Lisinski a Fiume: musica sublime apre il ciclo

0
Lisinski a Fiume: musica sublime apre il ciclo

FIUME | Si è tenuto nei giorni scorsi, nella Sala dei Marmi di Fiume, per il ciclo “Lisinski al Palazzo del Governo”, il primo dei quattro concerti previsti da settembre a dicembre per il pubblico fiumano. Tre le musiciste, tre donne: la clarinettista Marija Pavlović, la violoncellista Monika Leskovar e la pianista Martina Filjak, che hanno eseguito il Trio n. 4 op. 11 in Si bemolle maggiore per pianoforte, clarinetto e violoncello “Gassenhauer” di Ludwig van Beethoven e il Trio in la minore per clarinetto, violoncello e pianoforte, op. 114 di Johannes Brahms.

Il Trio Gassenhauer, “canzone da strada”, fu composto da Beethoven a quasi ventotto anni, quindi nel 1797 quando gli strumenti a fiato cominciavano a godere di una certa popolarità, prevedendo però un’eventuale sostituzione del clarinetto con il violino. Si racconta, anche se nulla è certo, che sia stato commissionato dal famoso clarinettista J. Joseph Beer (fu lui a portare il clarinetto da tre a cinque chiavi), che gli avrebbe suggerito il tema del Movimento finale tratto da un terzetto (divenuto un canto molto popolare all’epoca) dall’opera “L’amor marinaro ossia il corsaro”, di Joseph Weigl. Il Trio è costituito da tre tempi: Allegro con brio, Adagio con espressione e Tema con variazioni.
Il Trio di Brahms consta invece di quattro movimenti: l’Allegro, armonicamente vivace e ritmico (in la minore), il malinconico Adagio (in re maggiore), il delicato Andantino grazioso (in la maggiore) e l’elegante Allegro (in la minore).
Brani impegnativi quindi, di chiara impronta classica e romantica, che sono stati affrontati dalle tre musiciste con eccezionale bravura e rigore. Ed è già nell’Allegro del primo Trio che si è manifestata da subito tutta l’abilità tecnica della pianista (Martina Filjak), mentre la sua espressività è emersa nel Movimento finale dove inizia il dialogo tra violoncello (Monika Leskovar con il suo strumento, un Mantegazza del 1765) e clarinetto (Marija Pavlović): un amalgama di virtuosismo e capacità interpretative. Insieme sono riuscite a cogliere il tipico umore beethoveniano sviluppato attraverso una perfetta intesa e una brillante esecuzione nonché a riassumere tutta la malinconia di Brahms e il suo carattere elegiaco in una salda unità inframmezzandolo da slanci espressivi.
Ricordiamo qui brevemente le personalità di grande spessore delle tre giovani esecutrici, tutte con una lunga carriera musicale alle spalle. Diplomatesi all’Accademia di Zagabria, hanno proseguito i loro studi conseguendo premi, eseguendo concerti, partecipando a corsi di specializzazione all’estero e collaborando con orchestre e musicisti di tutto il mondo. Nel 2018 Marija Pavlović è Artist in Residence dell’orchestra sinfonica di Ragusa (Dubrovnik). Monika Leskovar dopo aver insegnato al Conservatorio della Svizzera Italiana di Lugano, dal 2017 insegna all’Accademia della musica di Zagabria. Martina Filjak (già definita “artista con una forza che galvanizza”… “di presenza scenica magnetica”) si sta preparando per una serie di concerti in Corea del Sud, in Finlandia e in Colombia.
E per chiudere, si va ancora a ribadire il virtuosismo delle tre interpreti: è stato concesso il bis richiesto dal pubblico attento e numeroso presente nella Sala dei Marmi. Il Trio ha eseguito due brani d’effetto (Danze Balcaniche), del compositore serbo Marko Tajčević, che hanno chiuso una serata di musica raffinata e di piacevole ascolto.

Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.

L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.

No posts to display