La cultura è parte integrante della nostra quotidianità

L’Ufficio del Parlamento europeo in Croazia sulle soluzioni alla crisi in cui versa il settore culturale

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La cultura è parte integrante della nostra quotidianità

Si è tenuta al centro culturale zagabrese “Peti kupe”, la conferenza intitolata “Il lavoro precario (nel settore culturale): la Croazia e l’Europa dopo la pandemia” (Nesigurni rad (u kulturi): Hrvatska i Europa nakon pandemije), organizzata dall’Ufficio del Parlamento europeo in Croazia e trasmessa in diretta online con l’obiettivo di portare alla luce possibili soluzioni alla crisi in cui tuttora versa il settore culturale. L’evento fa parte del progetto #EuropaKultura, promosso con l’obiettivo di aprire una discussione sullo status e il ruolo del settore culturale nella società. L’incontro si è svolto in due sessioni, al termine delle quali sono stati organizzati dei laboratori artistici incentrati sullo sviluppo di determinate abilità culturali.

 

Un campo indispensabile

A dare i saluti iniziali, a nome del Ministero della Cultura e dei Media della Croazia, è stata Nevena Tudor Perković, responsabile della Direzione ministeriale per lo sviluppo della cultura e delle arti. Soffermandosi sugli effetti della pandemia sul settore culturale, la delegata ha sottolineato che la crisi innescata dall’emergenza sanitaria e dalle relative misure di contenimento del coronavirus ha messo in luce due aspetti chiave legati alle industrie creative. Innanzitutto, “la crisi causata dal Covid ha reso evidente il bisogno del consumo culturale. In secondo luogo – ha proseguito – ci siamo resi conto una volta per tutte che la cultura fa parte di tutti i pori della società, della nostra quotidianità, ed è per questo che non può essere isolata e separata da altri ambiti”. Si tratta, infatti, di una fondamentale risorsa di guadagno per l’economia nazionale, che opera in stretto legame con altri settori. In questo senso, ha puntualizzato Nevena Tudor Perković, un arresto del processo di produzione e distribuzione della cultura avrebbe portato a ricadute dalle quali sarebbe stato praticamente impossibile riprendersi. Tra gli ambiti più colpiti dalla crisi spiccano soprattutto le arti performative in senso lato, vale a dire tutte quelle forme che necessariamente richiedono la partecipazione del pubblico, dal teatro, alla danza, alla musica popolare e altri generi artistici.

Precarietà della scena indipendente

Inoltre, una categoria particolarmente a rischio è quella rappresentata dalla scena indipendente, ovvero da tutti quegli artisti che non operano all’interno delle istituzioni. Come osservato da Mirela Priselac Remi, cantante del gruppo “Elemental” e ospite della prima sessione della conferenza, il sostegno alla scena indipendente da parte delle istituzioni è stato praticamente irrisorio. “Ci è stato letteralmente impedito di lavorare”, ha affermato, sottolineando che “per tutti gli artisti che lavorano come liberi professionisti, questa situazione ha letteralmente portato alla fame”. Un aiuto fondamentale, in questo caso, arriva dal sostegno offerto dal Desk Europa Creativa in seno al Ministero della Cultura e dei Media, presieduto da Anera Stopfer. Si tratta del principale organismo per il supporto agli artisti per quanto riguarda l’accesso alle risorse fornite dall’UE. Tra le tematiche affrontate nell’ambito della prima parte dell’incontro, moderato da Vlatka Kolarović, c’è stato anche il New European Bauhaus, l’iniziativa dell’Unione Europea volta ad applicare le politiche del Green Deal europeo all’ideazione di una nuova architettura e urbanistica sostenibile, inclusiva e arricchente. Come spiegato da Željana Zovko, membro del Parlamento Europeo e vicepresidente della Commissione per gli Affari esteri, una delle conseguenze “positive” della crisi causata dalla pandemia riguarda proprio la considerazione della necessità di un miglioramento delle condizioni di vita degli abitanti della città. “Una nuova Europa ha bisogno anche di una nuova fisionomia”, ha concluso Željana Zovko, in collegamento Zoom da Bruxelles.

Željana Zovko in collegamento da Bruxelles

L’importanza della continuità

La seconda sessione dell’incontro, condotta da Pavica Knezović Belan, redattrice del portale “Svijet kulture”, è stata dedicata al futuro del lavoro precario in Croazia e in Europa. A condividere le loro esperienze e opinioni legate al libero professionismo sono stati Davorka Begović, musicologa e curatrice presso l’associazione Kontejner; Darko Šeperić, segretario esecutivo presso la Confederazione dei Sindacati autonomi della Croazia (SSSH); e Lela Vujanić, responsabile di programmi culturali nell’ambito del progetto Fiume CEC. Come sostenuto da Davorka Begović, parlando di imprenditorialità nel settore culturale ci si riferisce a una modalità di lavoro che decisamente si distingue da altre imprese commerciali. “In questo caso – ha puntualizzato – instaurare dei rapporti con i clienti richiede una continuità e una fiducia reciproca”. La continuità è infatti uno dei punti chiave su cui bisogna insistere, sia dal punto di vista dei finanziamenti, sia da quello dei ritmi di lavoro. Le conseguenze della mancanza di un sostegno economico pubblico pluriennale agli artisti riguardano, da un lato, il rischio che il lavoro artistico si trasformi progressivamente in un privilegio di pochi e, dall’altro, lo sfinimento degli operatori culturali costretti a cercare finanziamenti per ogni singolo progetto. Motivo per cui, secondo quanto dichiarato da Lela Vujanić, è evidente che “la continuità dei finanziamenti influisce direttamente sulla continuità della produzione artistica”. Un altro problema è dato dalla cattiva applicazione della cornice legislativa legata ai contratti di lavoro in ambito culturale. “Uno dei temi scottanti in questo momento – ha spiegato Darko Šeperić – è il lavoro a tempo determinato che, come confermato dalle ricerche, viene ampiamente sfruttato e utilizzato in merito a lavori per i quali non è stato predestinato”. Durante le due sessioni della conferenza, oltre agli interventi dei relatori presenti all’incontro, sono stati mostrati diversi inserti video realizzati dal programma Televizija Student, nei quali diversi professionisti e operatori culturali – tra cui Ecija Ojdanić, attrice e fondatrice del teatro Moruzgva; Boris Matić, produttore presso la Propelerfilm; Maja Sever, presidente del Sindacato dei giornalisti della Croazia; e Sanjin Đukić, direttore dell’agenzia Laagency – hanno espresso le loro testimonianze e opinioni in merito alle tematiche affrontate. Il video completo della conferenza è disponibile sul canale YouTube dell’Ufficio del Parlamento europeo in Croazia (www.youtube.com/c/EuropskiparlamentuHrvatskoj).

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