Il passato e il futuro dell’Europa unita

La pubblicazione, che si articola in 24 capitoli, è molto vasta e dettagliata e contiene una bibliografia e una cronologia che occupano ben 200 pagine

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Il passato e il futuro dell’Europa unita
Marko Medved, Damir Grubiša e Damir Agičić. Foto: GORAN ŽIKOVIĆ

Nell’Aula consiliare della Città di Fiume è stato presentato il volume, edito da “Srednja Europa”, “Storia dell’unità europea” (Povijest europskog ujedinjenja) di Damir Grubiša, già ambasciatore di Croazia a Roma dal 2012 al 2017, nonché docente di relazioni internazionali all’Università americana di Roma. A parlare del volume, accanto all’autore, sono stati pure il teologo e storico Marko Medved e lo storico Damir Agičić.

A ringraziare l’autore del suo contributo alla conoscenza della storia e dei miti che hanno portato all’istituzione dell’Unione europea è stata la vicesindaca di Fiume, Sandra Krpan.
Valorizzazione della libertà individuale
“È sicuramente lodevole la mole di sapere e l’abilità con la quale Grubiša trasmette le informazioni al lettore – ha affermato Krpan –. Questo volume ci invita a ragionare sulla nostra storia in senso lato, ma anche nello specifico sulla storia di Fiume, che è sempre stata una città che ha salvaguardato i valori europei. Fiume appartiene all’Europa per le sue visioni aperte e tolleranti e per la valorizzazione della libertà individuale”.
Il primo intervento è stato quello di Damir Agičić, il quale ha ripercorso gli anni nei quali ha conosciuto Grubiša, ai tempi quando entrambi lavoravano all’università. Già allora Grubiša pretendeva dagli studenti che leggessero tanto e non si è mai fatto scrupolo di assegnare una vasta letteratura d’esame. Forse per questo motivo, spiega lo storico, anche questo volume è molto vasto e dettagliato, con una bibliografia e una cronologia che occupano ben 200 pagine.

Una specie di enciclopedia
“Questa doveva essere una breve storia dell’Unione europea, ma si è trasformata in una sorta di enciclopedia che va dall’antichità a oggi – ha spiegato –. Il libro è stato ultimato a febbraio ed è stato stampato a maggio, perché l’intenzione era di presentarlo al pubblico in occasione del decennio dell’entrata della Croazia in UE, il 1.mo luglio di quest’anno. Alla promozione, che si è tenuta nella Biblioteca nazionale ed universitaria di Zagabria ha presenziato pure Ivo Josipović, che all’epoca dell’entrata della Croazia in Unione europea ne era presidente. Il volume è composto da sei unità e 24 capitoli complessivi, di cui l’ultimo parla proprio dell’entrata della Croazia in UE e forse non verrà gradito dai benpensanti. Reputo in ogni caso che gli studenti di Scienze politiche debbano leggere e studiare questo volume”, ha concluso Agičić.

Assente la coscienza di appartenenza
Ai presenti si è rivolto pure Marko Medved, il quale ha ribadito che in Croazia la storia dell’Europa non viene studiata abbastanza e l’interesse dei politici, ma anche dei cittadini, non va oltre i fondi europei. Non esiste in pratica una coscienza di appartenenza all’Unione europea, né un sapere esaustivo sul suo funzionamento, le sue istituzioni, la sua politica economica.
Medved ha ricordato che il mito di un’Europa unica esisteva già nell’antichità ed era menzionato da Erodoto e Isidoro di Siviglia. Nel Medioevo era stata teorizzata un’unione ai tempi della pace di Westfalia, nel 1648, e fondamentalmente la ricerca della pace rimarrà alla base dell’unione degli Stati. Pure nella metà del XX secolo, quando finalmente si giunse alla fondazione della Comunità europea del carbone e dell’acciaio (CECA) su iniziativa dei politici francesi Jean Monnet e Robert Schuman, del cancelliere tedesco Konrad Adenauer e del Presidente del Consiglio italiano Alcide De Gasperi, l’idea di questa unione non era solo la collaborazione economica, ma anche il mantenimento della pace.
Medved ha lodato in questo senso il ruolo svolto da Schuman, in quanto il politico francese comprese che la pace tra Francia e Germania è più importante delle rivendicazioni in seguito alla Seconda guerra mondiale. In Croazia, conclude lo storico, purtroppo, questa maturità politica non esiste. Fiume ha in un certo senso la fortuna di essere una città di confine ed è dunque forse più sensibile a temi di questo tipo, ma il resto del Paese ha ancora molta strada da fare.

Un approccio critico
A rivolgersi ai presenti è stato pure Damir Grubiša, il quale ha illustrato il modo in cui ha affrontato la materia.
“Era mio desiderio evitare l’approccio apologetico che solitamente si prende trattando questo tema – ha puntualizzato –. Pare che l’intenzione sia sempre di far credere che si è giunti all’Unione europea in maniera spontanea e senza alcun problema. Il mio è un approccio critico che si concentra sullo sviluppo dell’idea di un’Europa unita, che a mio parere ha avuto il suo apice nel 2013. La prima parte del libro parla dell’idea dell’Europa e dovrebbe venire studiata a scuola. Ne parlano Dante nel ‘De monarchia’, Rousseau, Hugo, Kant, Erasmo da Rotterdam e tanti altri personaggi storici. La seconda parte riguarda le trattative e i conflitti che hanno portato alla creazione dell’UE. L’articolo 2 della Costituzione europea sancisce il diritto alla pace, alla solidarietà e al benessere e questi dovrebbero essere gli obiettivi essenziali ai quali aspirare. Dal 2013 a questa parte, però, l’UE ha smarrito la retta via. Nel 2014 si è avuta la crisi dell’espansione, nel 2015 sono iniziate le crisi migratorie, nel 2016 è iniziata la Brexit, nel 2017 e 2018 è scoppiata la crisi economica e nel 2020 è iniziata la pandemia e non dimentichiamo il 2022 e la guerra in Ucraina. Anche se nel 2022 si è tenuta una grande conferenza sul futuro dell’Unione europea, in occasione della quale è stato fatto un sondaggio online tra 20 milioni di cittadini, alla conferenza non è stata fatta parola di ciò che i cittadini hanno proposto per migliorare la situazione politica. Credo che per crescere l’Europa debba lavorare sull’approfondimento dei suoi valori e sull’espansione, perché se trascurerà questi due obiettivi non sopravviverà alle sfide”, ha concluso Grubiša.

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