Il lavoro dei conservatori e dei restauratori passa spesso inosservato, soprattutto se si tratta di interventi a palazzi o strutture poco conosciuti o non aperti al pubblico. Al Museo di Marineria e Storia del Litorale croato (PPMHP), nell’ambito del programma “Un monte di cultura”, si è tenuta una lezione sull’opera di restauro del Palazzo del Comune di Cherso. A esporre tutte le fasi e gli interventi effettuati è stato il conservatore del Dipartimento di pittura murale e mosaici dell’Istituto nazionale di restauro, Toni Šaina. Nel suo intervento, l’esperto si è soffermato brevemente sui cambiamenti effettuati sul manto esterno del palazzo, per esporre, successivamente, tutti i lavori svolti nella grande Aula consiliare dal 2014 ad oggi.
All’inizio della sua lezione, Šaina ha parlato brevemente della posizione della Città di Cherso e della sua storia, nonché della collocazione del Palazzo nel tessuto del centro storico.
La disposizione delle stanze
“Gli antichi documenti che ci sono pervenuti e che raffigurano la piantina della struttura ci aiutano a comprendere la disposizione delle varie stanze nel XIX secolo – ha spiegato Šaina -. Nel 1853, data dell’inaugurazione, il palazzo aveva una duplice funzione. Al pianterreno c’era il governo della Serenissima, mentre al primo piano c’era una sorta di casinò o sala biliardo. Nel 1923 il governo italiano sottopose a restauro la facciata e modificò la disposizione dei vani in modo da poter costruire una grande scalinata d’accesso all’Aula consiliare del primo piano. Nei lavori di ristrutturazione del 2003-2004, nei quali purtroppo non siamo stati da subito coinvolti, gli operai avevano notato le tracce delle pareti che erano state abbattute, ma non avevano documentato questa scoperta. Di conseguenza, non abbiamo nessuna foto”.
L’umidità come pretesto per investire
Šaina ha continuato spiegando che gli ultimi lavori all’Aula consiliare sono stati svolti per far fronte al problema dell’umidità, ma anche alle perdite del tetto, che hanno danneggiato il soffitto. Nell’ambito di questi lavori sono stati rinvenuti alcuni dipinti sul soffitto ed è stato contattato l’Istituto di conservazione dei beni storico-culturali, che ha deciso di esplorare con 23 sonde anche le pareti della stanza. È stato in quell’occasione che si è scoperto che una volta l’Aula era più lunga e comprendeva lo spazio dell’attuale scalinata. Salendo nel sottotetto è stato rinvenuto un dipinto murale risalente all’inizio del XX secolo perfettamente conservato e raffigurante una musa con una lira in mano. Il disegno è stato effettuato su una specie di carta da parati, fissata al muro con dei chiodini. Sul soffitto, invece, sono apparsi i dipinti di alcuni putti danzanti che prossimamente verranno sottoposti a restauro, mentre lungo i bordi dei muri sono stati trovati stucchi e ornamenti che ricordano i capitelli romani. Molti di questi dettagli sarebbero rimasti nascosti se non fosse stato per l’uso delle sonde, che hanno fatto la scansione dei vari strati di stucchi e vernici.
Ricostruire il passato
L’esperto ha parlato della possibile disposizione dei vani prima delle ricostruzioni e ha ipotizzato dove poteva trovarsi l’entrata. Il lavoro dei conservatori, ha aggiunto, non si ferma soltanto alla tutela e alla conservazione dei rinvenimenti storici e artistici, ma è legato a un processo di ricostruzione delle varie fasi che hanno attraversato gli edifici, in modo da comprendere meglio il motivo delle modifiche. Purtroppo, ha aggiunto Šaina, l’opera di ristrutturazione di tutto il palazzo è improbabile perché comporterebbe il trasferimento delle autorità cittadine in un altro spazio per tutta la durata dei lavori. Un altro problema molto attuale è quello dei finanziamenti, a causa del quale ai concorsi vengono scelti solitamente i preventivi più bassi rispetto a quelli più convenienti dal punto di vista del rapporto prezzo-qualità. Šaina ha concluso la lezione ricordando che la sola città di Cherso vanta altri palazzi molto interessanti dal punto di vista del loro valore storico e culturale.
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