«Il rinoceronte»: un pezzo teatrale molto attuale

Sull'isola Brioni Minore ha avuto luogo la première del testo di Eugene Ionesco, per la regia di Lenka Udovički

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«Il rinoceronte»: un pezzo teatrale molto attuale

Première al teatro Ulysses, del pezzo teatrale “Il rinoceronte”. Da una quindicina di giorni ormai la fortezza di Brioni Minore ospita, per la sua 21ª edizione, la compagnia teatrale di Rade Šerbedžija e Lenka Udovički. Sarà così fino alla fine di agosto, tra teatro, musica, performance. Il meglio del Teatro, tra pièce diventate ormai dei classici e numerose novità. Nel fine settimana, intanto, la prima rappresentazione del “Rinoceronte” per la regia di Lenka Udovički, di Eugène Ionesco, un classico del teatro dell’assurdo. Una pièce che entusiasma, fa riflettere, fa paura, fa ridere, ma pone anche delle domande. Ci si riconosce quando si sottostà alle tendenze, diventando parte del gregge, della massa, quando ci s’inchina di fronte all’opinione pubblica per paura di essere condannati, quando, per salvare la propria carriera, si volge la testa dall’altra parte.

 

Epidemia di “rinocerontite”

“Il rinoceronte” è la prima opera di Ionesco che Lenka Udovički ha deciso di portare in scena. Tra le più complesse e interessanti opere del teatro dell’assurdo, tratta di un’immaginaria epidemia di “rinocerontite” che ha inizio in un piccolo paese di provincia della Francia, per poi diffondersi in tutto il Paese. Brillante metafora delle ascese dei totalitarismi, il testo affronta i temi del conformismo e della resistenza al potere politico. Nel primo atto, i rinoceronti liberi provocano stupore e scandalizzano i personaggi. Jean non può credere che ciò che vede sia reale. Il capo della drogheria fa un grido “rivoluzionario” di rabbia vedendo la casalinga con il suo gatto schiacciato dalla corsa del pachiderma. Come con l’ascesa di ogni movimento politico estremista e totalitario, le persone all’inizio sono spaventate.

Nel secondo atto gli abitanti cominciano a trasformarsi in rinoceronti. E si è alla prima chiara opposizione: secondo Botard quella dell’epidemia “è una macchinazione infame”. Botard cioè non vuole credere nella realtà della “rinocerontite”. Tuttavia, anch’egli si trasformerà in un rinoceronte nonostante i suoi pregiudizi, dimostrando che anche i più resistenti possono essere ingannati dalla retorica della dittatura. Pure Jean, un personaggio inizialmente molto preoccupato per l’ordine e scioccato dalla presenza dei rinoceronti in città, si trasforma in un rinoceronte, sotto gli occhi disperati del suo amico Bérenger.

Ribellione al gregge

Nell’ultimo atto Bérenger è l’unico a restare umano e a ripudiare la “rinocerontizzazione”. Preso dal panico si ribella all’epidemia. Rifiuta di “seguire i suoi leader e i suoi compagni, nel bene e nel male”. Perfino Daisy, di cui Bérenger è innamorato, lo abbandona e rinuncia a salvare il mondo con lui per seguire invece un rinoceronte che trova improvvisamente bello, già succube dei nuovi canoni di bellezza. Alla fine, nonostante molte tentazioni, Bérenger decide di non arrendersi: “Sono l’ultimo uomo, e lo resterò fino alla fine! Io non mi arrendo! Non mi arrendo!”.

Il team dietro al “Rinoceronte”. Il dramma è stato tradotto da Vjenceslav Kapural. La drammaturgia è firmata da Željka Udovičić Pleština. A curare i costumi Bjanka Adžić Ursulov, la scenografia Zdravka Ivandija Kirigin, mentre la musica è di Nigel Osborne. I testi delle canzoni sono di Davor Rocco, le coreografie di Staša Zurovac. L’accompagnamento al pianoforte è di Karlo Hubak. I filmati sono stati realizzati da Ivan Marušić Klif, le luci sono di Andrej Hajdinjak. Recitano Bojan Dimitrijević (Bérenger), Mladen Vasary (Botard), Filip Nola/Damir Šaban (Signor Papillon), Maja Posavec (Daisy), Dado Ćosić (Dudard), Deni Sanković (Jean), Anja Sabol (la droghiera, la signora Boeuf), Tonka Mršić (la cameriera), Gala Nikolić (la padrona), Martin Grđan (il pompiere, il padrone del caffè), Vanda Velagić (il droghiere), Rok Juričić (il filosofo).

Abilità di recitazione

Un pezzo teatrale quanto mai attuale, che la Udovički ha saputo portare in scena maestralmente. Per quanto la pièce richieda grande abilità di recitazione e di movimento, gli attori hanno recitato senza alcun errore per quasi tre ore di spettacolo, interpretando brillantemente ciascun personaggio ioneschiano. Particolarmente riusciti i personaggi di Jean e Bérenger, le scene di trasformazione da esseri umani in rinoceronti, gli avvincenti monologhi, gli accesi dialoghi, il movimento sulla scena, con tanto di coreografie, parti cantate da solista e tutti in coro. Un cast teatrale davvero eccezionale, che ha entusiasmato il pubblico, numerosissimo, alle Brioni. Ancora una volta, l’Ulysses non delude. Anzi, continua a migliorare, a crescere, a portare in scena pezzi classici del teatro mondiale, interpretandoli e reinterpretandoli in chiave moderna, facendo riflettere e parlare di temi importanti. Lo spettacolo andrà in scena da domani fino a sabato, 3 agosto. La partenza del battello da Fasana è fissato alle ore 20.30. Da vedere, e ripensare in tutta la sua metaforicità e attualità.

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