Il rock fiumano raccontato dai suoi paladini

Si è svolto nella Scuola elementare «Trsat» di Fiume il progetto dedicato alla storia di uno dei generi musicali più popolari nel capoluogo quarnerino

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Il rock fiumano raccontato dai suoi paladini
I relatori in compagnia della direttrice Petra Predojević Zatković e dell’insegnante Iva Močibob. Foto: RONI BRMALJ

La città di Fiume in senso musicale è stata sempre associata alla musica rock, al punk e comunque ai generi musicali alternativi. Le nuove generazioni, però, sembrano non mostrare interesse per questo lascito musicale, motivo per cui la sezione della Regione litoraneo-montana dell’Unione musicale croata (HGU) ha organizzato un progetto intitolato “Sulle orme del rock fiumano – ‘A ritmo di rock’” e realizzato in collaborazione con il Comitato di quartiere di Tersatto e la Scuola elementare “Trsat”.

Gli alunni dell’ottava classe della SE Trsat hanno potuto incontrare i fautori del festival RiRock, ovvero musicisti, organizzatori e fondatori, e hanno potuto vedere il primo documentario dedicato a questo tema, il film “Ritam rock plemena – Od Uragana do Urbana” di Bernardin Modrić.

Il 45.esimo anniversario del Ri Rock
A dare il benvenuto a ragazzi e relatori è stata la preside facente funzione della scuola, Petra Predojević Zatković, la quale ha ricordato che il festival Ri Rock quest’anno compie 45 anni, per poi dare la parola alla coordinatrice del programma, Jadranka Čubrić.
“Questo è un anno importante per noi dell’HGU, perché celebriamo trent’anni dalla fondazione – ha esordito Čubrić –, ma è anche un anno importante per il rock fiumano, perché il festival della musica demo, Ri Rock, celebra 45 anni. Per l’occasione il chitarrista fiumano Vlado Simcich Vava ha pensato bene di dare vita a questo progetto rivolto agli alunni, anche se una degna celebrazione sarebbe stato pure un concerto. Volevamo ricordare tutti i luoghi nei quali è nato il rock a Fiume: i garage, gli spazi abbandonati, le sale o salette dove si tenevano le prove. Purtroppo pochissimi spazi sono ancora agibili, ma ci siamo accorti che tante band sono state attive proprio nel rione di Tersatto, ovvero nel Palazzetto dello Sport, nella Sala di lettura e nel Castello di Tersatto”.
Un breve intervento è stato quello di Aleksandar Salević, vicepresidente del Comitato di quartiere di Tersatto, il quale ha ricordato la propria esperienza non solo in quanto alunno della Scuola elementare “Trsat”, ma anche in quanto amante della musica rock. Salević ha spiegato ai ragazzi che una volta l’accesso alle informazioni era difficile e complicato ed era altrettanto difficile procurarsi gli strumenti musicali per suonare. Se, però, uno voleva suonare in un gruppo rock, il festival Ri Rock era una tappa obbligata.

Il fatidico 1979
Il musicista Duško Rapotec Ute, che ha organizzato la prima edizione del festival, ha raccontato alcuni aneddoti risalenti a quel fatidico 1979.
“Tutto è iniziato col gruppo ‘Rađanje’, del quale facevo parte – ha ricordato Rapotec Ute –. Avevamo bisogno di uno spazio per le prove e allora mi sono recato personalmente dal direttore del Palazzetto dello sport di Tersatto, che generosamente ha messo a nostra disposizione il club ‘Dva boda’. Purtroppo nel club non potevamo tenere gli strumenti sotto chiave e allora abbiamo chiesto un’altra sala, che ci è stata data nell’ala occidentale della struttura. In quel momento, però, è sorto il problema dell’affitto. Visto che eravamo soltanto dei ragazzi e non avevamo soldi ho proposto al direttore di organizzare un festival rock e di cedergli tutto il ricavato dei biglietti in cambio di un anno di usufrutto gratis della sala. Ho stampato i manifesti e i volantini e ho fatto una campagna di propaganda di tutto rispetto. I gruppi in programma erano i Termiti, Naša stvar, Rađanje, Beta Kentauri e Quarter. Ci aspettavamo un gruppetto di ragazzi e invece gli autobus continuavano ad arrivare pieni zeppi di persone. Alla fine gli spettatori erano più di cinquemila e il festival è stato un successone. Devo dire, però, che se io ho piantato il seme del Ri Rock, sono stati i miei successori ad averlo mantenuto in vita e li ringrazio di questo”, ha concluso Rapotec Ute.

La gioia più grande il lavoro d’autore
Un altro musicista, Vlado Simcich Vava, ha parlato della sua esperienza e della carriera iniziata negli anni Ottanta. Vava non si è dilungato troppo, ma si è rivolto ai ragazzi spiegando di non avere intenzione di “convertirli” al rock, ma li ha invitato a valutare la possibilità di prendere in mano uno strumento se ciò li renderà felici.
Molto simile è stato anche il messaggio di Željko Pendić, che da molti anni ormai si occupa di organizzazione di eventi musicali.
“Credo che la gioia più grande sia il lavoro d’autore, poterlo presentare prima agli amici e poi anche a tutti gli altri – ha detto Pendić –. Scegliete la vostra strada e occupatevi di ciò che vi farà stare bene. Ascoltate la musica che vi piace”.
L’ultimo intervento è stato quello di Tiha Modrić, figlia di Bernardin Modrić, autore del documentario in programma. Tiha Modrić ha parlato brevemente del film e ha augurato agli alunni una buona visione.

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