La città di Palermo nel sogno di Nicolò Bottalla (foto)

Le otto grandi tele allestite negli spazi dell'IIC di Zagabria offrono una visione della città natia dell'artista non propriamente obiettiva, ma rivestita di una patina di nostalgia

0
La città di Palermo nel sogno di Nicolò Bottalla (foto)

La mostra pittorica “Palermo, visioni oniriche di una città”, di Nicolò Bottalla, inaugurata negli spazi dell’Istituto Italiano di Cultura (IIC) di Zagabria, ha offerto al pubblico presente degli spunti interessanti per esplorare il capoluogo della Sicilia. Come dice il titolo dell’esposizione, le otto grandi tele presenti al pianoterra del palazzo dell’IIC, offrono una visione della città non propriamente obiettiva, ma rivestita di una patina di nostalgia, dovuta anche al fatto che l’autore, pur essendosi formato all’Accademia di Belle Arti di Palermo, vive e lavora a Budapest da molti decenni.

I palazzi dipinti di emozioni
Bottalla ha scelto di avvolgere in un mantello onirico una piccola zona che va dalla Cattedrale di Palermo, cominciata dagli arabi, continuata dai normanni e terminata con una cupola posizionata alla fine del 1700 per continuare con edifici risalenti all’epoca barocca-siciliana fatti dagli spagnoli e quelli dedicati all’arte rinascimentale.
Anche i titoli delle tele suggeriscono una determinata emozione, soprattutto nell’abbinamento a uno dei colori predominanti: l’azzurro o il giallo. Nella tela “Pioggia mare”, il leggero velo azzurro che aleggia sui palazzi storici rende l’idea della pioggia o comunque dell’elemento dell’acqua. C’è poi la tela “Fredda solitudine”, nella quale la piazza centrale è priva di alcun elemento pittorico e l’azzurro occupa la maggior parte delle zone colorate, a rispecchiare la tristezza o la malinconia provate dall’autore. È interessante anche il dipinto “Vento scuro”, che propone un umore molto simile alle opere già accennate. Ci sono, però, anche le tele più “solari”, quelle nelle quali il giallo rischiara le facciate dei palazzi e trasmette un senso di gioia e buon umore. Facciamo l’esempio delle opere “Valzer” o “La messa è finita”, ma anche “Calda solitudine”.

Il video a sostegno dell’arte
Il direttore dell’IIC di Zagabria, Gian Luca Borghese, ha illustrato un elemento che è stato affiancato alla mostra per spiegare a coloro che non sono stati a Palermo, il legame tra i dipinti e la città. In un angolo dell’area espositiva viene proiettato un breve video nel quale si possono vedere i palazzi che si affacciano su piazza Quattro Canti, o piazza Villena, o Ottagono del Sole, o Teatro del Sole.
“Il video che accompagna in un certo senso questa mostra – ha spiegato Borghese – ci mostra le facciate monumentali di questa parte del centro storico di Palermo. Abbiamo scelto questa piazza perché ben due tele dell’artista la raffigurano (Incontri I e Incontri II, nda) e abbiamo voluto dare la possibilità ai visitatori di mettere a confronto la realtà con la visione onirica di Bottalla. La piazza dei Quattro Canti è particolarmente bella perché può venire considerata una sorta di teatro, una quinta architettonica risalente alla prima metà del XVII secolo. Penso che questa esposizione sia molto interessante perché nelle opere traspare una grande abilità tecnica, che definirei quasi fotografica, nella riproduzione dell’elemento architettonico, ma Bottalla si spinge oltre per esprimere anche il sentimento che lo lega a quel luogo e lo fa con grande precisione usando il colore liquefatto e stemperato, sovrapposto al rigore della penna”.

Staticità e dinamismo
Un altro elemento che dà nell’occhio è il fatto che tutte le piazze e gli spazi pubblici rappresentati nelle tele sono deserti. I quadri, però, non risultano statici, perché Bottalla rende l’idea del fervore cittadino aggiungendo dei grovigli di linee che passano per il centro dei quadri, come se la tela fosse attraversata da una comitiva di persone troppo veloce per venire colta dall’occhio dell’osservatore. La tecnica usata, come ci ha spiegato l’autore stesso, è una combinazione di penna a inchiostro nero, colori acrilici, pastelli ad olio e gessetti. All’apertura della mostra era presente anche l’ambasciatore d’Italia a Zagabria, Paolo Trichilo, il quale ha aggiunto che la mostra permette, in un certo senso, di instaurare un dialogo tra Palermo e Zagabria e contribuisce alla collaborazione tra i due Paesi. La mostra rimarrà in visione fino al 17 maggio prossimo.

Nicolò Bottalla e Gian Luca Borghese
Gian Luca Borghese e Paolo Trichilo
Le facciate monumetali del centro storico
La predominanza del colore giallo è riservata ai dipinti più gioiosi

Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.

L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.

No posts to display