dai fotografi fiumani Istog Duško Žorž e Miljenko Smokvina) sono state alcuni dei documenti principali utilizzati da Sekulić Ćiković nel progetto di restauro. Qualche anno dopo la mostra a Tersatto – stando alle indagini della restauratrice, si tratterrebbe di un massimo di cinque anni –, la scultura di Goldoni era stata gravemente danneggiata: una delle tavole di vetro che la compongono era stata rotta – secondo alcune corrispondenze del 1986 firmate da Boris Vižintin, all’epoca direttore della Galleria moderna di Fiume, il danno sarebbe stato provocato dalla negligenza di un visitatore –, motivo per cui l’opera è stata poi rimossa dallo spazio espositivo e conservata negli archivi dell’odierno MMSU.

Restauro dopo quattro decenni
Studiando l’itinerario percorso dalla scultura, Sekulić Ćiković ha scoperto che era stato lo stesso Goldoni a riprendere i pezzi rotti della lastra di vetro per portarli al celebre vetraio muranese Alfredo Barbini con l’obiettivo di riprodurre la tavola e installarla nell’opera. Tuttavia, a causa della mancanza di risorse economiche, come troppo spesso accade in casi del genere, la riparazione del lavoro era stata sospesa. Il desiderio dell’artista spalatino di restaurare la scultura è stato, dunque, realizzato dopo più di quattro decenni di attesa, il tutto grazie alla professionalità delle persone coinvolte e all’innovatività delle tecnologie utilizzate nel procedimento: si tratta, in primis, della scannerizzazione tridimensionale completata dall’agenzia fiumana Porin, e dell’integrazione dei frammenti di vetro nella tavola con l’obiettivo di ottenere una limpidezza e stabilità strutturale della scultura. In quest’ultima parte del processo, in particolare, è stata fondamentale la grande abilità e conoscenza di Seguso (che si è dedicato alla tavola di Goldoni presso il suo studio muranese) nella lavorazione del vetro, mentre lo scan 3D del “Nucleo (Vetro incatenato)” rappresenta una garanzia per la futura tutela dell’opera.

Efficace interazione tra istituzioni
Tuttavia, nonostante sia stato sottolineato a più riprese, durante l’incontro, che il restauro abbia ridato al “Nucleo (Vetro incatenato)” di Goldoni la sua funzione museologico-espositiva, per ora non è noto come e quando l’opera potrà essere liberamente ammirata dal pubblico. L’evento è stato introdotto dalla direttrice del Museo, Branka Benčić, la quale si è soffermata sull’efficace interazione tra una serie di istituzioni che ha portato al restauro della scultura. “Uno dei risultati emersi dall’iniziativa riguarda la conferma dell’amicizia e della collaborazione quali infrastrutture di prim’ordine nell’ambito di progetti artistico-culturali”.
A esprimere il supporto a nome della Città di Fiume è stata la vicesindaco Sandra Krpan. “Personalmente – ha aggiunto –, trovo particolarmente toccante il fatto che, spinto dal profondo legame di amicizia con l’autore scomparso, sia stato proprio l’artista Livio Seguso a dare il fondamentale apporto alla ristrutturazione della scultura di Goldoni”. Oltre all’opera di Goldoni, è stato presentato per l’occasione anche un breve documentario, realizzato in collaborazione con l’Accademia di Belle arti di Venezia, che illustra il contributo di Seguso al progetto di restauro della scultura. Tra i presenti all’evento, oltre ai discendenti dell’artista, anche la nota storica dell’arte fiumana Daina Glavočić, la presidente della Comunità degli Italiani di Fiume, Melita Sciucca, e l’artista fiumano Nemanja Cvijanović, che ha collaborato al progetto in veste di mediatore.

Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.

L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.

No posts to display