La forza e la fragilità della donna

La mostra di Bruno Bontempo inaugurata a Kostrena presenta scatti ricchi di energia vitale, di immagini che illustrano i mille modi dell'essere femmina

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La forza e la fragilità della donna
Bruno Bontempo dinanzi ad alcuni suoi scatti. Foto: RONI BRMALJ

Nella galleria della Biblioteca di Kostrena, a Santa Lucia, è stata inaugurata ieri la mostra del connazionale Bruno Bontempo intitolata “Donna” in cui l’attenzione è rivolta alla diversità delle donne: alla loro forza e fragilità, all’emotività e malinconia e ad altre loro caratteristiche. La mostra, organizzata dalla Biblioteca civica di Kostrena, comprende una serie di scatti realizzati dall’autore con il teleobiettivo durante i suoi viaggi in diversi continenti, nei quali ha catturato le donne mentre accudiscono i figli, lavorano, svolgono un rito religioso, passeggiano accanto al mare o semplicemente stanno sedute in contemplazione. Si tratta di scatti ricchi di energia vitale, di immagini che illustrano i mille modi dell’essere donna.

Ai presenti si è rivolta la direttrice della Biblioteca civica di Kostrena, Dragana Vučinić, la quale ha ricordato che la mostra “Donna” è stata organizzata nel mese dedicato alle donne e ha osservato come nell’arco di un anno Bruno Bontempo si presenta per la seconda volta con una mostra negli spazi dell’ente (l’anno scorso aveva proposto una serie di fotografie del marangone dal ciuffo). La direttrice ha accennato inoltre una breve biografia dell’autore, ricordando che è stato per quattro decenni giornalista e redattore de “La voce del popolo” e di “Panorama”, mentre a partire dagli anni Settanta, oltre a coltivare l’amore per la natura e le montagne, si occupa anche di fotografia. “Questa mostra è il risultato dei viaggi che l’autore ha intrapreso in diversi continenti. Attraverso l’biettivo della macchina fotografica, Bruno Bontempo ha catturato la diversità delle donne, mentre le loro storie ci uniscono e affermano la forza universale dello spirito femminile. Spero che questa esposizione ci stimolerà ad appoggiare le donne e a lottare per i loro diritti”, ha concluso la direttrice.
La fotografa Lena Ternovec ha osservato come le donne negli scatti di Bontempo appaiono viste e riconosciute, mentre la maggior parte delle foto è stata scattata con il teleobiettivo, il che rende più sfumata l’immagine. Ternovec si è detta entusiasta del modo in cui nelle immagini sono stati espressi i rapporti coloristici, mentre i gesti e le espressioni dei volti mettono in risalto il rapporto tra il fotografo e il soggetto.
Bruno Bontempo ha rilevato che si viaggia per vedere panorami nuovi e nuovi paesaggi, ma anche per vedere e conoscere persone nuove. “Siccome sono timido, preferisco utilizzare il teleobiettivo per catturare le espressioni dei volti, quindi nessuna delle persone ritratte non ha posato per lo scatto”, ha spiegato Bontempo, osservando che la mostra si presenta come una retrospettiva della sua attività fotografica e comprende scatti realizzati negli anni Ottanta in Cina, India, Nepal e in Africa, dove ha scalato il Kilimangiaro. “Le donne che ho fotografato svolgono un lavoro pesante e hanno un ruolo ben chiaro nella società. Alcune delle foto scattate in Cina si presentano come un documento dell’epoca, in quanto oggi molti dei rioni nelle quali sono state realizzate non ci sono più”, ha puntualizzato, aggiungendo che in questo contesto sono una testimonianza del passato anche gli abiti tradizionali che le donne indossano.
La mostra rimarrà in visione fino al 10 aprile prossimo.

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